19-02-2018 - Salve a tutti, ormai quasi impossibile non commentare l’evoluzione prevista dai modelli per fine mese; per tale periodo, sebbene i modelli non siano concordanti in merito, sussiste la possibilità che un massiccio afflusso freddo proveniente dalla Siberia occidentale e caratterizzato da dimensioni eccezionali per il periodo, possa colpire buona parte delle regioni italiane.
La partenza di un nocciolo gelido molto intenso dall’area menzionata è ormai praticamente certa, ma la destinazione esatta della colata gelida è ancora non esente da dubbi.
Il modello europeo, in tal senso, oltre a essere estremamente congruente nelle diverse emissioni, possiede notoriamente una notevole affidabilità e mostra un’evoluzione assolutamente spettacolare.
L’inizio della fase più cruda è ormai prevista alle 144 h, con la genesi di un imponente ponte di woeikoff con tra Atlantico e artico russo (fig.1).
fig.1
Si tratta di una figura barica alquanto rara in queste dimensioni, l’ultima volta strutturata nel Febbraio 2012. Come si vede dalla figura 1, l’assetto menzionato, con due strutture anticicloniche (Azzorre e scandivano) unite in un ponte appunto, per essere ben alimentato ha bisogno di essere spalleggiato da due robuste aree depressionarie, compreso il lobo canadese, che ne alimenta il fianco occidentale.
Sul fianco destro, può quindi partire l’immensa colata gelida continentale, con annesso nucleo gelido in quota, diretto verso il Mediterraneo, con valori di -25 C a 850 hPa (1500 m).
fig.2
Il punto cruciale della discussione è se tale massiccio afflusso freddo può raggiungere in pieno il Mediterraneo e andare alla deriva verso ovest, passando con la parte più fredda a nord delle Alpi.
Ebbene, il modello europeo, con una certa insistenza, vede comunque una parte del nucleo gelido aggirare le Alpi, ma allo stesso tempo il blocco tiene a sufficienza per mantenere a struttura depressionaria in territorio europeo (fig.3).
fig.3
Proprio in questa fase, con l’enorme nucleo freddo che incombe sul Mediterraneo, l’aria fredda inizierà a interagire con le acque mediterranee, creando nuclei depressionari responsabili di precipitazioni in prevalenza nevose la cui distribuzione è impossibile da definire ora.
La grande peculiarità del modello europeo, a differenza dell’americano, è il seguito quindi dell’evoluzione, che vede la tenuta del blocco a ovest e la discesa del nucleo gelido, in arte attenuato, in pieno mediterraneo (fig.3).
fig.4
Allo stesso tempo, il grande sbilanciamento delle figure bariche a scala emisferica, con le fine del lobo canadese, sembra possa condurre un corposo nucleo artico a fornire nuova alimentazione al nucleo siberiano, ormai stanco e prolungare la fase di maltempo per tutto inizio Marzo, per un periodo perturbato e freddo che davvero potrebbe essere ricordato.
Davvero pazzesche e carte di previsione del modello europeo, le cui elaborazioni ensemble evidenziano una buona affidabilità della previsione descritta.
fig.5
Occhi incollati ai modelli quindi, ma per sapere come andrà a finire occorreranno probabilmente altre 48 h, troppe le variabili in gioco che possono cambiare tutto ma l’attesa potrebbe essere ripagata con i dovuti interessi.
Ciao ciao