15-11-2015 - Salve a tutti, immancabile aggiornamento, alla luce della tendenza palesata dai modelli per la terza decade del mese. Sembra ormai molto probabile, infatti, l’avvento di una corposa saccatura artica, con un passaggio perturbato prolungato su molte regioni e neve, finalmente, nei settori alpini e appenninici a quote anche piuttosto basse.
Ancora però, sull’Italia insiste una potente area depressionaria che, sembra ormai certo, si indebolirà parecchio a metà della settimana entrante, lasciando il posto a correnti più fresche e instabili provenienti dal nord Atlantico (fig.1).
fig.1
Ed eccola, la potente saccatura artica, ormai intravista da tutti i modelli, con sostanziale congruenza evolutiva, in azione nel week-end nelle nostre regioni centrosettentrionali (fig.2).
fig.2
Nella fig.2 è ben evidente l’azione di delimitazione della colata esercitata dalle due robuste figure anticicloniche, siberiana e azzorriana (H3 e H2), che “incanalano” lo split di un cospicuo lobo del Vortice Polare verso le regioni europee e mediterranee.
Le conseguenze, per le nostre regioni, potrebbero essere molto interessanti in termini di precipitazioni e temperature presenti nel nostro territorio tra domenica e lunedì prossimi. Ecco la carta prevista per le prime ore di lunedì, con la distribuzione dei geopotenziali e delle termiche previste a 850 hPa (1400-1500 m, fig.3).
fig.3
Come si evince dalla fig.3, le nevicate potrebbero raggiungere quote basso collinari al nordest, nei fondovalle alpini, ma potrebbero interessare anche i rilievi appenniniche a quote medio-basse. Si tratta di una prima stima, cambieranno, ma per adesso c’è buona concordanza su tale evoluzione.
A seguire, nell’emissione mattutina del modello americano viene evidenziata una evoluzione classica in un contesto condizionato da una notevole forza del VP; ovvero, rafforzamento del getto polare a nord delle Alpi, chiusura alimentazione artica ma, allo stesso tempo parte finale del peggioramento con afflusso freddo secondario dal bassopiano russo (fig.4).
fig.4
La fase caratterizzata da temperature piuttosto basse nel nostro territorio potrebbe essere quindi duratura e ciò è testimoniato dall’ultima emissione degli “spaghetti”, dove praticamente tutte le singole perturbazioni finiscono sottomedia dopo il 21-22 Novembre, giorni del’arrivo della saccatura artica (fig.5).
fig.5
Da seguire con interesse quindi l’evoluzione mostrata dai modelli odierni, il tutto in un contesto che, nel lungo termine, vede sempre presente, è bene ribadirlo, la forzatura stratosferica in azione ai piani superiori. Il compattamento della struttura del VPS si sta propagando ai piani troposferici in effetti, secondo quanto evidenziato dalla carta della distribuzione del NAM alle diverse quote (correlata al cooling stratosferico, fig.6).
fig.6
Lo stesso NAM sta per raggiungere la soglia di B&D a 10 hPa (1,5) e quanto mostrato dai modelli nel lungo termine, con un VPT molto compatto, potrebbe esserne l’evidenza (fig.7)..
fig.7
Per adesso però, sembra ormai accertato l’avvento di un periodo (parentesi?) caratterizzato da un indebolimento della struttura del VPT ( Vortice Polare alle quote troposferiche), preludio per l’arrivo di uno o più impulsi artici nella terza decade di Novembre, con piogge e nevicate in molte regioni italiane. Ci sarà da seguire quanto accade con molto interesse.
Ciao ciao