29-11-2020 – Salve a tutti, editoriale serale della Domenica, ancora più valido in questi giorni di grande interesse per gli sviluppi meteorologici del nostro comparto emisferico.
Prima di entrare nel dettaglio previsionale cerchiamo di vedere cosa stia accadendo a scala emisferica, per capire perchè l’evoluzione meteorologica Europa e mediterranea stia per cambiare abbastanza radicalmente.
Di seguito una immagine a scala emisferica della velocità e direzione delle masse d’aria a 300 hPa (9000 m); in parole povere, il tracciato della corrente a getto polare.
Ebbene, come di vede in alto nella foto, nel Pacifico (le nostre regioni sono collocate in basso) il getto sia molto forte e rettilineo (le due cose sono concatenate),. Giungendo in prossimità del continente nord americano l’interazione con i ridge montuosi delle Montagne Rocciose genera un’ondulazione forzata della struttura, al pari, per intenderci, di un treno lanciato a tutta velocità che incontri un ostacolo ed è quindi costretto da deragliare dalla direzione di flusso principale.
Come conseguenza delle dinamiche descritte parte una prima importante ondulazione lungo la costa Pacifica americana (la wave mother, la più importante, indicata con la grande freccia); a seguire, come il lancio di una frusta, si creano una serie di ondulazioni che si arrestano solo contro il blocco anticiclonico continentale russo.
Già dopo altre 36 h, le ondulazioni sono molto meglio sviluppate, la wave mother tende a intrudere in artico e le altre ondulazioni conseguenti si fanno più ampie e penetranti.
fig.2
Il peggioramento in atto a partire da mercoledì, già abbozzato in fig.1 fa parte di questa dinamica, corrispondente al cavo d’onda connesso, indicato con il n.4, generato sempre dalla prima grande ondulazione e con annesso nocciolo gelido artico.
fig.3
Entrando nei dettagli del peggioramento previsto per mercoledì, rispetto a quanto decritto nei precedenti editoriali, la parte più fredda e intensa del nocciolo sembra dirigersi più a ovest, interessando con le nevicate più nettamente l’Emilia, ma sconfinando verso Liguria e basso Piemonte
Ecco la neve al suolo in Emilia la sera del 2 Dicembre.
fig.3
Accumuli notevoli anche a quote pianeggianti; mancano 96 h all’evento ma già un’idea la si può avere, sarebbe neve in pianura.
Ecco gli sconfinamenti in Liguria.
fig.5
In triveneto.
fig.6
Anche l’Appennino centrale potrebbe vedere la sua razione di neve.
fig.7
A seguire, tornando alla fig.2 e alle relative ondulazioni del getto, giungerà un altro peggioramento, indicato con il n.3 in precedenza (fgi.2), questa volta molto più corposo, con una massiccia saccatura proveniente dalla Groenlandia.
fig.8
I modelli qui sono ancora non perfettamente coincidenti. La dinamica è sicuramente quella descritta, ma piccole differenze nella traiettoria possono significare neve al nord a quote basse o meno, il modello americano mostra un’evoluzione compatibile con l’arrivo di nevicate in pianura, anche quello canadese se per questo, pazzesco, ma poco affidabile.
fig.10
Sarebbe neve a Milano con questa.
A seguire, come accennato questa mattina, il Vortice Polare resta molto disturbato, lo evidenzia il lungo termine del modello americano.
fig.11
Lo evidenziano gli spaghetti, le carte ENS dello stesso modello,, ricche di freddo e pioggia.
fig.12 e 13
Versante tirrenico davvero bersagliato da questo tipo di entrate.
Abbiamo visto stamattina come il NAM non dia più segnali di sforamento della soglia di +1,5 nemmeno nel lungo termine.
fig.14
Insomma, per chi ha avuto la pazienza di leggere questo lungo editoriale, ecco spiegate le motivazioni per cui il trend finora evidenziato potrebbe subire una radicale modifica e le nostre regioni vedere un’abbondante dose di piogge e nevicate anche a quote basse.
Ciao ciao