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  • TRENO PERTURBATO ATLANTICO IN TRANSITO CON FORTE PEGGIORAMENTO PER L’EPIFANIA, COME POTREBBE PROSEGUIRE LA STAGIONE INVERNALE, LE IPOTESI PIU’ FREDDE

TRENO PERTURBATO ATLANTICO IN TRANSITO CON FORTE PEGGIORAMENTO PER L’EPIFANIA, COME POTREBBE PROSEGUIRE LA STAGIONE INVERNALE, LE IPOTESI PIU’ FREDDE

Posted on 01/01/2018 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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ecmwf_T850a_eu_8

01-01-2018 - Salve a tutti e buon anno. Primo editoriale dell’anno che cerca di fare il punto su quanto sta accadendo nella stagione invernale, sebbene l’evoluzione in atto sia abbastanza chiara e, a ben guardare, non sia particolarmente sfavorevole ma, piuttosto, identifichi un periodo alquanto dinamico dal punto di vista meteorologico.

Prima perturbazione dell’anno in transito nelle nostre regioni; dopo aver generato rovesci diffusi nel versante tirrenico e ligure si sta ora attardando nelle regioni adriatiche (fg.1)

fig.1

MET10_RGBNatColour_WesternEurope_20180101140000

 

La fig.1 contiene tutti gli elementi diagnostici per stabilire che tempo farà nei prossimi giorni. Risulta ben visibile la perturbazione n.1 menzionata in precedenza, ora nella nostra penisola; tale perturbazione è seguita, a breve distanza, da un secondo impulso perturbato (n.2), che seguirà appunto fedelmente la strada tracciata dalla prima, tanto da risultare già attiva nella nostra penisola in nottata, con nuovi rovesci diffusi nel versante tirrenico, non intensi ma in grado di rendere anche la giornata del 2 Gennaio poco soleggiata e instabile.

A partire dal 3 Gennaio però, una pausa più soleggiata e mite dovrebbe interessare le nostre regioni per un paio di giorni, con la perturbazione n.3, riportata in fig.1, che non dovrebbe sortire particolari effetti nel Mediterraneo e transitare oltralpe, nell’ambito di una variabilità perturbata atlantica che sta caratterizzando buona parte delle festività natalizie.

Ma sarà una quarta perturbazione, ancora non formata, che sarà capace di generare un peggioramento di maggior portata su buona parte delle regioni italiane tra il giorno 5 e 6, all’Epifania. A tale perturbazione sarà associata infatti, un’ondulazione del getto polare di maggiore ampiezza, capace quindi di rendere il peggioramento più duraturo e intenso, in luogo del veloce flusso perturbato a direttrice nord occidentale ora presente (fig.2)

fig.2

ECMOPEU00_120_1 Come si vede dalla fig.2, alla perturbazione in arrivo il giorno 5 sarà associato un nocciolo freddo in quota a contributo artico che prolungherà la fase di maltempo in arrivo e che, proprio il giorno dell’Epifania, potrebbe generare nevicate a quote basse nelle regioni nord occidentali.

L’evoluzione descritta sembra poter caratterizzare anche il seguito della prima decade, con un nuovo affondo perturbato in arrivo tra i giorni 10 e 11, legato alle medesime dinamiche descritte in fig.2..

fig.3

ECMOPEU00_240_1

 

Insomma, ancora variabilità perturbata ma questa volta con peggioramenti di intensità maggiore e più persistenti nel Mediterraneo.

Come mai però non riesce ad arrivare nelle nostre regioni un afflusso freddopiù deciso nel periodo esaminato??

Una delle ragioni principali della carenza, negli ultimi anni, di ondulazioni di grande respiro del getto polare sull’Europa, con eventuali formazioni di blocchi altopressori alle alte latitudini, può essere sicuramente ricondotta alla peculiare collocazione della spinta dell’anticiclone aleutinico in troposfera, perfettamente ripresa anche alle quote statosferiche (fig.4).

fig.4

ECH1-240 (1)

Se si osserva con attenzione a fig.4 si possono osservare i seguenti aspetti:

1) L’anticiclone delle aleutine (W1, wave 1) si allunga verso nord, in Artico, con asse centrato quasi perfettamente dalla west coast pacifica americana

2) tale dinamica, in primo luogo, genera massicce colate gelide nelle grandi pianure americane, in trasferimento lungo la east coast atlantica

3) Come si vede, sempre in fig.4, il lobo canadese (LC) del Vortice Polare “incalzato” dalla elevazione aleutinica (W1), non può far altro che continuare la sua corsa verso l’Atlantico, impedendo una elevazione di uguale portata dell’anticiclone delle Azzorre (W2)
4) Se l’anticiclone delle Azzorre non spinge verso nord con decisione, nel Mediterraneo possono arrivare solo impulsi perturbati transitori in un regime piuttosto mite per il periodo, senza grandi peggioramenti a carattere freddo.
Ci sono vie d’uscita a tale evoluzione??
Un cambio di assetti nella spinta aleutinica, sostanzialmente legato all’arrivo di una fase negativa della PDO (pacific decadal oscillation) sarà comunque molto graduale, ma ci sono altre variabili che possono entrare in gioco; ovvero, se il VP si presenta strutturalmente debole, come in parte sta accadendo quest’anno, la spinta associata (convergente) delle due onde oceaniche (W1 e W2) può ugualmente avvenire, come in parte si evince dalla previsione del modello europeo in fig.4)
In sostanza quindi, la stagione invernale prosegue lungo i binari di una ritrovata dinamicità atmosferica, che sarà ben visibile anche nei prossimi giorni, ma il meglio potrebbe arrivare dopo, qualora un ulteriore indebolimento del VP (con rafforzamento anche dell’anticiclone ibrido siberiano) consentisse l’avanzata dell’anticiclone delle Azzore verso l’Artico.
fig.5
ecmwf_T850a_eu_8

Aggiorneremo in merito nei prossimi editoriali.

 

Ciao ciao

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