25-12-2105 - Salve a tutti e buon Natale, in una bella giornata di sole su molte regioni italiane. Editoriale però, quanto mai natalizio, a giudicare dai grandi aggiornamenti dei modelli, in particolare di quello americano che, emissione dopo emissione, dipinge un quadro sempre più invernale per lo stato del tempo di Gennaio in Italia.
I primi passi per un netto cambiamento del tempo, inizialmente a scala emisferica, sono ormai imminenti; siamo scesi sotto le 168 h e ci si avvicina al range previsionale caratterizzato da buona affidabilità. Ecco quindi, che nell’ultima emissione del modello americano, è visto sempre più probabile l’imperiosa risalita dell’anticiclone europeo verso le regioni scandinave per la fine dell’anno (fig.1).
fig.1
Lungo il lato orientale dell’imponente erezione scandinava, resta confermata la discesa di un nucleo gelido artico continentale, capace di portare una drastica diminuzione delle temperature nell’Europa centro orientale e, con molte incognite, nel Mediterraneo. Resta infatti davvero dubbiosa l’esatta traiettoria del nucleo continentale, potrebbe colpire direttamente le regioni italiane, portando neve anche in pianura proprio a Capodanno, o potrebbe sfilare a est o a nord. La prognosi verrà sciolta in seguito, nei prossimi giorni, restate in ascolto.
Quello che invece appare sempre più probabile e che in questa sede era stato diagnosticato con largo anticipo, è la formazione di un imponente blocco al flusso Atlantico nel nord Europa, con le due masse d’aria a diversa estrazione (umida Atlantica e gelida russa) costrette a convergere lungo il bordo meridionale, appena a nord delle Alpi (fig.2).
fig.2
Dalla collocazione del punto di convergenza delle due masse d’aria menzionate dipenderà il tempo nella nostra penisola della prima metà di Gennaio.
La fig.2, infatti, è riferita al modello europeo, che vede il teatro dello scontro a nord delle Alpi (ma vede comunque il blocco assolutamente ben formato). Davvero entusiasmante invece, la progressione offerta dagli ultimi run del modello americano; in tale previsione, il blocco scandinavo subirebbe un lenta deriva verso est, agganciandosi con una radice asiatica, non perdendo comunque terreno lungo il fronte Atlantico (fig.3).
fig.3
In tal modello, potrebbe costituirsi un baluardo insormontabile per il flusso Atlantico a ovest, costretto a essere completamente dirottato verso il Mediterraneo, con il contributo del nucleo gelido artico vagante nell’Europa centrale. Il punto di arrivo di tale evoluzione consisterebbe quindi in un vero e proprio rovesciamento (split) di un lobo perturbato e gelido (in quota soprattutto) del VP, diretta appendice del canadese, con l’avvento di un serio peggioramento invernale sull’Italia nel periodo dell’Epifania (tutta l’Italia, fig.4).
fig.4
Piogge e nevicate abbondanti sui rilievi, anche a quote basse al nord, la farebbero da padrone per molti giorni in tal caso, con un evoluzione praticamente bloccata, appunto, dalla presenza della grande figura altopressoria nel settore euroasiatico settentrionale (fig.5)
Stiamo parlando quindi di vero inverno, caratterizzato cioè da peggioramenti prolungati a carattere freddo, non necessariamente gelidi, da evento, ma che aprirebbero la strada a un nuovo periodo della stagione in corso in completa controtendenza rispetto a quanto visto finora. Ecco l’ultimo pannello della emissione descritta, con il VP ormai nettamente indebolito, e con nuovo afflusso freddo da nordest nel Mediterraneo e abbassamento della quota neve nelle nostre regioni a fine prima decade (fig.6).
fig.6
Insomma, se le previsioni venissero confermate, sarebbe davvero la svolta della stagione in corso, prevista correttamente, anche nelle dinamiche delle configurazioni più probabili, in questa sede (consentite questo sfogo). Occorreranno sicuramente numerose conferme, ma per adesso l’inverno è alle porte, speriamo bene.
Ciao ciao