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  • PRIMO AFFLUSSO FREDDO GIA’ IN ATTO: DA GIOVEDI’ FREDDO, TEMPORALI E NEVE SU ALPI E PARTE APPENNINI. TRE NUCLEI ARTICI IN SEQUENZA FINO AL TERMINE PRIMA DECADE

PRIMO AFFLUSSO FREDDO GIA’ IN ATTO: DA GIOVEDI’ FREDDO, TEMPORALI E NEVE SU ALPI E PARTE APPENNINI. TRE NUCLEI ARTICI IN SEQUENZA FINO AL TERMINE PRIMA DECADE

Posted on 03/10/2016 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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03-10-2016 - Salve a tutti, eccoci giunti a commentare evoluzioni pienamente autunnali nella penisola italiana e, anzi, per la verità, se dovessimo basarci unicamente sulle configurazioni previste nel continente europeo, non considerando i valori di temperatura, si tratterebbe di autentici assetti barici invernali, da inverno crudo.

Nel commentare l’evoluzione odierna, occorre sottolineare come tutto ciò che finora è stato discusso sulla carta stia iniziando a verificarsi; un primo impulso temporalesco infatti, ieri collocato sui Paesi Bassi, è scivolato rapidamente verso sudest, diretto verso i Balcani, andando a interessare il nordest italiano con un’intensa linea temporalesca (squall line) in rapido transito questa mattina in alto Adriatico (fig.1).

fig.1

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Le fenomenologie in atto non sono altro che le prime avvisaglie dell’afflusso artico in arrivo nei prossimi giorni nell’Europa centro orientale, compresa la penisola italiana. In realtà, l’origine delle masse d’aria in transito in Adriatico non è artica, ma gli impulsi perturbati visibili in fig.1 hanno iniziato il loro moto meridiano verso sud grazie alla spinta del possente blocco scandinavo in formazione (fig.2).

fig.2

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Come discusso più volte in questi giorni, il nucleo artico più intenso al momento si trova in effetti molto più a nord, tra Finlandia e mare di Barents e, proprio in queste ore, sta iniziando la sua rapida discesa verso le medie latitudini (sigla B2 in fig.3).

fig.3

recm241-1

 

 

Sarà proprio l’iniezione di vorticità e freddo derivante dall’arrivo del nucleo B2 a determinare un vero e proprio crollo termico nell’Europa centrale  e orientale a partire dalla giornata di mercoledì (fig.4).

fig.4

recm961-1

 

Come interagirà l’aria fredda in arrivo con le regioni mediterranee, quali fenomenologie saranno possibili??

A tal proposito, risulta molto utile un’attenta visione della fig.4 inserita sopra. Come si vede dalla figura, il nocciolo più intenso (settore verde) non raggiunge il Mediterraneo, ma l’instabilità atmosferica, a partire da giovedì, sarà presente e anche in maniera accentuata. E’ ben visibile infatti, sulla Francia, una seconda depressione, di stampo atlantico, che dovrebbe riuscire ad alimentare il nucleo artico più ampio, fornendo un contributo umido al flusso freddo in arrivo a nord delle Alpi. Gli effetti di tale scontro tra masse d’aria così diverse per temperatura e umidità, potrebbero essere davvero vistosi, ecco le prime proiezioni del modello YOYUMETEO la centrosud, con temporali diffusi anche intensi in arrivo da ovest (fig.5).

fig.5

hrrr-25

 

Quanto potrebbe durare la fase di maltempo di stampo artico??

In base alle ultime proiezioni, non sembra che il flusso atlantico abbia la forza di aprirsi una strada i maniera definitiva nel Mediterraneo che, pertanto, potrebbe essere ancora l’obiettivo di masse d’aria sempre più fredde di tipo continentale artico per tutta la prima decade. In tal senso, il modello europeo stamattina propone davvero un’evoluzione che potremmo definire a un passo dall’evento (fig.6).

fig.6

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Dalla fig.6 si evince infatti, come la porta atlantica venga richiusa da un nuovo rafforzamento del blocco in prossimità del Regno Unito e, allo stesso tempo, come un terzo e particolarmente intenso impulso gelido (B3, stavolta si,proprio gelido) sia pronto a prendere la strada già intrapresa dal precedente andando ad alimentare la depressione nell’est europeo e l’instabilità nel Mediterraneo a fine prima decade (fig.7).

fig.7

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La fig.7 rappresenta un’evoluzione davvero a un passo dall’evento, nel senso che l’afflusso freddo in arrivo intorno il 10 Ottobre potrebbe portare le temperature ben al di sotto dello zero nel bassopiano russo ucraino al termine della prima decade, sconfinando ampiamente fino alle porte dell’Adriatico, con pesanti anomalie termiche negative su buona parte del continente europeo per diversi giorni (fig.8).

fig.8

 

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Se fosse avvenuta in inverno una simile evoluzione avrebbe portato una pesante ondata di gelo su tutte le pianure del centro est europeo, con valori negativi a due cifre ampiamente diffusi.

Quanto è affidabile tale previsione??

Ancora non molto, ma nemmeno tanto poco. Occorre infatti sottolineare due aspetti:

1) Il VP continua a mostrare una notevole debolezza, consentendo intrusioni anticicloniche in Artico

2) Il modello americano, meno definito su tale evoluzione, continua a mostrare però carte Ensemble interessantissime, davvero fredde nel medio termine, dove è contemplata chiaramente la terza irruzione fredda a fine prima decade (fig.9).

fig.9

gensnh-3-1-168

Temperature da urlo per il periodo in Europa e su parte delle regioni italiane (fig.10).

fig.10

gensnh-3-0-168

 

Di elaborazioni come quella mostrata in fig.9,10 ce ne sono molte negli spaghetti odierni, ecco quelli per il nordest, ampiamente sottomedia (fig.11).

fig.11

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Insomma, per gli amanti dei fenomeni atmosferici, ma soprattutto del freddo e della neve, è iniziata la festa, vediamo dove ci porterà tale evoluzione.

 

Ciao ciao

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