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DOPO IL BEL TEMPO NUOVA FASE SEMPRE PIU’ INSTABILE NEL MEDITERRANEO, CON POSSIBILI AVVEZIONI FREDDE ARTICHE E NEVE SU ALPI E APPENNINO

Posted on 05/03/2017 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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gfs_T850a_eu_41

05-03-2017 - Salve a tutti,, editoriale serale della Domenica con novità abbastanza interessanti da discutere.

Del breve termine si è già parlato dettagliatamente in mattinata (ved. editoriale), mentre in questa sede si tenta di fornire una chiave di lettura per il lungo termine, con tutte le limitazioni che tale analisi può comportare.

Dopo la serie di peggioramenti che dovrebbero coinvolgere le regioni italiane fino a martedì mattina, le temperature dovrebbero aumentare di qualche grado su tutte le regioni ma in particolare su quelle più occidentali, soggette e una prepotente rimonta altopressoria subtropicale, che potrebbe portare le temperature sopra i 20° C in alcune aree pianeggianti interne della pianura, della Toscana e forse del  Lazio.

fig.1

ECH1-120 (1)

 

La fase descritta sarà però temporanea e sarà seguita da un sempre più probabile nuovo peggioramento entro il prossimo nel week-end. La fig.1 espone la configurazione a scala emisferica relativa alla fine del periodo caldo, dove il modello europeo lascia già intravedere per venerdì prossimo una struttura del Vortice Polare fortemente disturbata e una nuova saccatura che tenta di farsi strada da nord verso le nostre regioni.

Ed ecco che, infatti, anche il modello americano insiste quindi nella genesi di una saccatura piuttosto incisiva a contributo artico che potrebbe andare a interessare buona parte dell’Europa e del Mediterraneo nella seconda decade, con temperature piuttosto fresche per il periodo nlle nostre regioni e frequente instabilità (fig.2).

fig.2

gfsnh-0-204

 

Nell’ultima emissione del modello americano tale evoluzione arriva ad assumere connotati prettamente invernali, con un nucleo artico-continentale in discesa dalla Scandinavia con ulteriore diminuzione delle temperature nella penisola e genesi di nevicate anche a quote relativamente basse in Appennino centro settentrionale (fig.3).

fig.3

gfsnh-0-240 (3)

In fig.3 sono presenti alcuni aspetti molto indicativi dei principali assetti che hanno caratterizzato la stagione invernale trascorsi, ovvero:

  1. Spinta costante del lobo canadese in Atlantico con affondi reiterati nel settore a sud dell’Islanda
  2. Tenace opposizione alla progressione del flusso atlantico da parte di figure anticicloniche di blocco ibride continentali

Nel caso specifico dalla fig- 3 si passa rapidamente, nel giro di 48 h, all’affermazione di un vero e proprio blocco alla circolazione atlantica con arrivodi u nucleo gelido (letteralmente ) dall’artico russo (fig.4).

fig.4

Rtavn2881

 

Si tratterebbe, in tal caso, di un’evoluzione capace di portare nevicate a quote davvero basse al centronord, con aria fredda in arrivo a tutte le quote (-30° C a 5500 m e -5° C a 1500 m al centro).

fig.5

gfs_T850a_eu_41

La visione in fig.5 è alquanto estrema e remota al momento, ma l’arrivo  di una fase fredda alquanto instabile nelle regioni italiane, presenta probabilità non trascurabili nella seconda decade, in linea con un periodo primaverile freddo nel mese di Marzo tipico di molte annate passate. 

Aggiorneremo in merito nei prossimi giorni.

Ciao ciao

 

 

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