16-01-2015 - Salve a tutti; torniamo all’aggiornamento relativo al lungo termine, in attesa del peggioramento notturno nelle regioni meridionali. Emissioni in costante miglioramento nel modello americano. Alla resa dei conti, non si evince nella parte finale dell’inverno un periodo di vera stabilità nel Mediterraneo, sebbene allo stesso tempo non siano inquadrati eventi di grande rilievo nell’immediato. La stabilità atmosferica verrà però già compromessa nel prossimo week-end, con l’arrivo di una perturbazione nordatlantica che il modello europeo aveva già individuato da alcune emissioni. A seguire, l’anticiclone azzorriano, nonostante la presenza di un Vortice Polare in grande forma, mostra sempre un fianco orientale piuttosto debole, con arrivo in sequenza di altri impulsi perturbati, con possibile grande peggioramento ai primi di Marzo.
Andiamo per ordine; lo slancio azzorriano, generato dall’intensificarsi del getto polare a latitudini nordeuropee, sembra essere comunque soggetto all’azione di una nuova saccatura nordatlantica nel prossimo week-end. Tale saccatura è caratterizzata dall’avere un serbatoio freddo d’alimentazione minoritario rispetto alla collocazione delle colate gelide principali del VPT (asse Labrador-Siberia centrale), ma comunque sufficiente e creare un peggioramento piuttosto intenso nelle regioni italiane (fig.1).
fig.1
In fig.1 si vede bene come l’alimentazione Atlantica rinvigorisca una preesistente depressione africana e come la saccatura sia solo un “lascito” della struttura del VPT, chiusa in Artico.
L’azione instabilizzatrice descritta, sebbene sia costretta a scontrarsi perennemente con la forza, davvero notevole, del VPT di questa stagione invernale, sembra poter continuare per tutta la terza decade di Febbraio e anzi, intorno al 28 Febbraio, il modello americano mostra una serie di impulsi perturbati atlantici diretti verso la penisola (onde corte), con peggioramenti veloci ma frequenti, mentre il VPT sembra accentrarsi sempre di più in Artico (fig.2).
fig.2
Al termine dell’ultima emissione, però, ecco che il trend mostrato subisce una sostanziale modifica o, meglio, un’amplificazione, con una penetrazione maggiore dell’onda azzorriana in Artico e una risposta più corposa e non periferica del VPT, che subisce una bilobazione e sembra essere in grado di inviare una colata artica di grandi dimensioni verso il Mediterraneo (fig.3).
fig.3
La cosa interessante di tutta l’evoluzione finora descritta è che possiede una sua logica, con una graduale amplificazione del disturbo operato dalla onde troposferiche, in particolare da quella azzorriana, alla struttura del VPT. Forse non saremo più in inverno per tale data, ma in questa sede si vogliono sottolineare le grandi potenzialità di una simile evoluzione, capace di apportare una nuova ondata di maltempo e neve a bassa quota nelle regioni italiane.
Ciao ciao