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  • GRADUALE CESSAZIONE DEI FENOMENI IN ABRUZZO; POI FORTE MALTEMPO NELLE REGIONI IONICHE E NEVE AL NORDOVEST, MA ALTRO FREDDO E NEVE SONO IN ARRIVO PER FINE MESE

GRADUALE CESSAZIONE DEI FENOMENI IN ABRUZZO; POI FORTE MALTEMPO NELLE REGIONI IONICHE E NEVE AL NORDOVEST, MA ALTRO FREDDO E NEVE SONO IN ARRIVO PER FINE MESE

Posted on 19/01/2017 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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ecmwf_T850a_eu_8

19-01-2017 - Salve a tutti, nuovo aggiornamento, dopo i gravi fatti luttuosi avvenuti alle pendici del Gran Sasso, in cui diverse forse naturali si sono davvero congiunte a creare una tipologia di dissesto fortunatamente poco usuale nelle nostre regioni, ma comunque possibile e presente; ovvero, una slavina sismo-indotta a sua volta probabilmente mescolata a una vera e propria frana di detrito sismo-indotta.

Lo scrivente al momento non possiede una completezza di informazioni tali da poter effettuare un’analisi approfondita in merito, ma le frane sismo indotte sono una caratteristica che accompagna costantemente le scosse sismiche; nel caso specifico, c’è stata però l’aggravante del carico davvero pesate (fino a 3 m di accumulo), della neve caduta.

A parziale conforto per gli abitanti delle aree terremotate, ad oggi è possibile affermare che il peggio è appena passato nelle regioni centrali adriatiche, dove comunque oggi ha nevicato, a tratti anche copiosamente.

La nuvolosità nelle regioni italiane e, in particolare, in Abruzzo, si va infatti attenuando e con essa le precipitazioni (fig.1).

fig.1

sat_new_ireu (2)

 

Già in fig.1 si nota la presenza dell’intenso corpo nuvoloso in rotazione nelle coste orientali spagnole. Tale corpo nuvoloso risulterà di primaria importanza per l’evoluzione meteorologica delle nostre regioni, in virtù della sua lenta ma costante avanzata verso est (fig.2).

fig.2

Rtavn241 (1)

 

Il lento spostamento della goccia fredda correlata alla perturbazione esporrà infatti le regioni meridionali italiane, ma in particolare quelle ioniche, a intense correnti sciroccali, più calde di quelle ora presenti, responsabili della genesi di forti episodi temporaleschi nel week-end prima lungo la Sardegna orientale (sabato) e poi nella Sicilia e Calabria ioniche Domenica (fig.3).

fig.3

hrrr (10)

 

Peggioramento da monitorare attentamente quello di Domenica, possibili nubifragi nelle aree ioniche.

Non solo il sud verrà però interessato dal peggioramento, ma anche il nordovest, sebbene in maniera più marginale. Le propaggini settentrionali della perturbazione infatti, andranno a generare precipitazioni sparse nel cuneese, ponente ligure e appennino emiliano, con nevicate a bassa quota che, soprattutto nel cuneese potranno raggiungere accumuli apprezzabili (5-10 cm).

fig.4

hrrr (1)

 

Successivamente, per quanto riguarda il lungo termine, c’è ancora molta incertezza. Il modello americano infatti, alle quote troposferiche evidenzia una certo ricompattamento del VP e una sua diposizione nuovamente sfavorevole alla permanenza di figure depressionarie nel Mediterraneo. Tutto ciò contrasta alquanto con le previsioneiin stratosfera, che evidenziano al presenza di continui warming in partenza dal comparto siberiano verso il polo, con decentramento vistoso del nucleo del VPS ai margini del Artico in prospettiva.

fig.5

gfsnh-10-252

 

Per quanto finora non sia stato presente un particolare collegamento tra stratosfera e troposfera (decoupling), appare quantomeno strano che nessun segnale sia presente nel long range del modello americano; da monitorare quindi le prossime emissioni.

In aggiunta, il modello europeo indica una possibile risalita dell’anticiclone delle Azzorre verso la scandinavia nella terza decade, sebbene più a est rispetto a qualche giorno fa, aspetto questo da tenere in considerazione in previsione di una nuova irruzione fredda continentale.

fig.6

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Sommando la presenza di un fattore importante come l’elevato snow cover asiatico di questo inverno con la previsione di warming stratosferici di notevole portata, è plausibile ritenere che nei prossimi giorni i modelli possano mostrare evoluzioni diverse da quelle finora mostrate nel lungo termine, specialmente dal modello americano, molto più dinamiche e nevose per il Mediterraneo

Aggiorneremo in merito.

 

Ciao ciao

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