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L’EVOLUZIONE DELLA SEQUENZA SISMICA APPENNINICA, CONFRONTO CON GLI EFFETTI DEI PRECEDENTI TERREMOTI

Posted on 19/09/2016 by Ilario Larosa in Geologia
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panoramica-terremoto

19-09-2016 - Salve a tutti, risulta utile ad oggi fornire un rapido aggiornamento su quanto sta accadendo nell’area del terremoto del 24 Agosto in Appennino centrale, integrando le informazioni provenienti dalla distribuzione delle repliche del sisma con quelle rilevate dallo scrivente in occasione della sequenza sismica umbro-marchigiana del 1997-1998.

Analizziamo innanzitutto l’ultimo aggiornamento reso disponibile dal sito dell’INGV  in merito alla distribuzione delle scosse, datato 16 Settembre alle ore 11:00 (fig.1)

fig.1

rieti_16set_ore_11

 

In fig.1 è stata sottolineata la presenza dei tre eventi di magnitudo prossima a 4 avvenuti in data 15 Settembre nel’area di Norcia e quello che è possibile definire come l’allineamento di rottura principale del sisma, ottenuto interpolando la collocazione dei principali epicentri, i dati interferometrici ed estendendo verso nordest tale allineamento, fin dove sono presenti repliche anche di magnitudo moderata. Si tratta in sostanza di un allineamento che rappresenta l’asse attraverso il quale si sviluppa il terremoto, generato dalla trasmissione preferenziale delle sollecitazioni lungo allineamenti tettonici preesistenti, in parte riattivati dal sisma.

Allarghiamo ora lo sguardo nel settore di Italia centrale investigato e confrontiamo, utilizzando lo stesso procedimento, l’allineamento descritto con quello ricostruito per la sequenza sismica del 1997-1998 in Umbria Marche (fig.2).

fig.2

panoramica-terremoto

In fig.2, la linea di rottura tracciata in alto a sinistra in fig. è stata ricostruita tramite numerosi sopralluoghi, compiuti dallo scrivente nei giorni immediatamente successivi al sisma, nell’ambito delle ricerche pertinenti la valutazione degli effetti indotti dalla sequenza sismica (gruppo del DST università “La Sapienza”, studi di ricerca per il dottorato). Come si vede, la linea non segue esattamente l’allineamento delle scosse, benj distinte tra loro su piani di rottura non perfettamente allineati (Colfiorito- Sellano) quanto le evidenze sul terreno rilevate nell’area. Ecco infatti lo scrivente (molto più giovane) registrare la direzione di una frattura cosismica, correlata al piano di rottura della scossa di Sellano (Ml5,5) del14 Ottobre, senza esserne un’emergenza superficiale diretta in ogni caso (la faglia non arriva necessariamente in superficie, fig.3).

fig.3

img_3072-1

 

La frattura attraversa linearmente i campi coltivati e sede stradale per decine di metri di sviluppo ed è chiaramente sismoindotta. La sua collocazione è indicata con la freccia in fig.2 in alto a sinistra (località Mevale). Tramite questa e altre evidenze è stato possibile quindi ricostruire la propagazione degli effetti della sequenza del 1997 lungo un definito allineamento tettonico.

Dal confronto dal i due allineamenti emerge chiaramente  una tendenza a un progressivo avvicinamento dei diversi piani di rottura delle due sequenze, che gradualmente tendono a mobilizzare i successivi segmenti di faglia secondo i medesimi meccanismi focali e le medesime dinamiche.

Il sisma continuerà a propagarsi verso nordest, tendendo ulteriormente a colmare il gap sismico delle strutture e nord di Norcia (punto interrogativo in fig.2)??

Nessuno può dirlo con certezza al momento e, inoltre, i dati dell’INGV ci dicono che l’energia sprigionata giornalmente dalla sequenza sismica sta seguendo il suo corso naturale, con un andamento decrescente asintotico del numero delle scosse e dell’energia che evidenzia un decorso assolutamente normale della sequenza stessa (fig.4).

fig.4

14322355_247447735652560_1985954049030357691_n-1

 

Dalla fig,4 infatti (fonte INGV) viene evidenziato come il numero delle scosse abbia un decorso praticamente da manuale, con un trend descrescente costante, mentre riguardo i valori di energia sprigionata dal sisma è presente un’unica anomalia, rappresentata proprio dalle tre scosse del 15 Settembre nell’area di Norcia, ma a seguire i valori sono nuovamente scesi, in linea con una previsione che vede un graduale ritorno a una sismicità di “routine”, sempre presente nelle aree appenniniche.

 

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amatrice, effetti indotti, faglia, linea di rottura, norcia, sequenza sismica, terremoto, vettore

4 comments on “L’EVOLUZIONE DELLA SEQUENZA SISMICA APPENNINICA, CONFRONTO CON GLI EFFETTI DEI PRECEDENTI TERREMOTI”

  1. fabio says:
    22/11/2016 at 15:50

    buonasera. ci potrebbe aggiornare sulla situazione attuale dopo gli eventi del 30 ottobre e seguenti…….il gap ormai è colmato oppure ci saranno nuovi mainshock??? cordiali saluti

    Reply
    • meteogeo says:
      22/11/2016 at 23:37

      Salve, rispondo con mlto piacere, mi scusi ma non avevo guardato gli interventi. Sono stato molto impegnato in questi giorni, ma non si puoi mai dire che il gap sia stato colmato, sebbene ci siamo come allineamento, altre scosse pssono sempre esserci. Ho un mente un altro articolo divulgativo, ma voglio avere un po’ di tempo per scriverlo. Un’area molto attiva è quella a nord atttualmente, ma non ha lineazioni capaci di generare forti terremoti. La zona a sud sembra tranquilla, ma aspettiamo ancora. Da tenere d’occhio più che Gubbio ilsettore ovest di Pieve Torina, fio a Mevale, altri inneschi possono esserci da quelle parti.

      A dopo

      Reply
      • fabio says:
        30/11/2016 at 16:21

        La ringrazio in attesa del suo articolo. Cordiali saluti e buon lavoro.

        Reply
        • meteogeo says:
          21/12/2016 at 17:49

          saluti

          Reply

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