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  • QUALCHE GIORNO DI BEL TEMPO MA DOPO L’IMMACOLATA IL FREDDO E LA NEVE POTREBBERO FARE LA LORO COMPARSA A QUOTE MOLTO BASSE IN MOLTE REGIONI ITALIANE, I PRIMI DETTAGLI

QUALCHE GIORNO DI BEL TEMPO MA DOPO L’IMMACOLATA IL FREDDO E LA NEVE POTREBBERO FARE LA LORO COMPARSA A QUOTE MOLTO BASSE IN MOLTE REGIONI ITALIANE, I PRIMI DETTAGLI

Posted on 02/12/2018 by meteogeo in Analisi lungo termine
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gfs_T850a_eu_40

02-12-2018 - Salve a tutti, primo editoriale invernale, nel senso che siamo ormai entrati nell’inverno meteorologico; in tal senso gli argomenti di conversazione non mancano, in quanto si va definendo una linea di tendenza che potrebbe condurre a una fase prettamente invernale su buona parte dell’Europa e su molte regioni italiane.

Andiamo per gradi però; allo stato attuale, le temperature nel Mediterraneo centrale e in particolare nelle regioni italiane non sono particolarmente fredde e, anzi, nei prossimi giorni dovrebbero ulteriormente aumentare, conducendo a una prima fase molto mite, in particolare neLle regioni costiere della penisola, con strascichi quasi primaverili.

fig.1

MET10_RGBNatColour_WesternEurope_20181202120000

Dalla fig.1 si vede bene come, al momento, nel comparto europeo occidentale, prevalga una distribuzione prettamente zonale delle correnti, con un flusso atlantico teso oltralpe e una conseguente classica distensione della fascia anticiclonica subtropicale (Azzorre) verso il Mediterraneo.

Nei prossimi giorni tale tendenza andrà a esasperarsi, con una robusta cellula altopressoria centrata nel Mediterraneo appunto. 

Ma non durerà molto; già a partire dal periodo dell’Immacolata infatti, il flusso zonale tenderà a subire un’ondulazione sempre più marcata, con la corrente a getto polare, che delimita i settori di emisfero occupati da aria fredda polare appunto e aria calda subtropicale, che riuscirà a entrare nel Mediterraneo già nella giornata di venerdì 8 (Immacolata).

fig.2

GFSOPEU12_144_21

 

Questo primo passaggio perturbato non porterà molte precipitazioni nei territori italiani, quanto piuttosto un notevole rinforzo dei venti e un moderato abbassamento delle temperature.

Ma sarà solo l’inizio di un fase di cambiamento; a seguire infatti, a inizio seconda decade, l’ondulazione menzionata si farà sempre più marcata e l’alta pressione azzorriana troverà strada libera in Atlantico verso nord, fino a spingersi oltre l’Islanda, nel mar di Norvegia.

fig.3

GFSOPEU12_216_1

Cosi come presentata dai modelli, in particolare quello americano, la spinta azzorriana e la conseguente discesa fredda artica lungo il suo lato orientale appaiono davvero spettacolari, con un nucleo gelido di origine artica, con valori oltre i -35 C a 5500 m (500 hPa), che si spinge fino al Mediterraneo, supportato da un secondo minimo al suolo più a est, nell’Adriatico meridionale.

Si tratterebbe di una saccatura artico-continentale di tutto rispetto con valori alle quote inferiori (1500 ca, 850 hPa) previsti fino a -10 C al centronord. 

fig.4

GFSOPEU06_252_2

 

Il connubio tra irruzione del nucleo gelido più a ovest e aria fredda nei bassi strati richiamata dal minimo in Adriatico potrebbe essere in grado di generare nevicate e quote molto basse o localmente in pianura in molte regioni del centro e parte del sud a inizio seconda decade del mese.

Si tratta ovviamente di linee di tendenza ancora da confermare, ma che hanno una loro valenza, risultando proposte da giorni ormai.

Provando a individuare la stessa evoluzione a scala emisferica, si vede bene come l’intenso raffreddamento del settore russo siberiano abbia già posto le basi per la formazione di un robusto e vasto anticiclone termico.

fig.5

gfsnh-0-192

 

Il tutto grazie a una distribuzione del freddo molto omogenea a est del’Europa, senza punte eccezionali (si sfiorano comunque i -50 C in alcune località) ma con un’ampia superficie al gelo nel continente asiatico.

fig.6

temperature_asie

 

In tal senso l’innevamento appare molto buono proprio a est dell’Italia, in anomalia positiva e tutto lascia sperare che la linea di tendenza in affermazione, con l’anticiclone delle Azzorre che si spinge verso nord in Atlantico, possa diventare un motivo ricorrente della fase meteorologica in atto, coadiuvata nella sua affermazione proprio dal disturbo generato alla circolazione del VP dalla presenza di un’ampia struttura anticiclonica nel continente asiatico.

fig.7

rutgers_daily_dep (5)

 

Insomma, il senso delle argomentazioni finora descritte è che l’evoluzione mostrata in precedenza nelle fig.3 e 4 possa non essere solo una linea di tendenza lontana e poco probabile, quanto un trend che potrebbe caratterizzare almeno parte dell’inverno in corso, ma occorrerà valutare gli aggiornamenti nei prossimi giorni.

fig.8

gfs_T850a_eu_40

 

Ciao ciao

 

 

 

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