16-02-2020 - Salve a tutti, editoriale della Domenica immancabile, nonostante il parziale scoramento di molti appassionati per le vicende meteorologiche in atto, che vedono una parentesi più primaverile che invernale nelle regioni italiane.
La ragione della persistenza di condizioni sovente altopressorie e con temperature spesso sopramedia nelle nostre regioni risiede sempre nel peculiare assetto del VP, freddo e chiuso, in grado di generare a catena violentissimi cicloni extratropicali in Atlantico, come quello attualmente in azione a sud dell’Islanda, con venti da uragano fino a 220 km/h nell’area epicentrale del minimo, denominato Dennis.
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Davvero impressionante la potenza del ciclone islandese, raramente visto con questa virulenza in questo periodo, con un minimo di 935 hPa a sud dell’Islanda (ma ieri era ancora più approfondito) nato dalla confluenza tra aria gelida a tutte le quote proveniente dal Labrador con un afflusso ben più caldo e umido di origine sub tropicale che ha preso le mosse addirittura dal mar dei Caraibi.
Con VP di tale potenza il flusso atlantico non può far altro che salire di latitudine velocizzando le sue spire, con gli anticiclcloni subtropicali che lo inseguono verso nord, occupando la fascia temperata anche in pieno inverno.
Sarà ancora così anche nei prossimi giorni, sebbene lievi ondulazioni saranno sempre possibili in quest’ambito circolatorio di tipo “strong” del VP. Ecco un esempio possibile a partire dal 20 Febbraio, un po’ di vento e freddo in transito sull’Italia, ma rapidamente incalzati dal flusso zonale atlantico.
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A seguire, per il prossimo week-end, nuovo rafforzamento del VP con flusso zonale atlantico “sparato” letteralmente lungo i parallei, in azione oltralpe, mentre da noi un nuovo super anticiclone potrebbe far salire ulteriormente le temperature.
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Ma quindi nessun cambiamento in vista??
Non subito diciamo, o perlomeno molto poco nel mese di Febbraio come evidenzia la cross section del NAM per i prossimi 15 giorni; ancora NAM a +4 a 10 hPa, anche a fine emissione.
AO che potrebbe superare nuovamente il valore di +6, dopo il picco dichiarato da NOAA di 6,34 dei giorni scorsi.
Se le cose dovessero andare veramente così, il VP visto in Febbraio risulterebbe il più compatto degli ultimi decenni.
Ma tutto è destinato a cambiare e, anche questo assetto dovrà finire, sebbene non aspettatevi una legge di compensazione per quanto tolto all’inverno. Dal punto di vista termodinamico, gli equilibri devono essere rispettati a scala emisferica, non locale. Ma, dicevamo, Marzo potrebbe subito mostrare un nuovo volto, al termine del co dizionamento, con massicce saccature artiche, che riuscirebbero a deviare finalmente il grande serbatoio freddo, verso le medie latitudini.
Insomma, lo spettacolo deve ancora iniziare, sebbene Marzo non sia Gennaio, ma se davvero il VP dovesse terminare il periodo “strong” in Marzo, il ritorno alle medie latitudini potrebbe essere davvero spettacolare, con freddo e neve a quote basse. Ancora comunque i segnali sono poco visibili, ma staremo attenti a riferirli, qualcosa si vede in parte dalle ENS del modello americano.
Ciao ciao
S e cosi