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  • VPS, VPT, NAM, COOLING, CONDIZIONAMENTO STRATOSFERICO E I DESTINI DEL VORTICE POLARE. IL TEMPO CHE SARA’ A DICEMBRE, TUTTO QUELLO CHE OCCORRE SAPERE

VPS, VPT, NAM, COOLING, CONDIZIONAMENTO STRATOSFERICO E I DESTINI DEL VORTICE POLARE. IL TEMPO CHE SARA’ A DICEMBRE, TUTTO QUELLO CHE OCCORRE SAPERE

Posted on 24/11/2015 by Ilario Larosa in L'EDITORIALE
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time_pres_HGT_ANOM_OND_NH_2015 (4)

24-11-2015 – Salve a tutti, eccoci giunti a un aggiornamento pomeridiano più ampio, finalizzato e tentare di fornire un’interpretazione più ampia alle fenomenologie in atto a tutte le quote tropo stratosferiche, dove si esplicano generalmente tutte le dinamiche legate all’attività del Vortice Polare e, di conseguenza, del tempo meteorologico alle medio alte latitudini inverno nel nostro emisfero.

Iniziamo con i piani superiori, alle quote stratosferiche.

Abbiamo ormai visto, da giorni, come in stratosfera il Vortice Polare si stia sempre più raffreddando e, di conseguenza, compattando, risultando sostanzialmente privo di ondulazioni di sorta. Tale aspetto può essere riassunto, come già evidenziato in altre occasioni (ved. editoriale), tramite tre grafici rappresentativi dell’andamento delle anomalie di temperatura, pressione e velocità zonali alle latitudini polari nel tempo (oltre il circolo polare artico, 66-90° C di latitudine).

Il primo grafico è quello delle temperature (fig.1).

fig.1

time_pres_TEMP_ANOM_OND_NH_2015 (2)

 

Come si vede dal grafico il VPS risulta alquanto più freddo della norma (si parla di anomalie) lungo lo spessore compreso tra 2 e 50 hPa (dai limiti della stratosfera fino a 16 km circa di quota) e tale dinamica continua a propagarsi verso il basso (il tempo scorre da sinistra verso destra).

Il secondo grafico è quello delle anomalie di pressione (fig.2).

fig.2

time_pres_HGT_ANOM_OND_NH_2015 (4)

 

Di pari passo con le anomalie di temperatura, anche la pressione (geopotenziali) risulta inferiore alla norma su tutti i piani isobarici, ovvero a tutte le quote. In particolare, una certa dinamicità in sede troposferica (area arancione-rossa), è stata riassorbita e il vortice Polare Troposferico si comporta attualmente come i piani superiori stratosferici, ovvero tende a raffreddarsi e ad approfondirsi (l’area fredda è più pesante e la pressione diminuisce più rapidamente sulla verticale di uno strato freddo).

Il terzo grafico è quello delle velocità zonali (fig.3).

fig.3

time_pres_UGRD_ANOM_OND_NH_2015 (1)

Le velocità zonali rappresentano l’intensità delle correnti dirette da ovest verso est e vengono misurate tra i 50 e gli 80° C di latitudine, ovvero dove è maggiore il gradiente barico (e termico) tra le regioni polari e le medie latitudini. Al confine tra troposfera e stratosfera tale settore corrisponde all’area dove più frequentemente transita la corrente a getto. Un aumento della velocità del jet stream in genere, corrisponde anche a un aumento di latitudine della stessa. Più in generale, significa che il VPS-VPT si compatta e gira più veloce (conservazione del momento angolare).

Quale indice è ampiamente rappresentativo e può riassumere agevolmente le dinamiche descritte?? Ovviamente il NAM (North Annular Mode). Il NAM rappresenta infatti il rapporto tra le la anomalie di pressione rilevate alle latitudini polari e quelle tropicali, a tutte le quote (alla quota geopotenziale di 1000 hPa equivale alla AO). Quando il VPS-VPT si rafforza il NAM è positivo. In tal senso, il grafico temporale del NAM somiglia molto a quello delle anomalie di pressione (fig.2), in quanto è semplicemente un indice che riassume come un numero il comportamento graficato in fig.2.

fig.4

downward_propagation_last_year_NAM (2)

Anche da questo grafico si vede bene come il VP si stia approfondendo nelle regioni polari a tutte le quote stratosferiche e come tale approfondimento si stia propagando verso il basso. La conseguenza più immediata di tale comportamento, alla quota rappresentativa di 10 hPa (30 km), è il raggiungimento della soglia di +1,5, oltre la quale, secondo Baldwin & Dunkerton (M. P. Baldwin and T. J. Dunkerton, “Propagation of the Arctic Oscillation from the stratosphere to the troposphere,” J. geophys. res., vol. 104, p. 30,930–937,946, 1999), tutta la struttura del VP, anche alle quote troposferiche, tenderebbe a chiudersi e rafforzarsi nei successivi 45-60 giorni (condizionamento stratosferico).

Qual’è il motivo dell’attuarsi di tali dinamiche?? La ragione in realtà è abbastanza intuitiva: trasmissione di energia cinetica ai piani inferiori per attrito. Per capire tale frase risulta valido l’esempio della pila di dischi sovrapposti su un sostegno. Se si fa girare molto velocemente quelli superiori, quelli inferiori dovranno per forza assecondare il moto, accelerando la loro rotazione. Il “molto velocemente”, nel nostro caso equivale alla soglia di 1,5.

Sono già presenti evidenze di tale influenza (condizionamento) ai piani troposferici??

In effetti si, gli ultimi aggiornamenti mostrano infatti un VPT sempre più compatto e l’AO, in tal senso, è tornata a salire (fig.5).

fig.5

ao.sprd2

 

 

Ecco quindi un esempio di VPT non troppo compatto ma privo di qualsiasi ondulazione di grande rilievo, nella previsione del modello americano (fig.6).

fig.6

gfsnh-0-384 (8)

Sono possibili irruzioni fredde in area mediterranea in presenza di un assetto del VPT conseguente al superamento della soglia NAM??

In effetti si, ma in genere sono marginali e passeggere. Tuttavia, regioni come il basso Adriatico possono essere interessate ripetutamente da irruzioni fredde continentali, al margine della struttura compatta del VPT, eccone un classico esempio a fine mese (fig.7).

fig.7

 

gfsnh-0-156

 

Deve necessariamente durare 45-60 giorni il condizionamento stratosferico??

Questo no, in caso di una troposfera molto reattiva, il processo può terminare prima anche se è più facile che non inizi affatto, piuttosto che una volta attivato e dotato quindi di notevole inerzia possa fermarsi anzitempo.

In sostanza, non ci sono certezze che la “fabbrica delle perturbazioni” alle medie latitudini si sia bloccata, ancora il processo è stato appena innescato e potrebbe essere ancora fermato; in caso contrario, nel presente editoriale sono state spiegate, si spera chiaramente, quelle che dovrebbero essere le dinamiche alla base dell’attuale comportamento del VP e, probabilmente anche di quello dell’immediato futuro. Occorre aggiungere che, in ambito teleconnettivo, la presenza del NINO strong potrebbe opporsi parzialmente alle quote troposferiche alla forzanti stratosferiche, ma sarà una dura lotta di cui vedremo gli esiti prossimamente.

Ciao ciao

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2 comments on “VPS, VPT, NAM, COOLING, CONDIZIONAMENTO STRATOSFERICO E I DESTINI DEL VORTICE POLARE. IL TEMPO CHE SARA’ A DICEMBRE, TUTTO QUELLO CHE OCCORRE SAPERE”

  1. Luca says:
    16/12/2015 at 17:45

    Ciao Meteogeo.
    Volevo chiedere dove posso trovare le carte in fig 1, 2 e 3.
    Grazie.

    Reply
    • Ilario Larosa says:
      19/12/2015 at 20:01

      Ciao la pagina è nel sito cpc NOAA

      http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/stratosphere/strat-trop/

      dopo la inserirò nel sito

      Reply

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