16-02-2018 - Salve a tutti, aggiornamenti febbrili in questi giorni, in cui i modelli risultano quanto mai variabili nelle modalità delle emissioni, diciamo”schizoidi”. La ragione di tali repentini cambiamenti risiede proprio nella genesi delle dinamiche stratosferiche descritte ampiamente nei precedenti editoriali, quanto mai esplosive e in piena attuazione e, pertanto, non prive d’influenza per quanto riguarda le evouzioni previste dai GM per la troposfera.
Va sottolineato come anche i run più sfavorevoli al nostro settore di emisfero, ovvero quelle previsioni che ipotizzano scarsi afflussi freddi e scarsa dinamicità nel Mediterraneo, individuano sempre chiaramente importanti stravolgimenti barici del VP anche alle nostre quote troposferiche, evidenziando una chiara correlazione con le dinamiche del Major Midwinter Warming in atto.
L’ultima emissione del modello americano è la classica evoluzione da sogno per i meteo appassionati, perchè individua la genesi di un lungo periodo perturbato e freddo nelle nostre regioni, addirittura con un corposo afflusso gelido dalla Siberia, si proprio da quelle parti, oltre gli Urali.
Andiamo per gradi quindi:
Si inizia alle 96-120 h, quando un prima risalita dell’anticiclone delle Azzorre genera l’arrivo di un primo nucleo freddo continentale nel Mediterraneo, con nevicate a quote collinari nelle regioni centrali (fig.1)
fig.1
Su questa prima irruzione fredda c’è buona concordanza tra i due principali modelli, anzi quello europeo la vede ancora più incisiva (fig,2)
fig.2
A seguire, come dicevamo, c’è ancora grandissima incertezza, con emissioni che però, sempre più spesso, predono una piega decisamente da evento.
Nell’ultimo run del modello americano, appena uscito, la risalita dell’anticiclone delle Azzorre prosegue sempre più imperiosa, fino a generare una vera e propria imponente struttura di blocco del tipo ponte di Woeikoff (Azzorre e nucleo Scandinavo uniti), tale da richiamare un intenso nucleo gelido di origine siberiana, con temperature inferiori a -40° C a500 hPa (5500m) e inferiori a -20° C a 850 hPa (1500m)
fig.3
Davvero entusiasmante quanto mostrato dal modello americano, una vera carta da sogno, ma questa volta nell’emissione ufficiale e intorno le 200 h di distanza, dove il nucleo gelido giunge sulle Alpi, interessando buona parte della penisola con nevicate facilmente a quote pianeggianti.
fig.4
Fantastica ‘l’emissione descritta (anche rara probabilmente), ma che prosegue addirittura con l’aggiramento del nucleo gelido dai Pirenei e la sua riproposizione nel Mediterraneo da ovest (!!!) come intensa perturbazione preceduta da richiamo caldo sciroccale e nuova neve a quote basse, la tempesta perfetta insomma (!!!!).
fig.5
Insomma, uno sconquasso del genere è chiaramente legato a un evento di grande intensità in stratosfera e gradualmente i modelli si stanno allineando; l’ultima emissione del modello europeo, in fase di uscita, vede chiaramente la partenza di un intenso afflusso gelido siberiano verso il continente europeo, con le dovute differenze, ma l’impianto barico c’è ed è imponente, forse ancora più massiccio del modello americano.
fig.6
Stiamo incollati agli schermi, come annunciato ci saranno aggiornamenti sempre più avvincenti e vedremo come andrà a finire……….
Ciao ciao