31-01-2021 - Salve a tutti, editoriale pomeridiano nell’ultimo giorno della Merla e in quello che, statisticamente, dovrebbe essere il periodo più freddo dell’anno. In effetti, di freddo attualmente ne è presente poco nelle nostre regioni, sebbene il maltempo continui a transitare a intermittenza nel Mediterraneo, in una delle stagioni più dinamiche dell’ultimo ventennio.
fig.1
Al momento, nel Mediterraneo centrale è presente un flusso nord occidentale che invia impulsi perturbati dalla Francia, soprattutto dalla porta di Carcassone come entrata dell’aria (relativamente) fredda atlantica.
Tale assetto dovrebbe durare altre 48 h, periodo in cui le regioni italiane saranno interessate dalla classica variabilità perturbata atlantica, con rovesci passeggeri nel Tirreno e clima mite ovunque.
Successivamente, dal 2 al 6 Febbraio, giungerà una fase con correnti meridionali su tutto il Mediterraneo centrale, associata al lento avvicinamento di una saccatura atlantica.
fig.2
Fino a tale step tutti i modelli sono d’accordo, ovvero sul fatto che i prossimi giorni, dopo una iniziale diminuzione delle temperature tra oggi e domani, vedranno il graduale affermarsi di una fase simil primaverile nel Mediterraneo centrale, sebbene transitoria.
Da qui in poi si entra nel bivio previsionale forse più importante dell’inverno; gli aggiornamenti odierni non sono accattivanti per chi spera di vedere nevicate o l’arrivo del freddo. Il VP appare molto frammentato e dinamico ma in questo settore di emisfero sembra predominare una recrudescenza del flusso atlantico mentre nel nord Europa giunge il gelo.
Come discusso in altri interventi le emissioni ufficiali odierne appaiono alquanto però più calde della media, in particolare per il nord Italia.
fig.3
Anche l’ultimo aggiornamento evidenzia tale aspetto per nord, centro e sud (Milano, Roma e Reggio Calabria).
fig.4.5.6
Il punto cruciale della discussione è il verificarsi dell’elevazione dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico e la formazione di un blocco alle correnti atlantiche, visione a oggi assente nei run ufficiali, mentre molto più marcata nei giorni scorsi.
Come si vede dai grafici riportati, in data 8-9 Febbraio continua a essere presente un bivio previsionale, dove le diverse corse dei modelli divergono completamente, ecco un esempio di una evoluzione della parte bassa del grafico.
fig.7
Carta per il 9 Febbraio a 216 h, nemmeno lontanissima.
Eccone un’altra.
fig.8
In questo caso il blocco è scandinavo.
Se andiamo a guardare poi l’emissione del parallelo del modello americano, che presto sostituirà quello ufficiale, il freddo arriva presto ed è anche intenso, con una -16 C a 850 hPa sulle Alpi.
fig.9
Insomma, la partita è questa, è ancora aperta, ma al momento è difficile da interpretare e la ragione consiste proprio nel fatto che sono in atto movimenti di grande portata a scala emisferica, in cui le diverse traiettorie dei nuclei freddi, derivanti dallo smembramento del VP, possono condurre a soluzioni diametralmente opposte a scala locale, come annunciato giorni fa a proposito del fatto che avremmo assistito a emissioni “folli” e spesso contradditorie.
Ciao ciao