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NEVE A BASSA QUOTA IN ARRIVO AL CENTRO E NELLA SECONDA DECADE ROVESCIAMENTO DI NUCLEI GELIDI DALL’ARTICO NEL MEDITERRANEO CON CONTRIBUTI CONTINENTALI. I MODELLI VEDONO IL GRANDE INVERNO

Posted on 03/01/2021 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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850temp_anom_20210103_06_324

03-01-2020 - Salve a tutti, inverno sempre più emozionante, con la neve che è iniziata a cadere a quote collinari anche nelle regioni centrali e con un’ondata di maltempo, soprattutto al centronord, intensa e prolungata come non se ne vedeva da anni.

Paradossalmente, proprio quest’anno che le piste da sci sono completamente innevate, nessuno può utilizzarle, ma le cose stanno così e pazienza.

Ma il tempo non si ferma, in senso letterale e, ancora nel pomeriggio, altre nevicate a quote sempre più basse interesseranno le regioni centrali, questa volta raggiunte in pieno dal nucleo più freddo della saccatura, con valori <-30 C a 500 hPa (oltre 5000 m) e -1, -2 C a 850 hPa.

18-7IT

 

Se ai valori menzionati aggiungiamo le precipitazioni previste anche abbastanza intense in alcune aree, ecco il connubio ideale per avere nevicate a quote collinari al centro, in particolare nel Lazio, generalmente non raggiunto da nevicate a bassa quota, che invece ci saranno fino alla nottata, con i colli Albani imbiancati per buona parte e le colline del frusinate e reatino che faranno altrettanto.

fig.2

pcp12h.z1.3 (3)

Ma il meglio probabilmente arriverà dopo!!!!

Stamattina, per la prima volta, nelle ultime due emissioni, il modello americano presenta un’evoluzione congruente con quanto rilevato con costanza in stratosfera; ovvero, l’avvento molto probabile di un ESE warm e una disposizione particolare che il VP verrà ad assumere alle diverse quote.

Ecco le carte molto significative del modello americano.

fig.3

gfsnh-0-252

Si vede subito un notevole sbilanciamento dei centri di massa del VP verso il settore euroasiatico e uno “svuotamento” dei geopotenziali nel settore canadese.

Nel lungo termine, tale assetto comporterebbe l’arrivo reiterato di nuclei gelidi dall’Artico nel Mediterraneo, con contributi continentali assolutamente possibili.

gfsnh-0-348

Tale evoluzione è compatibile con quanto osservato in stratosfera, con il forte riscaldamento di queste ore.

fig.5

gfsnh-10-24

La  dinamica mostrata, per quanto probabilmente non decisiva per l’avvento di uno split, lo sarà in termini di indebolimento definitivo del VPS, con superamento della soglia NAM di -3 a 10 hPa e la definizione di una peculiare distribuzione del geopotenziali nel lungo termine.

NH_HGT_10mb_384 (6)

 

Come si vede, a 10 hPa il VPS assume un assetto che ricorda molto quello mostrato dalla troposfera e che prevede la genesi di un lobo oblungo siberiano proteso verso il continente europeo, verso il quale può essere attuato l’invio di impulsi gelidi a ripetizione.

fig.6

850temp_anom_20210103_06_324

Assolutamente da seguire l’evoluzione attuale, potrebbero scaturire eventi di notevole rilievo per l’area mediterranea.

Ciao ciao

 

 

 

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