28-12-2018, ore 13:00 - Salve a tutti, editoriale nel mezzo delle vacanze e nel mezzo dell’inverno (quasi), con il freddo e la neve al momento non presenti nelle regioni italiane, ma con ottime premesse per la prosecuzione della stagione invernale, nonostante un po’ di scetticismo, assolutamente comprensibile, all’interno della comunità dei meteo appassionati.
Iniziamo da quanto sta accadendo in queste ore; un’ampia campana anticiclonica è presente a ovest dell’Italia, con le nostre regioni che vengono comunque compresa all’interno del campo altopressorio, con prevalenza di giornata soleggiate e persistenza di nebbie sempre più fitte nelle aree pianeggianti.
fig.1
Come proseguirà il tempo nella rimanente parte delle vacanze natalizie, è possibile definire una linea di tendenza??
Ebbene, a giudizio dello scrivente, alcune linee guida è possibile fornirle.
In buona sostanza, sulla base degli ultimi aggiornamenti, il bordo orientale della grande campana anticiclonica dovrebbe venire gradualmente eroso dal flusso portante atlantico in fase di aggiramento e la grande struttura altopressoria dovrebbe cercare di spingere i suoi massimi verso nord e verso ovest in Atlantico, con molta gradualità però.
Le conseguenze pratiche di tale dinamica dovrebbero consistere in un sempre maggiore interessamento delle nostre regioni da parte delle incursioni fredde delle saccatura atlantiche e/0 artiche, a iniziare dalle regioni più orientali, ovvero quelle adriatiche.
Ecco quindi, che proprio negli aggiornamenti odierni compare una prima bordata fredda per la nota notte di Capodanno, con un’ansa ciclonica in azione in Adriatico e al sud.
fig.2
Già tale configurazione dovrebbe essere in grado di apportare, proprio la notte dell’ultimo dell’anno, nevicate sparse a quote basse a partire dall’Abruzzo verso sud, su Molise, Puglia, Basilicata, regioni interne campane e parte della Calabria.
fig.3
In fig.2 è anche visibile, a scala più ampia, la nuova spinta che il grande anticiclone in Atlantico fornisce verso l’area gronenlandese e isladese.
Tale dinamica è intravista soprattutto dal modello europeo, che già da alcune emissioni evidenzia la possibilità del’arrivo, nei giorni 3-4-5 Gennaio, di una nuova e più massiccia irruzione fredda artico-continentale.
fig.4
Il freddo questa volta sarebbe molto più intenso e i fenomeni interesserebbero praticamente tutto il centrosud e l’Adriatico settentrionale fino alla Romagna.
fig.5
In questo caso la neve potrebbe tranquillamente giungere fino alle coste delle regioni centro settentrionali adriatiche, ma questa previsione necessita di altre conferme.
A seguire, molta incertezza per le sorti troposferiche del nostro emisfero, ma anche il modello americano in alcune emissioni evidenzia come l’anticiclone delle Azzorre si potrebbe rafforzare notevolmente in Atlantico, consentendo la creazione di nuove saccature artiche molto intense, come quella intravista nell’emissione del mattino.
fig.6
Quale validità possiedono le linee di tendenza ora esposte??
Ebbene, ci sono numerosi tasselli che indicano come assolutamente possibili le fasi meteorologiche riassunte finora.
Iniziamo dall’evidenziare come il modello americano continui a prevedere l’arrivo di una fase dell’indice MJO (Madden Julian Oscillation) sempre più forte e sempre più collocato tra le fasi 6 e 7, addirittura fuori scala come magnitudo, nelle prossime due settimane.
Il significato di tale indice in quella posizione è di un notevole rafforzamento della possibilità dell’innesco di configurazioni di blocco in Atlantico nel periodo menzionato.
fig.7
A monte di tutto ciò restano intatte le straordinarie dinamiche in atto alle quote stratosferiche. Il warming più intenso ha raggiunto l’apice proprio in questi giorni e sembra ormai assodata una bilobazione del VPS nella media troposfera nei prossimi giorni.
fig.8
La propagazione delle anomalie dei geopotenziali nelle regioni polari sembra essere avviata.
fig.9
Come riassunto delle fenomenologie descritte, l’indice NAM (North Annular Mode), descrittivo della stato di salute di tutto il VP, è visto sfondare addirittura il valore di -4, ben oltre la soglia di -3 dello studio del 2001 di Baldwin e Dunkerton, secondo il quale il VP stesso dovrebbe restare disturbato per 45-60 giorni, favorendo così incursioni fredde alle medie latitudini dalle regioni polari.
fig.10
Insomma, numerosi fattori lasciano presupporre che le prossime settimane vedranno un VP disturbato, con buone possibilità di avere saccature atlantiche e artiche nel Mediterraneo, i cui dettagli verranno definiti per tempo, ma con qualche primo “assaggio” possibile già nei prossimi giorni, addirittura nella notte di Capodanno.
fig.11
Ciao ciao