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I MODELLI SI ALLINEANO VERSO IL GRADUALE AFFLUSSO DI MASSE GELIDE NEL COMPARTO EUROASIATICO E, A SEGUIRE, NEL MEDITERRANEO, NOVEMBRE FREDDO E NEVOSO

Posted on 25/10/2016 by meteogeo in Analisi lungo termine
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gfs_t2ma_eu_51-1

25-10-2016 - Salve a tutti, aggiornamento serale modelli, per coloro che nelle carte sanno cogliere i segnali di una radicale modifica della circolazione emisferica, presente a tutte le quote ma in particolare, negli odierni aggiornamenti serali, in troposfera, settore che a noi interessa direttamente.

Nel precedente editoriale abbiamo visto come sia in atto, al momento, una fase molto calda nel Mediterraneo, direttamente correlata e in risposta alla alla discesa di aria fredda atlantica lungo le coste marocchine (formazione della falla iberico marocchina fig.1).

fig.1

met10_rgbnatcolour_centraleurope_20161025080000

Tale configurazione ha fatto innalzare, nelle ultime 48 h, le temperature nelle regioni meridionali italiane fino a sfiorare o raggiungere i 30° C.

fig.2

temp_it

 

Ma l’assetto generale delle configurazioni previste a scala emisferica e, in particolare, nel Mediterraneo, andrà totalmente rivisto nella prima decade di Novembre, quando il Vortice Polare mostrerà un volto inusualmente “debole” per il periodo, con scarsa tensione zonale e con nuclei di vorticità non accentrati, ma sparsi nei diversi angoli dell’artico.

Per capire di cosa si stia parlando, ecco la previsione del modello americano per la fine di Ottobre (fig.3)

fig.3

gfsnh-0-120

Anche stasera sono ben evidenti i due potenti centri di alta pressione al polo e nel settore siberiano; particolarmente ampio quello presente al polo, ben strutturato a tutte le quote e con massimi pressori di ben 1040 hPa hPa al suolo. I più attenti ricorderanno come tale figura sia molto simile a quella, “ipotetica”, inserita alla fine dell’editoriale di oggi, con i due distinti centri altpressori ben evidenti (fig.4).

fig.4

gfs_t2ma_nhem_21

Altre conferme, quindi, in merito alla genesi di un afflusso freddo artico in sede europea nella prima decade di Novembre, connesso allo smembramento del VP, che continuerà a essere sempre più marcato in tale periodo.

Le conseguenze più immediate di tale evoluzione saranno, sempre entro la prima metà di Novembre, l’abbassamento di latitudine dei nuclei di vorticità, proprio a causa della scarsa tensione zonale presente (come un elastico che, a causa della scarsa tensione, si piega verso il basso per gravità (fig.5).

fig.5

rtavn2761-1

La fig.5 può essere considerata il paradigma del Vortice polare debole (VP weak), con centri di bassa pressione (nuclei più freddi) sparsi in diversi punti dell’emisfero, divisi da cellule di alta pressione che ne frammentano la struttura.

Proprio in questo modo tali nuclei hanno maggiori probabilità di scendere di latitudine, cosa che avviene al termine della emissione, con il VP sbilanciato e una saccatura artica in azione sull’Italia (fig.6).

fig.6

gfsnh-0-384-6

Temperature davvero fredde per il periodo nel comparto europeo con tale configurazione, con una -5° C a 850 hPa 1500 m e possibilità di nevicate a quote medio basse al centronord a fine prima decade (inizia a diventare ricorrente fig.7).

fig.7

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In questa sede preme sottolineare, comunque, come le carte descritte abbiano unicamente la funzione di evidenziare una peculiare evoluzione meteorologica in sede europea ed emisferica, dedotta da una serie di parametri sempre più evidenti nell’analisi dei modelli. a tutte le quote e nei diversi range temporali.

Pertanto, tali illustrazioni possiedono puro scopo indicativo, non vanno prese alla lettera, ma evidenziano comunque la concreta possibilità di un precoce quanto vasto raffreddamento del comparto euroasiatico, con ripercussioni anche nel Mediterraneo, nella prima decade di Novembre, come mostrato anche dalla visione emisferica per la fine della prima decade (fig.9)

fig.9

gfsnh-1-384

Sebbene non se ne abbia certezza quindi, un’aliquota più o meno consistente di tale massa gelida può giungere alle porte del Mediterraneo, innescando, come evidenziato in fig.9, una fase fredda perturbata (non gelida) ma alquanto inusuale per il periodo (non eccezionale intendiamoci). I valori di anomalia previsti per le temperature al suolo continuano a confermarlo, con un lago freddo in affermazione su tutto il continente (fig.10).

fig.10

gfs_t2ma_eu_51-1

 

Aggiorneremo costantemente in merito a tale evoluzione, nel frattempo, ancora tempo mite su quasi tutte le regioni italiane, ma il trend è destinato a cambiare.

Ciao ciao

 

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