METEO&SCIENZA

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MODELLI SEMPRE PIU’ORIENTATI VERSO L’ARRIVO DI UNA FASE PERTURBATA DI STAMPO ARTICO A FINE MESE E INIZIO MARZO, CI SONO TUTTE LE PREMESSE

Posted on 16/02/2016 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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ECH1-240 (11)

16-02-2016 - Salve a tutti, torniamo stasera a fornire un breve aggiornamento sui modelli sul lungo termine, alla luce di alcune interessanti evoluzioni, che vanno sempre segnalate in un inverno avaro di soddisfazioni, ormai giunto agli sgoccioli.

Sembra aprirsi infatti, una strada per le perturbazioni atlantiche nelle terza decade del mese, con un continuo trasferimento di vorticità dai nuclei perturbati stazionanti a est del Labrador verso le regioni mediterranee. Tali nuclei, correlati al lobo canadese del VP, trovano spazio in Atlantico, grazie alla continua invadenza del lobo canadese stesso, impedendo da un lato l’elevazione dell’anticiclone delle Azzorre, ma dall’altro proseguendo la loro corsa verso il Mediterraneo innescando possibili peggioramenti anche di forte intensità (fig.1)

fig.1

gfsnh-0-276 (1)

 

Completa concordanza con il modello europeo, che vede una saccatura ancora più a ovest, in piena entrata nel Mediterraneo, per una fase di maltempo di rilevanti dimensioni (fig.2).

fig.2

ECH1-240 (11)

 

Nel prosieguo, sempre interessante a riguardo la visione del lungo termine del modello americano, in cui il progressivo svuotamento del lobo canadese (con aumento della pressione) nel settore a sud della Groenlandia, consente finalmente la graduale affermazione del’alta pressione azzorriana (fig.3).

fig.3

gfsnh-0-372

In tal modo, un vero e proprio blocco andrebbe a formarsi in pieno Atlantico a inizio Marzo, con conseguenze da valutare, ma che potrebbe aprire nuove prospettive al passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile, in cui un indebolimento a scala emisferica della struttura del VP è naturalmente contemplato, con lasciti freddi e periodi perturbati alle medie latitudini (fig.4).

fig.4

Rtavn3841

 

Insomma, la disposizione delle principali figure bariche nel comparto atlantico mostrata dalle ultime emissioni dei modelli è questa volta favorevole all’arrivo di nuclei freddi e perturbati dalle regioni polari, proprio dal punto che finora ha rappresentato l’anello debole di tutte le dinamiche emisferiche; ovvero l’Atlantico settentriornale.

A riguardo, l’indice MJO del modello americano punta deciso verso la fase 7 con elevata magnitudo, il contesto teleconnettivo piùfavorevole in assoluto per la formazione d blocchi nel nord Atlantico e in Scandinavia (fig.5).

fig.5

ensplume_full (7)

 

Le dinamiche previste sicuramente non saranno in grado di compensare un inverno anonimo,ma i modelli migliorano giorno dopo giorno ed è lecito quindi sperare nell’avvento di una fase perturbata e progressivamente più fredda nel comparto mediterraneo, come forse non se ne sono viste finora nell’inverno.

Ciao ciao

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