22-12-2018 - Salve a tutti, primo editoriale delle vacanze e, come spesso capita in questo periodo, c’è molto da dire, sebbene l’attualità prospetti per il periodo natalizio in prevalenza sole e temperature miti.
Vediamo quindi cosa sta succedendo; iniziamo a scala emisferica, la disposizione generale del Vortice Polare che genera una massiccia ondata di gelo nel bassopiano siberiano centrale, in queste ore addirittura più freddo della Yacuzia, più a est, con temperature fino a -55° C.
fig.1
Anche in virtù di tale dinamica, nelle nostre regioni si stanno creando le condizioni per l’arrivo di un periodo anticiclonico via via più mite, grazie a una robusta campana altopressoria in affermazione a ovest dell’Italia.
Natale dovrebbe trascorre quindi, nel complesso mite e soleggiato nelle località costiere 0, comunque, non soggette a nebbie e nubi basse, molto frequenti nel periodo invernale con queste configurazioni in pianura Padana e nelle pianure interne del centro.
Ma le cose potrebbero gradualmente cambiare!!
Al momento, non è facile esprimere un previsione nel lungo termine, in quanto le previsioni dei diversi modelli sono spesso discordanti e variabili nel lungo termine, com’è normale che sia.
Tuttavia, a giudizio dello scrivente, ci sono alcuni passaggi che potrebbero condurre, entro i primi giorni del prossimo anno, a un cambiamento abbastanza radicale della circolazione nel Mediterraneo, con tempistiche ancora da stabilire ma che hanno un loro valenza.
Vediamo i diversi passaggi:
1) Gradualmente, la spinta anticiclonica in Atlantica diventerà sempre più possente, “gonfiando” letteralmente l’anticiclone delle Azzorre verso nord
fig.2
2) Secondo le ultime emissioni, ancora discordanti nei diversi run giornalieri, tale spinta sortirebbe l’effetto di generare un deciso aumento della pressione nell’area islandese, di sbilanciare il VP verso il comparto asiatico in un primo momento e, per soprattutto, di generare una massiccia discesa gelida dall’Artico verso il comparto europeo e Mediterraneo.
fig.3
Tale dinamica sarebbe favorita, oltre che dalla possente risalita azzorriana, dall’affermazione di un possente anticiclone russo-siberiano, che fungerebbe da blocco alle manovre del VP verso est, particolarmente attivo proprio in virtù del possente raffreddamento che sta avvenendo in questo periodo nel comparto russo-siberiano.
fig.4
L’ultima carta mostrata, relativa alla emissione del parallelo del modello americano che, con opportune modifiche, dovrebbe diventare ufficiale, evidenzia la potenza dell’anticiclone siberiano, con massimi di 1050 hPa a nord della Mongolia e,l’arrivo del gelo nep continente europeo e, in parte, nel Mediterraneo.
Anche l’ultima emissione ufficiale del modello americano si sbilancia quindi in tal senso con una saccatura che, a più riprese, porterebbe freddo e neve nelle nostre regioni, anche a quote molto basse entro la Befana.
fig.5
Come si inquadrano tali dinamiche nel’ambito degli eventi in partenza in stratosfera??
Ebbene, tutti i tasselli sembrano andare al loro posto, con il warming siberiano in partenza in queste ore che sembra avere la forza, nel lungo termine, di smembrare davvero il VPS con un inizio di bilobazione visto, questa volta, da entrambi i principali modelli per fine anno a 20 km
fig.6
Nell’ultima emissione del modello americano lo smembramento del VPS proseguirebbe con una decisa divisione dei due lobi (siberiano e canadese) con la partenza di un nuovo warming in area europea e la spinta congiunta delle due onde planetarie, secondo una dinamica di tipo split da manuale.
fig.7
Se si vanno ad analizzare rapidamente le previsioni generali sul comportamento del VP lungo tutta la colonna barica, le previsioni sono davvero “forti” per le prossime due settimane, nel senso che potremmo assistere a un evento di grande portata ai piani stratosferici che difficilmente non sortirebbe effetti alle quote inferiori.
Ecco le velocità zonali del cluster delle ENS del modello americano evidenziare la completa inversione dei venti zonali con valori quasi da record.
fig.7
Ed ecco la previsione che vede lo sfondamento della soglia NAM (North Annular Mode) di -3, indicativa del possibile disturbo del VP a tutte le quote per 45-60 giorni, ovvero di una prosecuzione dell’inverno dinamica e spesso fredda e perturbata.
fig.8
In parole più semplici, tutti i dati in possesso per la stratosfera, in sede previsionale, indicano la concreta possibilità dell’affermazione di un potente anticiclone polare, dell’inversione del senso di moto della circolazione atmosferica che, se propagato alle quote inferiori, per noi più interessanti, significherebbe l’arrivo di potenti bordate gelide anche dai quadranti nordorientali, come correttamente inquadrato dal lungo termine del modello americano oggi, con target nei primi giorni del prossimo anno.
fig.9
Ciao ciao