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  • LE TENDENZE DI FEBBRAIO. TRENO DI PERTURBAZIONI ATLANTICHE PER UNA SETTIMANA, POI POSSIBILE SVOLTA ARTICA DA META’ MESE. TUTTE LE INCOGNITE E LE PROBABILITA’ D’EVENTO

LE TENDENZE DI FEBBRAIO. TRENO DI PERTURBAZIONI ATLANTICHE PER UNA SETTIMANA, POI POSSIBILE SVOLTA ARTICA DA META’ MESE. TUTTE LE INCOGNITE E LE PROBABILITA’ D’EVENTO

Posted on 08/02/2016 by meteogeo in L'EDITORIALE
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Recm1681 (2)

08-02-2016 - Salve a tutti, eccoci di nuovo insieme, con un po’ di calma, per poter fare il punto sull’inverno, che non arriva, per vedere quindi se c’è ancora qualche speranza di avere un finale di stagione degno di questo nome. 

Prima perturbazione atlantica ormai in fase di indebolimento e pronta ad abbandonare l’Italia, ma con qualche pioggia anche che insiste nelle regioni tirreniche (fig.1).

fig.1

EUMETSAT_MSG_RGB-naturalcolor-centralEurope (40)

 

Dalla fig.1 si vede bene come da ovest si stia approcciando un debole cuneo altopressorio, che però rappresenterà una parentesi molto breve, prima dell’arrivo di un treno di perturbazioni atlantiche che dominerà il tempo di tutta la settimana entrante, fino alla metà del mese. La prima perturbazione giungerà da ovest, legata all’immensa giostra del flusso atlantico visibile in alto in fig.1 e sarà guidata dalla forza imponente del getto polare in atlantico, che a ovest della penisola iberica raggiungerà punte >300 km/h (180-200 nodi) nell’alta troposfera !!!!! (fig.2).

fig.2

Rtavn2415 (3)

 

Come si vede in fig.2, il getto polare (jet stream) sarà compresso tra l’intenso nocciolo del VP e la la struttura del’anticiclone delle Azzorre e invierà, sui binari del “core” (freccia tratteggiata), perturbazioni in serie nel Mediterraneo. Il primo impulso piuttosto intenso, giungerà domani serà (martedì) al nord, interessando in maniera più intensa le regioni centrali tirreniche e il triveneto, con piogge diffuse, venti forti e nevicate in montagna (fig.3).

fig.3

Rtavn481 (5)

 

La dinamica descritta rappresenterà, come accennato, il leit motiv di tutta la settimana entrante, in cui almeno altri 4 impulsi perturbati sono visti transitare nel Mediterraneo, in seno a un flusso zonale piuttosto teso da ovest verso est. Eccole riportate tutte di seguito, praticamente una al giorno (fig.4,5,6,7)

N.2 - 11 Febbraio
N.2 – 11 Febbraio
N.3 - 12 Febbraio
N.3 – 12 Febbraio
N.3 - 13 Febbraio
N.3 – 13 Febbraio
N.5 - 14 Febbraio
N.5 – 14 Febbraio

Il flusso perturbato in esame, che caratterizzerà quindi le nostre giornate fino a metà mese, sarà caratterizzato da peggioramento rapidi, molto frequenti ma raramente persistenti o molto intensi e non particolarmente freddi. Tuttavia, la notevole frequenza, appunto, delle perturbazioni in transito, nelle aree appenniniche e alpine ben esposte, potrà generare accumuli davvero considerevoli di pioggia (neve in montagna). Ecco la cumulata delle precipitazioni previste dal modello americano per i prossimi 10 giorni (dato approssimativo ovviamente): valori compresi tra 100 mm e 200 mm nei rilievi soggetti a stau (fig.8).

fig.8

240-777IT

 

Arriverà quindi l’inverno??

Come accennato ieri (ved. editoriale), a partire da metà mese si nota un evidente cambiamento nella direzione delle correnti in Atlantico. Il flusso zonale dovrebbe infatti arcuarsi e le perturbazioni in arrivo nel Mediterraneo potrebbero assumere una componente maggiormente meridiana; è quello che vede ancora oggi il modello europeo, con il distacco di un lobo gelido del VP in marcia verso il Mediterraneo (fig.9).

fig.9

Recm1681 (2)

 

Tale manovra dovrebbe consentire l’arrivo di un peggioramento di notevoli dimensioni nel mediterraneo, con aria più fredda al seguito e nevicate a quote più basse sui rilievi. Il problema, la grande incognita di quest0’anno, è la poderosa tenuta del VP, che tende a richiudere tutti gli spazi di quello che potrebbe essere l’inizio di una lunga fase perturbata e fredda per le nostre regioni, con una nuova rimonta anticiclonica nel Mediterraneo dopo una paio di giorni (fig.10).

fig.10

ECH1-216 (3)

Tutto finito quindi??

Se il VP in troposfera non fornirà segnali di cedimento, potrebbe esser anche così, ma una volta tanto le ENS, la visione d’insieme del modello europeo, ci è in parte favorevole. Innanzitutto, mostra una notevole incertezza proprio nell’eventuale punto di stacco del lobo gelido (fig.11).

fig.11

EEH1-192

 

Successivamente, la topografia di geopotenziale d’insieme evidenzia come il cavo d’onda non venga reciso dalla rimonta azzorriana, ma permanga nel Mediterraneo, indicando come estrema l’emissione odierna del modello europeo (fig.12).

fig.12

EDH1-240

 

Insomma, anche in questo inverno, come negli ultimi, è difficile riuscire ad avere un reale e prolungato periodo di inverno crudo nel Mediterraneo, ma i prossimi 7-10 giorni saranno comunque caratterizzati da notevole dinamicità atmosferica, che potrebbe evolvere nell’arrivo di un periodo freddo e perturbato di stampo artico.

Ciao ciao

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