06-12-2016 - Salve a tutti e buona Befana; come spesso capita, la festività di chiusura delle vacanze natalizie porta sempre notizie interessanti dal punto di vista meteorologico (si entra nella parte centrale dell’inverno). Anche quest’anno tale tradizione non è stata smentita. I modelli infatti, evidenziano la possibilità, annunciata in numerosi editoriali in questa sede, di una seconda parte dell’inverno estremamente vivace, fredda e nevosa.
Iniziamo dal contesto attuale, che vede già un’evoluzione molto dinamica nel Mediterraneo, sebbene non fredda. Una perturbazione, di moderata intensità è giunta nelle regioni merdionali, seguita però da aria fresca e molto instabile di origine Atlantica, che sta innescando temporali nelle regioni tirreniche, mentre in nottata brevi nevicate si sono verificate in Romagna (fig.1).
fig.1
Nei prossimi giorni l’instabilità attualmente presente nelle regioni centromeridionali tenderà ad attenuarsi. complice un nuovo affondo perturbato in pieno Atlantico che produrrà una pausa soleggiata e molto mite nel Mediterraneo. Dovrebbe trattarsi però, dell’ultimo cavo d’onda centrato in Atlantico in quanto, a inizio della seconda decade di Gennaio, l’anticiclone delle Azzorre inizierà a spingere verso nord, creando le condizioni per l’arrivo di una saccatura, alimentata sempre di più da contributi artici, nel Mediterraneo.
Inizialmente, l’ondulazione sarà non molto pronunciata, ma andrà progressivamente amplificandosi fino a raggiungere, alla metà del mese, l’assetto di un vero e proprio blocco alla circolazione Atlantica (fig.2).
fig.2
Da questo punto in poi, esattamente nei tempi previsti (metà mese), l’ultimi aggiornamenti del modello americano vedono la possibilità di una continua reiterazione della spinta in Atlantico, con arrivo costante di nuclei gelidi artici (in quota) nel Mediterraneo (fig.2).
fig.2
Facciamo attenzione alla fig.2, è molto importante per capire come potrebbe esser l’evoluzione del tempo nella seconda parte di Gennaio, ecco gli aspetti salienti:
1) Il blocco Atlantico assume caratteri di persistenza, rilanciando la spinta più a ovest ogni volta che lo slancio precedente ha esaurito il suo compito
2) Al bordo della struttura anticiclonica i nuclei gelidi artici, direttamente in distacco la lobo canadese “circumnavigano” tutto il blocco, per riproporsi in Europa centrale e quindi nel Mediterraneo, con contributi continentali dal bassopiano russo
3) Grazie a tale manovra, si crea uno svuotamento di vorticità del lobo canadese, che perde potenza e si isola nel settore della Baia di Hudson, non più ingerente nei confronti del blocco Atlantico
La conseguenza principale per noi, è la possibilità che si creino continue condizioni per l’avvento di peggioramenti freddi nel Mediterraneo, con precipitazioni diffuse e nevicate a quote sempre più basse, localmente anche in pianura al centronord nella terza decade di Gennaio (fig.3).
fig.3
Ecco il finale dell’emissione notturna, con un nocciolo gelido in isolamento proprio sull’Europa e nel Mediterraneo, passibile di essere alimentato da altra aria gelida continentale (fig.4).
fig.4
L’evoluzione appena descritta è ovviamente correlata alla singola emissione; come accennato in precedenza (ved. editoriale), la definizione della formazione del blocco si presterà ancora a numerose ritrattazioni e incertezze, è normale, ma tutto fa parte di una tendenza già ben individuata da tempo in questa sede, che potrebbe condurre a una seconda parte invernale davvero da vivere. Il VP è ormai in difficoltà, i valori di AO e le previsioni ensemble indicano una destrutturazione dello stesso VP e un abbassamento delle temperature costante a partire da metà mese. Da seguire con attenzione quanto verrà quindi proposto nelle successive emissioni.
Ciao ciao