16-12-2018 - Salve a tutti, nuovo aggiornamento dopo qualche giorno di pausa, ma con la pagina facebook costantemente aggiornata.
Siamo entrati in pieno nell’inverno meteorologico e qualche effetto lo si nota proprio in questi giorni, con la neve che inizia a fare la sua comparsa anche a quote basse al nord, più in alto al sud.
Un nuovo peggioramento sta caratterizzando in queste ore il tempo del centronord, l’animazione satellitare evidenzia l’entrata di una perturbazione atlantica nel Mediterraneo.
fig.1
Tale perturbazione sta già generando nevicate quote basse tra Toscana e Umbria e, nelle prossime ore, la neve potrebbe fare la sua comparsa nelle pianure emiliano-romagnole.
fig.2
La ragione della presenza di nevicate a quote così basse in corrispondenza di un peggioramento di chiaro stampo Atlantico (quindi piuttosto mite), risiede nella presenza nei, bassi strati, di aria fredda derivante a un precedente afflusso giunto nei giorni scorsi dai quadranti orientali nelle nostre regioni.
Per tale ragione, la neve tenderà a salire di quota nella giornata di domani al centro, mentre nelle pianure del nord (segnatamente Emilia Romagna) potrà ancora nevicare a quote pianeggianti in vitrù del mantenimento del cuscino freddo nel strati prossimi al suolo.
fig.3
Cosa succederà quindi dopo??
Ebbene, non molto appare nell’immediato nel comparto europeo, dove il tempo potrebbe essere sostanzialmente mite e spesso soleggiato fino a Natale, sebbene spesso con nebbie e nubi basse nelle aree pianeggianti.
In realtà l’attenzione di molti meteo appassionati in questi giorni è puntata più in alto, alle quote stratosferiche, a causa della costante previsione, nei principali modelli, di un warming alquanto “esplosivo” che potrebbe caratterizzare tutta la terza decade del mese, con conseguenze ancora tutte da valutare.
Occorre sottolineare come, nei prossimi giorni, il VP a tutte le quote andrà rafforzandosi, proprio a causa di un primo moderato warming in area canadese, secondo una dinamica definita appunto Canadian Warming (CW).
Come mai il VPS-VPT andrà rafforzandosi??
Il motivo di tale evoluzione risiede nel fatto che il warming menzionato, come sempre in questi casi, è alquanto periferico e, pertanto, decentrando leggermente il VP non farà altro che fornirgli una spinta al fianco, aumentando la sua velocità angolare e rendendolo quindi più compatto e freddo (per soddisfare la conservazione del momento angolare per i più tecnici, classico l’esempio della pattinatrice sul ghiaccio che chiude le braccia per ruotare più veloce)-
fig.4
In parole più semplici, è come se spingessimo lateralmente una trottola, facendola girare più forte; in tal modo il VP si rafforza, ma tale rafforzamento in genere è temporaneo e, in particlolare, in questa occasione sembra essere seguito da un secondo e poderoso warming in area siberiana, capace di destabilizzare in maniera molto più decisa il VPS.
fig.5
Questa volta il colpo dovrebbe essere molto più forte e il VPS viene visto, nel long range dei modelli, dislocarsi completamente dalla sua posizione nell’artico, giungendo sopra la massa continentale euroasiatica.
fig.6
Anche questa dinamica non sembra al momento però decisiva per lo smembramento del VPS e il suo definitivo indebolimento, in quanto di tipo displacmenet, con la struttura del VPS ancora in grado di restare intatta sebbene dislocata (per avere effetti significativi più in basso dovrebbe suddividersi in due lobi con dinamica di tipo split).
Tuttavia sembra che i diversi warming non siano finiti e, nella coda dei modelli, appare già pronta la partenza di un terzo in area europea.
fig.7
Cosa ci attende quindi, dovendo fare una proiezione per il mese dei Gennaio??
Ebbene, tali proiezioni sono alquanto positive per la prosecuzione dell’inverno in corso. Proviamo infatti a vedere una previsione dell’andamento dei venti zonali alla latitudine del circolo polare artico a 20 km di quota; ovvero, proviamo a vedere lo stato di salute del VPS nei prossimi 15 giorni.
fig.8
La linea rossa indica la previsione fino alla fine dell’anno e si vede come, dopo un temporaneo rafforzamento del VP (legato probabilmente alle dinamiche CW descritte), ci sia un vero e proprio crollo delle velocità zonali.
Se andiamo a valutare lo stesso grafico ma con le ENS del modello americano, ovvero tutte le possibili perturbazioni, tutte le possibili simulazioni del calcolo, esse puntano tutte decisamente verso il basso, fino alla completa inversione dei venti zonali e, in sostanza, alla possibile affermazione di un potente anticiclone polare (con l’alta pressione la circolazione di inverte e il segno del moto dei venti zonali è negativo).
fig.9
Insomma, molti segnali indicano la possibilità che, in Gennaio, il VPS e, a seguire, il VPT, possa andare incontro a una seria crisi, con possibile affermazione di un anticiclone polare stratosferico, preludio di una possibile fase di AO negativa nel nostro emisfero e, in sostanza, dell’arrivo di possibili incursioni gelide dai quadranti artici alle medie latitudini, per sperimentare un inverno vero, caratterizzato da neve e freddo anche nelle nostre regioni.
Vedremo come andrà a finire, seguiamo con attenzione.
Ciao ciao