26-12-2015 - Salve a tutti, eccoci di nuovo insieme per definire, nella seconda parte della giornata, quai siano gli aspetti salienti proposti dai modelli odierni e quale potrebbe essere, quindi, l’evoluzione meteorologica per la seconda delle vacanze natalizie, con uno sguardo anche alle tendenze per il mese di Gennaio………
Sembra ormai accertata la “percussione” anticiclonica verso il settore scandinavo a partire dagli ultimi giorni dell’anno (siamo ormai entrati nel range temporale delle 96-120 h), che dovrebbe costituire il punto di partenza per l’inizio di una crisi del Vortice Polare e che potrebbe successivamente acuirsi nel mese di Gennaio. Per adesso, comunque, affrontiamo un passo alla volta, ecco la superba elevazione anticiclonica, seguita dalla nascita di un imponente blocco altopressorio in area scandinava (fig.1).
fig.1
Riguardo i dettagli della possibile confluenza di masse d’aria a diversa estrazione termo igrometrica nel settore alpino, come diretta conseguenza delle dinamiche descritte abbiamo parlato questa mattina (ved.editoriale). In tal senso, le incognite in merito alla esatta traiettoria del nucleo gelido russo restano e la prognosi non verrà sciolta prima di 48-72 h dall’evento.
Quello che conta attualmente, è la formazione appunto del blocco scandinavo, ben strutturato, in questa sede annunciato con molti giorni d’anticipo, quale elemento destabilizzante per l’assetto del VP a scala emisferica. Potremmo definirlo “l’inizio della fine”, ma è prematuro al momento.
L’affermazione di una tale struttura dovrebbe rappresentare, appunto, una spina nel fianco nei confronti del nucleo più massiccio del VP e, attorno ad esso, masse d’aria fredda e instabile sarebbero dirottate verso le medie latitudini. In tale contesto il Mediterraneo potrebbe essere una di quelle privilegiate (fig.2).
fig.2
Come si vede dalla fig.2, il blocco scandinavo potrebbe innescare una reazione a catena, inizialmente limitata alla troposfera (del seguito ne riparleremo), con attivazione anche della wave 1 aleutinica e deformazione ulteriore della struttura del VP (fig.3).
fig.3
Ecco quindi, in fig.3, l’inevitabile abbassamento del jet stream in area mediterranea, indotto dalla presenza del blocco nel nord Europa e l’arrivo di intensi peggioramenti di stampo Atlantico, ma con contributi con il nocciolo gelido russo collocato nell’Europa centrale nel settore alpino prima dell’Epifania, dopo un viaggio di migliaia di km dall’Artico russo.
I più attenti avranno capito che non si sta parlando dell’avvento del gelo epocale, con neve in pianura in tutta Italia, quanto dell’arrivo di configurazioni prettamente invernali, con peggioramenti prolungati, profondi centri depressionari in area mediterranea e, quello si, nevicate anche copiose sui rilievi alpini a appenninici, con occasionali sconfinamenti a quote basse.
Questa è la vera svolta invernale, per l’evento di grande rilievo, semmai ci sarà, si dovrà attendere un maggior dettaglio previsionale, ma nelle carte odierne, così come in quelle di questi ultimi giorni,c’è ‘arrivo dell’inverno, quello vero.
L’ultimo pannello dell’emissione mattutina del modello americano non fa altro che confermare quanto appena descritto. Ecco il VP, a inizio seconda decade di Gennaio, indebolito, con i centri di vorticità (nuclei più intensi) distaccati tra loro, non più accentrati in Artico, in accordo con la fine del condizionamento stratosferico, a circa 45 giorni dal suo inizio (raggiungimento del valore di 1,5 in data 27 Novembre fig.4).
fig.4
Ed ecco l’AO,parametro significativo dell’assetto del VP a scala emisferica, scendere di valore entro i primi giorni del nuovo anno (fig.5)
fig.5
Insomma, per chi vuole intendere, nelle carte odierne c’è la previsione della prima vera crisi del VP, che potrebbe essere anche abbastanza definitiva a inizio seconda decade di Gennaio.
Ciao ciao