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SEMPRE PIU’ INTENSA E AMPIA L’ONDATA DI GELO, CON EVENTUALI SCONFINAMENTI, MA LA NOVITA’ DEI MODELLI E’ IL POSSIBILE ARRIVO DELLA NEVE AL CENTRONORD A META’ MESE, ANCHE A QUOTE PIANEGGIANTI, I DETTAGLI

Posted on 04/01/2017 by meteogeo in Analisi lungo termine
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04-01-2017 - Salve a tutti, nuovo aggiornamento serale in queste giornate convulse dal punto di vista previsionale.

Davvero eclatanti gli ultimi aggiornamenti del modello americano, che andremo tra poco a commentare, la neve dal sud si sposterebbe al centronord per metà mese.

Nel frattempo però, un brevissimo cenno a quanto sta accadendo nel comparto europeo (per i dettagli vedere editoriale del mattino). Dall’animazione satellitare si evince come l’impulso perturbato di origine artica avanzi a grandi passi verso sud, iniziando a sfilare attorno alla barriera alpina (fig.1)………………..

fig.1

animation-satellite-ir-france

Sarà proprio l’aggiramento alpino a consentire alle gelide correnti al suolo di giungere da nordest in Adriatico, dando il via alle nevicate anche sulla costa già dal pomeriggio di domani. A tal proposito, gli ultimi aggiornamenti continuano ad ampliare, seppur leggermente, l’area d’influenza delle precipitazioni, in particolare nella giornata di giovedì e la durata della bordata fredda, ormai fino a Domenica e, chissà, qualche sorpresa, o meglio qualche fiocco, nel pomeriggio-sera di domani, giovedì, potrebbe comparire anche nel versante tirrenico, come riportato dal  modello americano (fig.2).

fig.2

24-574it-1

Degli sconfinamenti tirrenici torneremo a parlare in serata (editoriale da non perdere); nel frattempo veniamo a descrivere quanto presentato nel medio lungo termine dal modello americano, abbastanza congruente con quanto previsto da quello europeo.

Iniziamo dalla durata della presente ondata gelida in arrivo; sembra ormai acclarato che il nocciolo gelido possa subire un distacco (cut off) dalla colata principale e andare a insistere nelle nostre regioni più orientali fino a tutta la giornata di Domenica (fig.3).

fig.3

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In tal modo, regioni come la Puglia, Basilicata e Calabria, specialmente ionica, sperimenterebbero 3-4 giorni di nevicate e gelo continuato, una situazione non proprio idilliaca.

Proseguendo nell’analisi, in buona sostanza nei giorni successivi resterà aperto un canale perturbato dal mare del nord, diretto inizialmente verso i Balcani e le nostre regioni Adriatiche, ancora soggette a temperature rigide e occasionali nevicate (fig.4).

fig.4

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La fig.4 risulta molto importante nell’analisi perchè contiene alcuni elementi molto significativi per l’evoluzione del tempo nella parte centrale di Gennaio e, in sostanza, per l’evoluzione dell’inverno in corso:

  1. L’attività d’onda aleutinica e azzorriana resta sempre viva, in particolare la prima, incidendo il VP senza però entrare con decisione in Artico.
  2. Nel comparto russo-siberiano si rafforza sempre di più la struttura anticiclonica ibrida, particolarmente vasta al suolo, con valori diffusi >1025 hPa su tutta l’area russo siberiana
  3. Il flusso atlantico, in virtù della presenza delle potenti strutture di blocco descritte nei punti 1 e 2, è costretto a”infilarsi” letteralmente nello spazio libero dalla Manica, Europa centrale e, quindi Mediterraneo.

Tutti gli aspetti menzionati diventano ancora più evidenti nel prosieguo della emissione del modello americano, in cui sia la wave 2 (Azzorre), sia il blocco euroasiatico, si rafforzano ulteriormente, generando una massicci saccatura, o meglio un vero e proprio split di un lobo del Vortice polare nel Mediterraneo dopo metà mese (fig.5).

fig.5

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Ne deriva la nascita di un blocco a omega rovesciata da manuale, con arrivo nel Mediterraneo di nuclei depressionari a ripetizione a genesi di nevicate a quote sempre più basse, fino alla pianura, sia al nord, sia al centro, intorno metà mese (fig.6).

fig.6

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Il Mediterraneo sarebbe quindi terra di conquista per le depressioni artiche e la neve non sarebbe un’utopia, stante tali previsioni, non solo nelle pianure del nord quindi, ma anche in quelle del centro, se dovesse andare come ipotizzato dal modello americano (fig.7).

fig.7

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L’aspetto interessante della evoluzione descritta è che rispetta perfettamente alcune premesse ipotizzate durante la stagione invernale e contenute in un editoriale (ma anche in altri) a cui si rimanda per approfondimenti. Vedremo se tali premesse saranno rispettate, intanto prepariamoci all’arrivo dell’ondata di gelo.

Ciao ciao………………………

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