17-12-2020 – Salve a tutti, editoriali giornalieri che si susseguono con l’avvicinarsi del Natale, ma soprattutto in corrispondenza di una nuova fase meteorologica, molto più dinamica, fredda e instabile.
Come accennato, al momento il tempo nelle nostre regioni presenta connotati autunnali, poco invernali quindi e questo dovrebbe durare fino alle porte del Natale.
Ma proprio con l’arrivo delle festività è confermato un primo peggioramento a carattere freddo dopo molto tempo; ecco quindi la partenza di una prima ondulazione, favorita da una potente struttura altopressoria azzorriana in Atlantico e da una intrinseca debolezza del Vortice Polare.
fig.1
Questa prima ondulazione, sebbene non particolarmente marcata, dovrebbe essere in grado di dirottare un nucleo freddo di origine artica proprio sopra le nostre teste, regalando le prime nevicate a quote non elevate in Appennino centrale il giorno di Santo Stefano.
fig.2
Passato questo primo peggioramento, che potremmo definite apripista, ecco che i modelli oggi iniziano a convergere per l’arrivo di un più potente nucleo artico, questa volta direttamente un lobo del VP, quasi uno split dello stesso.
fig.4
Pazzesca la previsione del modello americano per il giorno 29, geopotentiali polari non sempre comuni alle medie latitudini. Dalla carta emisferica si evince come tale struttura sia molto ampia e sia direttamente correlata al distacco di un lobo gelido dal vortice Polare (fino a -34 C a 500 hPa, 5500 m).
fig.5
Ottima la convergenza del modello europeo con quello americano, anche qui viene vista la dinamica a due onde più il contributo fondamentale della struttura ibrida asiatica, che evidenzia la presenza di un anticiclone russo siberiano in forma smagliante, capace di deformare realmente il VP e di fornire una notevole persistenza di tale dinamica, vista nl finale del modello americano praticamente identica.
fig.6
In tale contesto, gli effetti sono prevedibili ed ecco la previsione per la copertura nevosa in Europa tra 15 giorni da parte del modello americano.
La stratosfera, di pari passo, risente probabilmente anche dei disturbi troposferici, così perlomeno sembrerebbe dalla partenza di una marcato warming, sebbene di tipo minor, ma che nel lungo termine sembra sortire effetti significativi sulla struttura del VP stesso.
fig.9
Il grafico dl NAM, nostra fedele sentinella dell’andamento del VP a tutte le quote, è sempre più blue, con tutti i piani isobarici con NAM negativa in previsione.
fig.10
Riassumendo quindi, possiamo ipotizzare quattro fasi dal punto di vista meteorologico, per i prossimi 15 giorni:
- Attuale, fino al 24 Dicembre – Tempo mite con passaggi nuvolosi si scarsa rilevanza, più soleggiato al centrosud.
- 25-27 Dicembre – Primo affondo perturbato nord atlantico più veloce, rovesci, temporali e nevicate a quote collinari soprattutto al centro, piogge al centrosud.
- 28-30 Dicembre – Secondo affondo perturbato, massiccia saccatura artica, maltempo a tratti marcato, soprattutto tirreniche, neve inizialmente a quote basse al nord, media al centro, poi in abbassamento.
- 31 Dicembre – inizio Gennaio – Da definire, possibile ulteriore instabilizzazione del VP, con contributi continentali freddi, ma non è possibile inquadrarla ora.
In ogni caso, lo spettacolo inizia e lo farà proprio durante le festività.
Ciao ciao