Buonasera a tutti, oggi tratteremo una tematica molto discussa negli ultimi tempi a causa delle recenti alluvioni di settembre 2022 nelle Marche, di maggio 2023 in Emilia-Romagna e di Novembre 2023 in Toscana.
Si sente sempre più di frequente parlare alla televisione di vasche di espansione o di laminazione per poter convogliare il grande volume d’acqua portato dalle ondate di piena dei fiumi e torrenti.
Le superfici come terreni agricoli, foreste, praterie che un tempo garantivano l’assorbimento e il drenaggio delle acque, a causa di un uso sconsiderato del territorio sono andate via via scomparendo venendo rimpiazzate da costruzioni antropiche come asfalti, cementificazioni e sbarramenti totalmente impermeabili facendo venire meno il principio dell’invarianza idraulica.
Esso consiste che nel cambio d’uso o di destinazione di una determinata zona bisogna provvedere che tale trasformazione non vada ad aumentare la portata di piena massima nel caso di un evento piovoso. Per garantire questo principio si installano opere idrauliche per compensare l’inevitabile aumento di portata.
Le vasche di espansione e laminazione hanno quindi il compito fondamentale di accogliere al loro interno le ondate di piena provenienti dal fiume durante un tipico nubifragio. Esse sono di vitale importanza per salvaguardare i bacini idrografici circostanti e far defluire in maniera totalmente controllata le acque di piena. Garantendo inoltre la salvaguardia di tutte le strutture a valle, come i citati corpi idrici superficiali, le fognature, condotte etc. Inoltre tali sistemi sono un’efficace salvaguardia per l’ambiente, poiché permettono un monitoraggio dell’ inquinamento delle acque.
I bacini di espansione si suddividono in 2 categorie principali:
1) Vasche di laminazione, realizzate generalmente nella parte montana del bacino idrografico e sono relativamente profonde
2) Casse di espansione, realizzate nei tratti pianeggianti di un corso d’acqua
Per quanto riguarda la loro disposizione spaziale possono invece essere:
- in linea, dove lo stoccaggio del volume idrico avviene grazie ad opere trasversali realizzate in alveo e perciò non possono venire utilizzate per fiumi pensili, ovvero il cui alveo è sopraelevato rispetto alla pianura circostante
- laterali o in derivazione, dove l’espansione avviene su territori delimitati da argini naturali o artificiali. Il loro funzionamento è più complesso e devono essere dotate di un’opera di scarico posizionata nella parte inferiore della cassa in modo da consentire il deflusso dell’acqua che viene accumulata durante gli eventi di piena
Nei luoghi in cui non è possibile realizzare bacini di espansione per la riduzione del rischio alluvionale vengono a volte costruiti uno o più canali artificiali detti scolmatori. Le acque di piena vengono fatte in questo caso defluire più a valle nello stesso corso d’acqua o in serbatoi naturali/artificiali che continuino ad avere capacità d’invaso anche se perdurano piogge intense o nubifragi.
Fonti: https://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00003400/3494-atlante-delle-opere-di-sistemazione-fluviale.pdf/ https://db.parks.it/pdf/sitiufficiali/AAPLRdocumento-24-2.pdf
https://www.agi.it/cronaca/news/2023-05-17/emilia_romagna_allerta_meteo_cosa_sono_casse_di_espansione-21423713/
Redatto da Andrea Sturbini, Laureato in Rischio Ambientale e Protezione Civile