26-01-2014 - Salve a tutti, eccoci a commentare una settimana abbastanza importante dal punto di vista meteorologico; siamo nel vivo dell’inverno, quasi al culmine del raffreddamento dell’emisfero boreale ed è pertanto lecito attendersi alcuni effetti anche nel Mediterraneo. In verità il freddo vero ha latitato nell’attuale stagione nel comparto europeo, a differenza di quello nordamericano e, in realtà, non arriverà in pieno nemmeno nella settimana entrante. Tuttavia, la concomitanza di almeno due intensi peggioramenti e della permamenza al suolo di aria fredda precedentemente arrivata dall’Europa centrale, consentirà l’innesco di numerose nevicate nelle regioni del centronord, meno al Sud.
Come accennato in precedenti articoli, l’evoluzione meteorologica nell’Europa centrale e nel Mediterraneo è attualmente condizionata da due figure bariche, l’anticiclone delle Azzorre, collocato con il suo massimo pressorio a ovest del Portogallo e l’anticiclone russo-uralico, esteso con la sua influenza anche su parte della Scandinavia; quest’ultimo agisce da blocco inamovibile, forte della sua massa gelida continentale, all’avanzamento delle perturbazioni Atlantiche. Tale assetto barico costringe il flusso Atlantico, con il suo carico di perturbazioni, ad essere “intubato” lungo un canale perturbato che dal Labrador e sud della Gronelandia si spingerà, con un moto quasi rettilineo, fino alla penisola italiana.
Per evidenziare meglio i concetti espressi, torna utile l’analisi della carta della corrente a getto (quota 9000 m circa); come si vede dalla carta, un “fiume” d’aria in quota (colori rosa-arancione) è visto partire dal sud del Labrador e sfociare in pieno Mediterraneo con il suo carico di aria fredda. Nel dettaglio, ogni concavità del flusso corrisponde a un affondo delle perturbazioni Atlantiche, separato da una pausa meno perturbata (convessità).
Ovviamente l’aria fredda al suolo tende a riscaldarsi molto nell’attraversare l’Atlantico, a differenza di quando proviene dalla massa continetale russa-siberiana, ma in quota il nocciolo gelido conseverà il suo carico freddo e instabile, consentendo la genesi dei fenomeni descritti..
Come si vede, un primo impulso arriverà domani sera (lunedì) al centrosud, con il suo carico di pioggia e neve. Ecco la stessa carta a quote inferiori, che evidenzia la formazione del minimo al suolo nelle regioni centrali. Piogge e rovesci interesseranno tutto l’Appennino centrale già in tarda mattinata, per intensificarsi nel pomeriggio e trasferirsi al Sud. In base alle temperature previste, in quota e al suolo, la neve farò la sua comparsa inizalmente a quote medie, intorno 1000 m, su Lazio e Abruzzo; 800 m Umbria e Marche. Nel pomeriggio e soprattutto sera, abbassamento della quota neve intorno 500 m nelle Marche, 700-800 m su Lazio, Abruzzo e Molise, con tendenza a ulteriore abbassamento in nottata, fino a 500-600 m e concentrazione dei fenomeni in Adriatico. Al Sud piogge e rovesci arriveranno la sera , quota neve inizialmente intorno 1000-1200 m, in abbassamento intorno 800 – 1000 m in nottata.
Questo primo peggioramento salterà quasi completamente il Nord, ma sarà seguito da una più intensa perturbazione Atlantica, direttamente connessa al nocciolo gelido Artico, che si getterà nel Mediterraneo martedì sera più a ovest, innescando precipitazioni estese e localmente abbondanti su vasti settori del centronord.
La carta della corrente a getto evidenzia la concavità molto più ampia generata da questo affondo, peggioramento più intenso e duraturo quindi…
Questa volta il nord Italia verrà colpito in pieno dalla perturbazione; già martedì sera inizieranno le precipitzioni al nordovest che, a causa dell’aria fredda affluita nei giorni precedenti e ancora stagnante al suolo, saranno nevose anche in pianura Padana e continueranno probabilmente per tutta la giornata di mercoledì. La carta nei bassi strati evidenzia il minimo presente a ovest della Corsica e il forte peggioramento in atto nelle ore centrali della giornata.
Sulla base delle temperature e precipitazioni previste dai vari modelli, nevicate estese e localmente abbondanti interesseranno, a partire da martedì sera, fino almeno al pomeriggio di mercoledì, Piemonte, Lombardia, Emilia e, a seguire, tutto il triveneto anche in pianura. In Liguria le nevicate saranno a quote collinari (400-500 m), localmente più in basso.
Riguardo l’Appennino e le centrali, nelle prime ore di mercoledì, al mattino, la concomitanza del raffreddamento notturno e dell’aria fredda ancora presente nei bassi strati con l’arrivo della perturbazione, potrà generare nevicate su Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo intorno 400-500 m, localmente più in basso nelle conche interne lontane dal mare.
L’evoluzione descritta avrà luogo fino al pomeriggio di mercoledì; successivamente, putroppo per i nevofili, tutti i modelli sono concordi nell’evidenziare un affondo della saccatura Atlantica verso il nordafrica. Tale aspetto genererà un intenso richiamo sciroccale al centrosud, fino alla Toscana; in queste regioni la quota neve salirà rapidamente al di sopra dei 1000 m la sera, in concomitanza con una generale attenuazione dei fenomeni.
Nelle regioni settentrionali, compresa la “conca” padana, il richiamo caldo arriverà molto più lentamente e, pertanto, continueranno le nevicate, sebbene in forma attenuata, fino alla tarda sera e la nottata tra mercoledì e giovedì, raggiungendo nei settori collinari delle Prealpi di Lombardia e Piemonte orientale accumuli compresi tra 30 e 50 cm.
A seguire, è probabile un nuovo intenso peggioramento tra giovedì sera e venerdì sera-notte anche nelle regioni del centrosud, ma questa volta accompagnato da intenso richiamo sciroccale, con piogge anche forti nei settori tirrenici e ionici, accompagnate appunto da impetuosi venti di scirocco, con mareggiate nelle coste esposte e quota neve in forte rialzo su tutto l’Appennino.
Seguite i successivi aggiornamenti.
Ciao ciao