14-12-2014 - Salve a tutti; aggiornamento tardivo per il lungo termine, ma alquanto motivato da alcune novità visibili dai modelli. Andiamo per gradi, come sempre; innanzitutto si va confermando l’ipotesi, paventata nel precedente editoriale, di avere un periodo prenatalizio e natalizio con clima mite, ma non necessariamente sotto la campana africana. Il trend dominante dei prossimi giorni sembra piuttosto essere quello di un azzorriano piuttosto invadente, ma disturbato da impulsi atlantici intermittenti che scivolano sul suo fianco orientale, sfiorando l’Italia e movimentando l’atmosfera delle nostre regioni, con un aumento generalizzato della ventilazione a temporanea diminuzione delle temperature (fig.1).
fig.1
Come si vede dalla fig.1, un impulso perturbato come quello descritto comporterebbe un passaggio rapido nella penisola italiana, con fenomeni soprattutto nelle Adriatiche e al sud e con relativa, anche se temporanea, diminuzione delle temperature. Da considerare anche l’innesco di un episodio di foehn al nordovest, in particolare Piemonte, sebbene meno intenso con gli ultimi aggiornamenti. Approfondiremo in merito l’evoluzione del fenomeno.
Il passaggio perturbato descritto è sempre inserito però in un contesto a scala emisferica che vede la presenza di un Vortice Polare piuttosto compatto proprio a cavallo della seconda metà di Dicembre, in accordo con quanto esposto nell’editoriale a carattere generale sull’inverno; infatti, puntuale ecco la chiusura da parte dell’anticiclone delle Azzorre, che riporta la zonalità nel comparto europeo il giorno dopo, con getto polare orientato lungo i paralleli nel periodo prenatalizio, ma con circolazione instabile secondaria al sud (fig.2).
fig.2
Fino a qui niente di nuovo, il periodo natalizio dovrebbe trascorrere con prevalenza di tempo stabile, mite e soleggiato su tutta Italia, interrotto da brevi “folate” fresche da nord, poco produttive in termini precipitativi, soprattutto al centronord, ma utili a un ricambio della circolazione atmosferica, come accennato.
Nell’emissione odierna del modello americano compare però una novità; negli ultimi giorni del 2014 il Vortice Polare sembra voler animarsi; nel run 12 UTC praticamente scompare, negli ultimi pannelli, la struttura compatta, piuttosto monotona, visibile in fig.2, per lasciare il posto a un attacco congiunto delle due onde troposferiche planetarie, anticiclone aleutinico, decentrato, e quello azzorriano (fig.3).
fig.3
Analizziamo meglio la fig.3 riportata sopra, presenta molti aspetti interessanti:
1) I due anticicloni sono molto ravvicinati, in termini di distanza angolare, nella proiezione emisferica, praticamente circondano il nordamerica
2) La conseguenza della disposizione del punto 1 è quella di un decentramento del lobo principale del VPT verso il comparto euroasiatico
3) Il lobo canadese, minoritario, deve necessariamente splittare verso le praterie americane, con possibile evento freddo di notevoli dimensioni nel nordamerica
4) Nel complesso il VPT appare trilobato, comunque molto indebolito, ben diverso dall’assetto visto in fig.2
Aggiungiamo inoltre che, in ogni caso, sebbene l’attività delle onde (che chiameremo wave 1 e 2, aleutinico e azzorriano, per comodità) sia molto più marcata nella previsione del modello americano per fine anno, è evidente come le conseguenze per noi siano molto scarse; questo perchè il VPT appare troppo sbilanciato con il centro di massa nel comparto siberiano con la wave 1 che spinge forte decentrata. Questi due aspetti, per i lettori attenti, sono stati menzionati nel citato outlook su base IZE riportato nell‘editoriale di ieri, a cui si rimanda per i dettagli.
Sembrerebbe quindi che la previsione dell’outlook menzionato inizi a essere confermata; se così fosse, a questo punto si spera venga confermato anche il seguito della previsione, che vede l’avvento di una prolungata fase di AO negativa nel nostro emisfero, con il VPT che potrebbe non riprendersi più da un eventuale crisi nei primi giorni del nuovo anno e, quindi, con maggiori probabilità delle nuove colate gelide di giungere anche da noi in Gennaio.
La fig.4, ultimo pannello del modello americano, evidenzia comunque come la struttura del VPT sia molto più disarticolata rispetto all’assetto precedente.
fig.4
Ci sono molte incognite per tale previsione, rappresentate principalmente dal c0mportamento della stratosfera proprio nel settore aleutinico, a cui sarà fortemente legata l’attività della wave 1 in troposfera. Dai movimenti del VPS nei prossimi giorni nell’area menzionata, si capirà meglio in che modo potrà deformarsi il VPT e se lo farà e, in definitiva, se la direttrice di eventuali colate gelide potrà davvero essere il comparto europeo. Per adesso comunque ci sono chiari segnali di una maggiore mobilità delle masse d’aria gelida del VPT a scala emisferica per fine anno, vedremo dove andranno a finire.
Ciao ciao