15-12-2019 - Salve a tutti, ecco l‘editoriale della Domenica, molto corposo questa sera, perchè si cerca di fornire qualche indicazione supplementare in merito al tempo che farà nel ungo termine, con la febbrile attesa per l’inverno vero che deve arrivare.
Ecco l’immagine dal satellite odierna, che evidenzia un mare di nubi a ovest dell’Italia, con l piogge che stanno per tornare, diffuse e abbastanza continue per alcune regioni, smentendo quindi le previsioni di una fase asciutta e soleggiata.
fig.1
Le piogge torneranno quindi e, anzi, nel nord ovest e in particolare a Genova, dove si trova lo scrivente, ha già ripreso a piovere, seppur debolmente.
Ma la saccatura a ovest dell’Italia proseguirà nel suo affondo sulla penisola iberica, esponendo i settori più occidentali italiani a precipitazioni sempre più insistenti e forti, ecco la situazione prevista per domani, lunedì, con l’affondo perturbato sulla Spagna che lambisce il nord ovest.
fig.2
Ed ecco le precipitazioni previste per i prossimi giorni, tra martedì e mercoledì, già forti al nord ovest
Mercoledi-giovedì, estensione al tutto il Tirreno.
Giovedì-Venerdì, ritorno delle piogge intense al nord ovest, segnatamente golfo ligure.
Il peggioramento di venerdì è legato a un’altra forte perturbazione che dovrebbe giungere in Italia dall’Atlantico.
fig.6
E dopo, cosa dovrebbe succedere, come sarà il Natale??
Ebbene, spendiamo qualche parola per un’analisi un po’ più vasta, vediamo cosa accade in stratosfera.
Il VPS tenderà a elongarsi (ellitticizzarsi sempre di più lungo un asse maggiore disteso tra artico canadese e Siberia.
fig.7
Splendida la rappresentazione 3D del sito StratObserve.
fig.8
Tale aspetto indebolisce alquanto la struttura stessa del VPS ed espone il fianco europeo alla partenza di flussi di calore convergenti verso il polo visti dal modello europeo.
In parole povere, la speranza degli amanti del freddo e della neve è che lo squilibrio generato dal peculiare assetto del VOS mostrato nelle figure precedenti possa causarne la “rottura” ovvero la divisione un due lobi (split) sotto la spinta delle due onde planetarie, Aleutinica e Atlantica (azzorriana). Come accennato altre volte, nel concreto tale dinamica si tradurrebbe nella formazione di un potente anticiclone scandinavo, generato dalla risalita di calore verso le regioni polari dall’Atlantico alle diverse quote (forcing), da lì poi giungerebbero masse d’aria gelida dal settore continentale russo.
fig.8
L’immagine è di repertorio purtroppo, ma rende l’idea, del mitico 1956.
Ma come mai ora nel Mediterraneo ci sono continui richiami caldi sciroccali, in luogo di irruzione fredde da nord o nord est??
Ebbene, ci sono degli assetti duri a morire, nella fig.2 abbiamo visto come molto spesso, negli inverni passati, siano stati presenti affondi perturbati in Atlantico, con saccature molto pronunciati e risalite altopressorie nel Mediterraneo e in Europa.
Tale assetto è riassumibile tramite un indice denominato EA (East Atlantic). Quando è positivo, come ora fa più freddo della norma in Atlantico e più caldo in Europa (sebbene l’indice venga definito dalle anomalie di pressione precisiamolo).
fig.9
I picchi rossi alla fine del grafico rappresentano l’ultimo decennio con marcate anomalie positive, differenza del trentennio 50-80 in cui è accaduto l’opposto.
Ma ora sembra che il segno si stia invertendo, Novembre è stato già significativo in merito e c’è un’altro indice importantissimo, che potrebbe tornare favorevole, la PDO (Pacific Decadal Oscillation), una variazione periodica delle anomalie di temperatura nel Pacifico settentrionale.
fig.10
Anche in questo caso, quando tale indice è negativo, ovvero le acque del Pacifico sono più fredde del normale nel settore americano rispetto a quello asiatico, da noi ci sono periodi più favorevoli alle precipitazioni e al freddo (ancora il trentennio 50-80 ma anche a cavallo del 2010 con neve e pioggia negli anni 2008-2009-2010).
Ebbene, sembra che questo importantissimo parametro stia virando verso il neutro-negativo in questo inverno, dopo un fortissimo picco positivo.
Insomma, qualche segnale positivo c’è, se a questo aggiungiamo la MJO (Madden Julian Oscillation), da cui si può verificare al tendenza a blocchi altopressori nel Pacifico, che sta andando verso il settore 6-7, favorevoli a tale assetto, potremmo già ben sperare per l’inverno.
fig.11
Alle quote tropsferiche inoltre l’AO vira verso il neutro negativo, anche questo segnale di un VPT non molto forte.
fig.12
Insomma, da tutto il materiale mostrato si può dedurre la seguente linea di tendenza:
Il vortice Polare potrebbe indebolirsi nella parte centrale dell’inverno (fine anno) e, alle quote troposferiche, potrebbe prendere sempre più piede la tendenza alla formazione di blocchi altopressori in Atlantico (o anche in Scandinavia) con affondi perturbati pronunciati verso il continente europeo e il Mediterraneo, come è successo a Novembre ma con clima molto più freddo.
Questa, al momento, non può essere una certezza, ma una speranza supportata dall’andamento di molti indici.
Ciao ciao