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  • MALTEMPO SEMPRE PIU’ PRONUNCIATO NEL MEDITERRANEO, NEVE ANCHE IN PIANURA AL NORD MERCOLEDI’, APPENNINO E CENTRALI, POI ARTICO FINO A FEBBRAIO E NEVE AL CENTROSUD, TUTTE CONFERME

MALTEMPO SEMPRE PIU’ PRONUNCIATO NEL MEDITERRANEO, NEVE ANCHE IN PIANURA AL NORD MERCOLEDI’, APPENNINO E CENTRALI, POI ARTICO FINO A FEBBRAIO E NEVE AL CENTROSUD, TUTTE CONFERME

Posted on 20/01/2019 by meteogeo in Analisi lungo termine
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ecmwf_T850a_eu_1

20-01-2019 – Salve a tutti, continuano con cadenza incessante gli aggiornamenti con i diversi editoriali, per verificare la consistenza e durata del periodo perturbato e freddo che ci attende, ormai alle porte e, anzi iniziato nella sua fase più moderata; analizziamo quindi la situazione attuale.

Un perturbazione atlantica, inserita in un treno perturbato composto da impulsi in serie, suddivisi da pause inter cicloniche a corto raggio (piccoli promontori di alta pressione), è attiva nel Mediterraneo e sta generando piogge sparse nel Tirreno, con nevicate già presenti intorno 800-1000 m.

fig.1

MET10_RGBNatColour_WesternEurope_20190120140000

La perturbazione in esame, indicata con il numero 1, a differenza di quelle che la hanno preceduta, stazionerà maggiormente nelle nostre regioni, generando un minimo pressorio proprio nelle centrali e apportando le prime nevicate a quote collinari (600-700 m) tra Marche e Abruzzo e a quote ancora più basse nell’area emiliano romagnola.

Ma sarà solo l’inizio della fase perturbata!!

In fig.1 è ben visibile infatti, in alto a sinistra, la sagoma di un secondo impulso perturbato, molto intenso e correlato a un’ampio nucleo di vorticità (bassa pressione) in distacco nei prossimi giorni dal lobo canadese del VP.

fig.2

ECMOPEU12_72_1 (1)

 

Si è molto discusso in questi giorni in merito al peggioramento previsto in seguito alla dinamica descritta in fig.2. Come si vede, dopo il passaggio dell’intensa perturbazione atlantica sopra la cresta azzorriana, l’alta pressione spingerà di nuovo forte verso nord, lasciando letteralmente tuffare tutti i nuclei perturbati verso il Mediterraneo (in rosso sono indicati quelli in quota).

La nuova saccatura, una nuova giunta nei nostri mari, interagirà fortemente con le calde acque mediterranee, generando un profondo vortice ciclonico nel Tirreno meridionale (quella sembra essere la sua collocazione più probabile).

fig.3

ECMOPEU12_96_1

Davvero notevoli, così come previste dal modello europeo, le caratteristiche del vortice, con un minimo di 979 hPa (!!!!!!) a est delle coste sarde nel Tirreno e geopotenziali molto bassi in quota.

fig.4

ECI1-96

 

Quali le conseguenze di una tale dinamica??

Ebbene, è davvero complesso effettuare una previsione di dettaglio delle fenomenologie rilevate; in mattinata era stata proposta, sull’uscita del modello europeo, la seguente elaborazione grafica, che prevedeva la genesi di nevicate su molte aree del territorio nazionale, passando dalla Liguria, al nord est, all’Emilia, tutta la dorsale appenninica centrale fino a quote basse con accumuli notevoli e il sud a quote medie.

fig.5

us_model-en-087-0_modez_2019012000_123_16_215

 

Rispetto a tale previsione nei settori a nord del Po, a causa della deriva meridionale de minimo, appaiono penalizzati, con assenza di precipitazioni, mentre città come Genova, Firenze, ma ancor di più Bologna. potrebbero vedere la loro nevicata, magari anche solo fiocchi nei primi due casi. Tutto il peggioramento sarà accompagnato da venti forti a rotazione ciclonica praticamente su quasi tutte le regioni italiane. Un vero e proprio ciclone mediterraneo (extratropicale) insomma, ma niente a che vedere, anche come elementi termodinamici che lo caratterizzano, con quelli tropicali.

Ma questa fase, descritta come secondo step nell’editoriale di ieri, dovrebbe essere seguita da una nuova massiccia discesa artica dopo una breve pausa inter ciclonica; le ENS del modello europeo lo prevedono da giorni ed eccola palesarsi nell’ultimo pannello, con una intensa saccatura a ovest dell’Italia.

fig.5

ECMOPEU12_240_1 (3)

 

In tale fase il nord potrebbe vedere la nevicate anche a quote pianeggianti in vasti settori a iniziare da ovest, in estensione a seguire anche nelle centrali.

In sostanza, quindi, gli effetti del warming stratosferica si stanno rivelando ni troposfera??

In effetti, assolutamente SI; nella figura seguente viene indicata un’analisi e una previsione dei valori dell’AO (ARTIC OSCILLATION) alle diverse quote (meglio dire il NAM se parliamo di tuta la colonna barica) da fine Novembre fino al termine del mese. I colori celesti indicano valori negativi e, quindi VP debole e, alle nostre quote, probabile tempo instabile e freddo alle medie latitudini.

fig.6

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Come si vede, la propagazione più significativa si avrà a partire dal periodo intorno il 25 Gennaio, con valori di AO negativi alle quote troposferiche; in buona sostanza quindi, il meglio arriverà a partire dagli ultimi giorni del mese, come del resto indicano i modelli.

Iniziamo quindi con le prime nevicate e il primo serio peggioramento, ne avremo altri da raccontare.

fig.7

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Ciao ciao

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