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STATO DELL’ARTE SEQUENZA SISMICA ITALIA CENTRALE: CONFRONTO CON GLI EVENTI PRECEDENTI E POSSIBILI EVOLUZIONI DEL SISMA

Posted on 01/11/2016 by meteogeo in Geologia
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panoramica

01-11-2016 - Salve a tutti, primo editoriale del mese di Novembre purtroppo in linea con gli ultimi di Ottobre, ovvero con  nuovi aggiornamenti riguardanti la sequenza sismica dell’Italia centrale. A riguardo, una nuova scossa di magnitudo Mw = 4,8 si è verificata alle ore 7:56 locali in provincia di Macerata, nei settori collocati alla periferia nordorientale della sequenza (fig.1)

fig.1

single_event_google

 

Come mai una serie così prolungata di scosse sta interessando, con magnitudo comparabili, settori differenti della stessa area e su distanze temporali di mesi?? E’ un decorso normale quello che stiamo vivendo??

Diciamo subito di SI, senza troppi indugi; sequenze sismiche distribuiti su intervalli temporali di mesi o, addirittura, anni in alcuni casi, sono contemplate in Appennino e, anzi, per il settore interessato dalle attuali scosse rappresentano quasi la norma.

A riguardo, proseguiamo subito la discussione mostrando un’immagine relativa ad alcune ricerche compiute dallo scrivente nell’area interessata dalla sequenza sismica umbro-marchigiana, posta ai confini settentrionali di quella attuale (fig.2).

fig.2

img_5373

In fig.2  è raffigurata la propagazione dei piani di rottura principali relativi alle scosse avvenute al confine umbro marchigiano nell’autunno del 1997 (da Hunstad et alii,1999).
In tale fase, la sequenza fu caratterizzata da tre scosse principali, con magnitudo compresa tra 5,5 e 6,0 nei mesi di Settembre e Ottobre 1997.
Come si vede nella parte alta dell’immagine, le prime due scosse, del 26 Settembre 1997 (avvenute a poche ore di distanza l’una dall’altra e con epicentri separati da pochi km), generarono una rottura lungo piani di faglia diametralmente opposti. La prima (Colfiorito) evidenziò una propagazione preferenziale verso sudest, la seconda (Annifo) verso nordovest, causando anche gravi danni alla Basilica di San Francesco ad Assisi.
La terza si verificò dopo una quiescenza di una ventina di giorni, in data 14 Ottobre, interessando con il piano di rottura il settore confinante con la Valnerina, proprio dove si sta esplicando l’attuale sequenza.
La serie proseguì anche nella primavera del 1998, interessando, specularmente, i settori più a nord, nell’area di Gualdo Tadino, sebbene con scosse di magnitudo inferiore, ma chiaramente avvertite.
La sequenza umbro marchigiana si colloca, con precisione quasi chirurgica ormai, ai confini attuali dell’area interessata dalle scosse degli ultimi giorni.
Ci sono similitudini con quanto sta accadendo attualmente più a sud, tra Norcia e Amatrice, nell’Appennino centrale??
Parecchie in effetti, ecco una breve analisi.
La sequenza attuale è stata caratterizzata sostanzialmente da 5 scosse principali di magnitudo prossima o superiore a 5,5:
24-08-2016, 1:56 — Mw 6,0 ACCUMOLI
24-08-2016, 2.33 — Mw 5,4 NORCIA, settore meridionale
26-10-2016, 19:10 — Mw 5,4 USSITA
26-10-2016, 21:18 — Mw 5,9 VISSO
30-10-2016, 07:40 — Mw 6,5 NORCIA, settore settentrionale
Come si vede dall’elenco appena mostrato, anche in questo caso le prime due scosse si sono verificate a brevissima distanza temporale e spaziale (pochi km).
In merito a tali scosse, dall’analisi dei movimenti registrati lungo il piano di faglia in profondità (font INGV) è possibile stabilire, anche in questo caso, analogamente a quanto visto per la sequenza umbro marchigiana, la disposizione dei singoli piani di rottura, con i due settori riconducibili ai due eventi ben riconoscibili in quanto interessati da movimenti di maggior rilievo rispetto alle aree circostanti (fig.3).
fig,3
piano-di-faglia-che-ha-generato-il-terremoto-di-amatrice1-1

Per quanto riguarda le ultime tre scosse (26-30 Ottobre), ancora i dati sono incompleti. Tuttavia, dalle prime rilevazioni, è possibile  identificare bene ugualmente quali settori si siano mobilizzati durante le singole scosse, ecco infatti i rilevamenti che identificano gli abbassamenti sul terreno aggiornati i seguito alle due scosse del 26 Ottobre.

fig.4

14639653_10209201371503186_3467202427600223693_n-1

 

Dalla fig.4, come si vede, si identifica bene anche l’area interessata dalla successiva scossa del 30 Ottobre (in verde tra i due settori in rosso).

Pertanto, collegando tutti gli elementi del “puzzle”, una prima ricostruzione amatoriale, molto rozza, della distribuzione dei diversi piani di rottura allineati della sequenza può essere così concepita (fig.5).

fig.5

panoramica

L’area dei singoli rettangoli non è necessariamente proporzionale alle singole rotture, ma ne rappresenta una buona approssimazione, analogamente a quanto riportato in fig.2. Ecco quindi, evidenziata in tutta la sua complessità e articolazione la nuova, lunga sequenza sismica di questi mesi che, più a nord, va ormai a ricongiungersi quasi perfettamente (con una traslazione verso est) con la vecchia sequenza umbro marchigiana (fig.6)

confronto

Tutto finito quindi?? Siamo tranquilli??

Ovviamente NO, in questo campo non ci sono mai certezze, non è dato conoscere se le scosse abbiano esaurito il loro potenziale o meno nell’area, come l’evento di questa mattina, più a nord nel maceratese (Mw 4,8) dimostra, sebbene al momento un nuovo evento di magnitudo elevata (>5,5) non appaia probabile nella medesima area.

Ci sono altri settori dove l’attuale sequenza può propagarsi??

Sempre con l’assoluta coscienza che si valutano solo ipotesi non comprovate, iniziano a circolare articoli che provano ad analizzare quanto può accadere nel settore a sud della sequenza, lungo l’allineamento dei monti della Laga fino al bordo della piana de L’Aquila (fig.7, area con il punto interrogativo).

fig.7

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In tal senso, anche dall’estero è presente un interessamento a quanto sta accadendo nelle nostre regioni, con pubblicazioni che iniziano a ipotizzare un attenzione particolare ai settori meridionali dell’area terremotata.

Ecco un’immagine tratta da una recente pubblicazione di un gruppo di ricerca privato statunitense adesempio, che pone l’attenzione su quanto potrebbe accadere nell’area a sud di Amatrice, lungo l’allineamento alla base dei monti della Laga (fig.8, fonte Templor).

fig.8

italy-earthquakes-map-5-1024x485-1

A prescindere dalla validità delle ipotesi proposte, è stato più volte ripetuto in questa sede come la previsione esatta di un evento sismico sia assolutamente impossibile.

Tuttavia, come analizzato in precedenti editoriali, l’assetto sismotettonico responsabile della genesi dell’attuali scosse, è comune a molti settori interni dell’Appennino, compresi quelli limitrofi dell’attuale sequenza; a tal riguardo, il settore menzionato (a sud di Amatrice) si colloca all’interno di altre sequenze sismiche storicamente documentate, prima tra tutte quella del 1703, in cui proprio l’area compresa tra Amatrice e L’Aquila fu colpita molto duramente da almeno due scosse di magnitudo momento Mw > 6,5 (valori ricostruiti; fonte Catalogo Parametrico dei terremoti Italiani).

In tale occasione, la sequenza iniziò nell’area del Monte Vettore ma successivamente, nell’arco di alcuni mesi, si trasferì più a sud appunto, giungendo fino alla piana de L’Aquila, con effetti purtroppo disastrosi a quel tempo.

In ogni caso, anche con una documentazione storica così dettagliata, la previsione della singola scossa di terremoto non può essere mai condotta con sufficiente sicurezza, è un dato di fatto acclarato. Quello che si può fare è fornire il massimo aiuto alle popolazioni colpite e seguire un attento monitoraggio dell’attività sismica presente nei diversi settori investigati, in particolare quelli non ancora interessati dallo sciame sismico ma comunque collocati nelle vicinanze. Oltre non si può andare al momento.

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3 comments on “STATO DELL’ARTE SEQUENZA SISMICA ITALIA CENTRALE: CONFRONTO CON GLI EVENTI PRECEDENTI E POSSIBILI EVOLUZIONI DEL SISMA”

  1. Eleonora says:
    01/11/2016 at 21:54

    Grazie per l’articolo, molto interessante.
    Forse nella Figura. 5 compare la data 24 ottobre invece di 26?
    Un caro saluto
    Eleonora

    Reply
  2. mauro perotti says:
    02/11/2016 at 19:38

    Buonasera
    Vorrei sapere cosa origina il terremoto di questi giorni di tipo distensivo, quello in cui si genera una faglia
    Non era che le due placche europea ed africana venivano a collisione?
    Ho sentito anche che una placca sta scorrendo sotto l’altra, ma allora il terreno non doveva alzarsi?
    invece succede il contrario.
    sento parlare tanto ma tutti vagamente mai una persona che spieghi bene con esempi.
    Grazie

    Reply
    • meteogeo says:
      04/11/2016 at 12:39

      Ciao, ho spiegato tutto nel successivo editoriale che trovi in home page o nella sezione geologia, proprio perchè molti avevano questa curiosità

      Reply

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