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TEMPO IN PROGRESSIVA INSTABILIZZAZIONE NEL MEDITERRANEO, ANCHE NEL TIRRENO E NORD, QUOTA NEVE IN PROGRESSIVO ABBASSAMENTO FINO ALL’ARRIVO DELL’INVERNO CRUDO A FINE MESE

Posted on 13/01/2019 by meteogeo in Analisi lungo termine
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gfs_T850a_eu_34

12-01-2019 - Salve a tutti, stagionale invernale che entra nel vivo, per alcune regioni lo ha già fatto (Adriatiche e meridione), per altre si sta ancora in attesa.

La situazione attuale fotografa esattamente quanto descritto, in quanto un intenso flusso nordoccidentale è presente attualmente sull’Italia, protetta in tal modo perfettamente dalla barriera alpina per tutto il nord, mentre sui versanti esteri la neve è quasi da sepoltura (oltre 4 m in Austria e Svizzera in quota).

fig.1

MET10_RGBNatColour_WesternEurope_20190113120000

 

La configurazione attuale evolverà molto lentamente verso una graduale occidentalizzazione del flusso perturbato, per mezzo di successive ondulazioni del getto e di un graduale distacco di nuclei perturbati dal Labrador diretti verso il Mediterraneo.

fig.2

ECMOPEU12_120_1 (1)

 

La fig.2 si riferisce al 18 Gennaio e vede il costante afflusso di nuclei perturbati dal nordatlantico nel Mediterraneo, a segnare un periodo di variabilità perturbata nelle nostre regioni.

Come specificato nei precedenti editoriali, a partire dalla terza decade tutta l’evoluzione subirà un’accelerazione, con un sostanziale indebolimento della struttura del VP e la possibilità, per senza una decisa elevazione dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico, dell’arrivo di nuclei minori del VP in distacco dalle regioni artiche verso le medie latitudini.

fig.3

ECMOPEU12_240_1

 

In tale contesto, le condizioni del tempo peggioreranno ulteriormente nel Mediterraneo, con l’arrivo di nevicate a quote medio basso al centronord.

Ancora più pesante, per lo stesso periodo la previsione del modello americano parallelo, che da giorni vede il distacco (split) di un corposo nucleo del VP dall’Artico proprio verso il Mediterraneo.

fig.4

gfsnh-0-240

 

Le carte mostrate evidenziano un’evoluzione che, seppur nella sua gradualità, sancisce la progressiva disgregazione del VP alle quote troposferiche (in stratosfera è già accaduto).

La fase più acuta di tale processo potrebbe però iniziare ancora dopo, con la pulsazione aleutinica in Artico, ovvero con l’arrivo del prolungamento dell’alta pressione aleutinica in Artico a definire una più pesante rottura del VP con i diversi nuclei perturbati che, sotto la spinta aleutinica, si muoverebbero verso le medie latitudini.

fig.5

gfsnh-0-384 (1)

 

Insomma, la seconda parte dell’inverno potrebbe essere davvero di quelle ricordare, ma occorre attendere gli sviluppi.

fig,6

gfs_T850a_eu_34

 

Ciao ciao

 

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