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AGGIORAMENTI SERALI, STATO DEL VORTICE POLARE IN STRATOSFERA E TROPOSFERA E IPOTESI PER LA PARTE CENTRALE DELL’INVERNO, IL FREDDO TRA GENNAIO E FEBBRAIO

Posted on 18/01/2015 by meteogeo in L'EDITORIALE
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gfs_nam_web_1

18-01-2015 - Salve a tutti; editoriale serale dedicato, oltre al consueto aggiornamento dei modelli, a fornire uno sguardo in merito a ciò che accade ai “piani alti” stratosferici, abbastanza attivi attualmente, al fine di verificare la possibilità di eventuali ripercussioni ai piani inferiori troposferici e, in sostanza, di fornire un quadro di come potrebbe essere la parte centrale della stagione invernale.

Un rapido aggiornamento dei modelli serali, ben rappresentati in questa occasione da quello europeo, due i momenti salienti (per una discussione più ampia si rimanda all’editoriale del mattino):

1) A partire da mercoledì pomeriggio l’afflusso di aria polare marittima dalla Francia verso il bacino del Mediterraneo si farà più costante e intenso, con un peggioramento generalizzato delle condizioni meteorologiche a iniziare dal nordovest, dove potrebbero verificarsi nevicate a quote basse, localmente in pianura, già in serata, a quote medie altrove (fig.1).

fig.1

Recm721 (3)

 

2) A seguire il maltempo si trasferirà gradualmente nelle regioni meridionali, con un vortice freddo in transito sulla penisola. Il maltempo potrebbe durare parecchi giorni, ecco la carta della giornata di domenica, con la presenza, reiterata,  di un’alimentazione continentale moderatamente fredda, con nevicate a quote medio-basse anche su tutta la dorsale appenninica (fig.2).

fig.2

Recm1681 (4)

 

 

A seguire ancora, come accennato, i modelli continuano a mostrare una certa difficoltà del VPT a subire disturbi di notevole entità, con un ritorno a condizioni più stabili, mentre ben diversa appare l’evoluzione in atto in stratosfera; ecco la carta prevista (da giorni) dal modello americano nella media stratosfera per il giorno 28 Gennaio (fig.3).

fig.3

gfs_z10_nh_f240 (4)

 

 

Dalla fig. 3 viene evidenziata la presenza di un deciso displacement del VPS (Vortice Polare Stratosferico), alla quota geopotenziale di 10 hPa (30 km di altezza), sotto l’azione della wave 1 (prima onda aleutinica). Si tratta di un disturbo piuttosto accentuato ma che raramente si rivela decisivo per le sorti dei piani inferiori (non vi è split del VPS).

Il VPS, nonostante sembri accusare il colpo, resta comunque compatto, sebbene dislocato. Tale aspetto impedisce, di fatto, la propagazione del disturbo alle quote troposferiche e , di conseguenza, una maggiore vivacità di scambi meridiani e disturbi a carattere freddo alle medie latitudini.

A seguire, i piani superiori restano però instabili e le ultime emissioni del modello americano evidenziano la possibile presenza (previsione molto lontana) di un poderoso warming in partenza dal settore siberiano e convergente verso il polo, con temperature >0° C alla quota di circa 30 km di altezza (fig.4)….

fig.4

gfsnh-10-384 (5)

 

 

Se la previsione fosse confermata nei prossimi giorni, si tratterebbe d un disturbo dalle grandi potenzialità, sebbene al momento la corrispondente carta dei geopotenziali, sempre alla quota di 10 hPa, per il periodo in esame (primi di Febbraio) evidenzia una nuova poderosa azione della wave 1, ma con VPS ancora integro, sebbene sempre in displacement (fig.5).

fig.5

NH_HGT_10mb_384 (1)

 

 

Per intenderci, i disturbi menzionati hanno la funzione indebolire e rallentare la forza di tutto il Vortice Polare, inibendo le velocità zonali e mandando “fuori asse” la trottola del VPT-VPS alle varie quote (classico l’esempio di una pila di dischi non allineati ma collegati in verticale che non riesce a girare all’unisono e si “ferma”).

Tali aspetti risultano ben evidenti dall’analisi alle quote troposferiche della carta prevista per i primi di Febbraio dal modello americano. Notevole “disallineamento” dei nuclei della struttura del VPS-VPT, in questo caso decentrato verso il Canada, ma sempre molto compatto (fig.6).

fig.6

gfsnh-0-384 (58)

 

Per riassumere i concetti indicati ecco infine il grafico del NAM (North Anular Mode), che, appunto, riassume la forza del VP alle varie quote strato-troposferiche. Davvero significativa la differenza tra quanto accade alle quote stratosferiche (10-12 km) e quelle troposferiche (decoupling); ai piani alti il VPS appare molto disturbato e debole (valori negativi del NAM, colore arancione), mentre ai piani inferiori il VPT appare molto compatto, piuttosto forti, difficile da disturbare e, in sostanza, scarse appaiono le possibilità di avere massicce saccature fredde alle medie latitudini (fig.7).

fig.7

gfs_nam_web_1

 

 

Quanto durerà questa fase di “disaccopiamento”?? Non è possibile, perlomeno in questa sede, affermarlo con certezza, ma se i vari disturbi paventati dalle carte stratosferiche andassero in porto, il VPT potrebbe accusare io colpo finalmente e, quindi, potrebbe essere possibile giocare un’importante carta invernale nella prima parte di Febbraio, forse ultimo tentativo per avere una fase invernale cruda di grande spessore; per adesso comunque, ci aspettano molti giorni con tempo instabile e/o perturbato con neve sui rilievi alpini e appenninici.

 

Ciao ciao

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