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TUTTE LE EMISSIONI MODELLI, GLI INDICI E LE TELECONNESSIONI CONTINUANO A INDICARE L’ARRIVO DEL VERO INVERNO, ECCO PERCHE’

Posted on 29/12/2015 by meteogeo in L'EDITORIALE, L'EDITORIALE
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gfsnh-0-336 (3)

29-12-2015 - Salve a tutti, rapido aggiornamento serale, alla luce di un certo scoramento tra i meteo appassionati in merito alle vicende del presente inverno.In effetti, quello che stiamo vivendo può essere, a ben diritto, considerato un periodo eccezionalmente lungo di stasi anticiclonica e con temperature sopramedia nel complesso, è innegabile. Per chi ha la pazienza di guardare con calma le carte però, i segnali di un cambio di marcia della stagione in corso è del probabile arrivo di un inverno nel senso più appropriato del termine sono inequivocabili…………..

Ecco i quattro passaggi fondamentali:

1) Nel medio termine (4-5 Gennaio) confermato un peggioramento di stampo Atlantico nel Mediterraneo, con piogge diffuse al centronord e nevicate sulle Alpi a quote variabili tra 500 m e 800 m (ci saranno anche contributi freddi dal cantro Europa al nord (fig.1).

fig.1

ECH1-168 (2)

 

2) Nel lungo termine, la seguente proiezione del modello americano, che evidenzia la presenza di nu anticiclone in area mediterranea, in realtà mostra anche un VP praticamente destruttururato, con le tre waves emisferiche (H1 aleutinica,H2 azzorriana e H3 uralica) in azione contemporaneamente. Il punto saliente della previsione è questo, a giudizio dello scrivente, ovvero la fine della struttura compatta del VP, andare a localizzare le singole fasi meteorologiche nei vari settori dell’emisfero è sbagliato (vale anche in senso opposto ovviamente).

fig.2

gfsnh-0-336 (3)

 

3) Affrontando un discorso più generale, l’AO è vista davvero a picco nella previsione ensemble; vuol dire che tutte le diverse “perturbazioni” del modello vedono, nella pratica, la fine della struttura del VP così come l’abbiamo vista finora, non è poco (fig.3).

fig.3

 

ao.sprd2 (3)

 

 

4) In merito alla localizzazione delle diverse ondulazioni nelle prossime settimane, un aiuto può essere fornito dalla previsione del parametro MJO (Madden Julian Oscillation), che continua a puntare in fase 7 con notevole magnitudo. Tutto ciò, tradotto, significa probabile formazione di robuste aree di blocco tra nordatlantico e scandinavia e, quindi,possibili discese fredde nel Mediterraneo (fig.4).

fig.4

ensplume_full (3)

 

 

Si tratta di ipotesi ovviamente, non di certezze, ma supportate da ragionamenti  basati sull’analisi del materiale a disposizione.

 

Ciao ciao

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