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WARMING, DISPLACEMENT, SPLIT E L’AVVENTO DEL VERO INVERNO. TUTTI I PASSAGGI DELLE IMPORTANTI MANOVRE STRATOSFERICHE IN FEBBRAIO, ECCO COME POTREBBE FINIRE LA STAGIONE FREDDA

Posted on 24/01/2016 by Ilario Larosa in L'EDITORIALE
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gfsnh-10-384 (3)

24-01-2016 – Salve a tutti, aggiornamento serale, mirato alla discussione e, principalmente, alle interessanti previsioni presenti ad oggi in stratosfera. Si ribadisce come questa rubrica sia mirata alla discussione e analisi dei modelli, a prescindere dalle eventuali certezze previsionali, che in meteorologia non esistono, ma il vero appassionato della materia ha sicuramente piacere a discutere le eventuali e possibili dinamiche indicate dai modelli in ogni caso.

Ed ecco che nel lungo termine, ma con le dinamiche previste che sono ormai entrate nel medio, il warming nella media stratosfera si impossessa praticamente di tutto il settore del’Artico, si tratterebbe di un fenomeno di vaste proporzioni quindi (fig.1).

fig.1

gfsnh-10-384 (3)

 

Come si vede dalla fig. 1 la dinamica prevista nella media stratosfera vede una dislocazione globale del VPS dalla sua sede al polo (displacement, senza una frammentazione in due o più lobi distinti). In realtà però, la stessa carta a 10 hPa (30 km) vede il principio di una dinamica di tipo split, ovvero caratterizzata dalla creazione di due lobi distinti (canadese e siberiano), sotto la maestosa spinta dell’anticiclone polare nato in area aleutinica e visto avanzare inesorabilmente verso l’Artico (fig.2).

fig.2

NH_HGT_10mb_384

 

La differenza tra le due dinamiche può essere compresa tramite la fig.3, che indica l’evoluzione delle due modalità, tramite due esempi storici, relativi al Febbraio 1984 (non Dicembre!!) e al Febbraio 1979 (fig.3).

fig.3

Immagine

 

Nelle emissioni dei giorni scorsi le previsioni al lungo termine hanno sempre ipotizzato una dinamica di tipo a), displacement, ma gli ultimi aggiornamenti indicano la possibilità che l’ulteriore evoluzione del processo possa condurre a una dinamica di tipo b), split. Dalla fig.2, la previsione per i primi di Febbraio nella media stratosfera (fig.2) sembrerebbe infatti essere molto simile allo step relativo al 21-02-1979 del settore b). L’eventuale evoluzione del processo potrebbe quindi  condurre allo step indicato in data 26-02-1979, con lo split completo dei due lobi in Canada e in Siberia.

Perchè si sottolineano tali aspetti con una certa enfasi??

Da didattica meteo e dalle statistiche relative ad eventi passati, la dinamica di tipo split ha maggiori probabilità di avere effetti anche in troposfera ma, soprattutto, la creazione di un lobo siberiano, con frapposto un anticiclone polare a separarlo da quello canadese, può innescare un moto retrogrado della massa gelida stazionante nella Siberia occidentale e dirigerla verso il comparto europeo, con avvento di ondate di gelo anche molto intense.

Perchè ciò accada è necessario però che avvenga la trasmissione dello split anche ai piani troposferici verso il basso, ovvero è necessario che quanto previsto in stratosfera abbia delle conseguenze e delle analogie più in basso, nella troposfera, dove avvengono tutti i fenomeni meteorologici. Ciò non accade frequentemente e quando succede si può anche parlare, se accade in pieno inverno, di MMW (Major Midwinter Warming).

Cosa manca nelle previsioni perchè ciò si realizzi almeno in stratosfera??

Dalle carte mostrate, tutto il carico della destrutturazione del VPS grava sulla wave 1 aleutinica (si può parlare per l’esattezza di wave 1 pattern, dove una singola onda agisce a scala emisferica). Affinchè il processo di split sia completo, è necessaria una seppur minima collaborazione in Atlantico da parte della corrispondente onda (wave 2), omologa di quella azzorriana in troposfera (wave 2 pattern), al fine di realizzare la suddivisione completa nei due lobi del VPS e l’affermazione di un anticiclone polare stratosferico che tagli in due l’Artico. Al  momento la wave 1 aleutinica sembra voler compiere egregiamente il proprio lavoro, con una spinta presente in quasi tutto lo spessore stratosferico secondo le previsioni; ecco un grafico del modello europeo, che evidenzia le quote e la latitudine dove si localizza l’imperioso aumento di geopotenziali (pressione) a inizio Febbraio. Si arriva al di sotto dei 30 hPa, comprendendo anche parte della bassa stratosfera (fig.4).

fig.4

ecmwfzm_ha1_f240

 

Insomma, i movimenti previsti in stratosfera sono davvero importanti e potrebbero avere serie ripercussioni anche i troposfera, dopo un inverno dormiente. Il contributo in calore proveniente dal settore Pacifico sembra poter risvegliare il “gigante di ghiaccio” (il VPS); le prossime emissioni dei modelli potrebbero presentare davvero interessanti novità.

Ciao ciao

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