01-01-2019 – Salve a tutti e BUON ANNO.
Primo editoriale dell’anno già ricco di spunti discussione e con molto “pepe”, in virtù di un’accentuata variabilità dei modelli nella previsione del medio termine, ovvero della eventuale ondata di freddo e neve prevista per alcune regioni dal modello americano.
Nel dettaglio, il modello americano, che fino a ieri pomeriggio evidenziava al possibilità dell’arrivo di nevicate anche in pianura nelle regioni centrali, ha notevolmente ridotto e spostato verso est (est shift) la direttrice della colata gelida, mentre il modello europeo, che fino a ieri prevedeva sostanziale assenza di fenomenologie nel territorio italiano, nelle ultime emissioni evidenzia la possibilità di avere un’irruzione fredda artico continentale nel Mediterraneo centrale, piuttosto corposa, sebbene confinata nelle regioni adriatiche centro meridionali e al sud nei giorni 5-6 del mese di Gennaio.
Cosa succede quindi ?? Modelli in tilt??
NO ovviamente !! Più semplicemente, partendo dai dati di input inseriti nelle ultime emissioni, tali modelli hanno formulato una diversa dinamica evolutiva nell’esito del calcolo. Il tutto, lo abbiamo ribadito, è insito nella natura della materia trattata, che non prevede calcoli deterministici ma probabilistici; ovvero, non possiamo mai sapere con certezza i valori di determinate variabili (temperatura, pressione ad esempio) dopo un certo periodo di tempo, partendo dai dati attuali, ma soltanto conoscere la probabilità che una determinata variabile assuma un determinato valore
Sicuramente, l’incertezza registrata in questa occasione è stata notevole, raramente vista in questo modo, ma anche così è tutto normale. Lo scrivente comunque, come spesso ribadito, continuerà a proporre tali analisi perchè è quello che avrebbe voluto esistesse quando, i primi anni in cui seguiva la meteorologia, non c’era nessun riferimento che aggiornasse in tempo reale, sebbene con le dovute approssimazioni, su quanto stava accadendo.
Vediamo ora nel dettaglio cosa prevedono i citati modelli.
Il modello europeo, alle 120 h, mostra l’attivazione di una decisa rimonta anticiclonica in Atlantico, diretta verso la Scandinavia, con sul lato orientale la discesa fredda dall’Artico scandinavo verso il Mediterraneo.
fig.1
Il giorno 5, la dinamica descritta dovrebbe condurre all’arrivo di un nucleo freddo artico in Adriatico meridionale, capace di generare nevicate a quote molto basse su Abruzzo Molise, Basilicata, Puglia e Marche meridionali, a quote collinari su Calabria e Sicilia settentrionale.
fig.2
Questa è la visione del modello europeo stasera, che riprende i parte quella del modello americano di ieri, ma con tutta la colata spostata a est, senza coinvolgimento delle regioni tirreniche. Quello americano, analogamente a quanto riportato da quello europeo ieri, a parte nivertite, evidenzia il possibile “scivolamento verso est della colata, sui Balcani.
Intanto però, questi sono gli accumuli nevosi previsti dal modello europeo per le nevicate in Appennino per a Befana.
fig.3
Come mai comunque tanta difficoltà all’arrivo di freddo e neve Italia??
Il discorso è stato condotto più volte; essenzialmente, il freddo in inverno giunge da est-nord est, dalla massa continentale euroasiatica, ma le correnti dominanti alle medie latitudini, le nostre, sono da ovest, dall’Atlantico e, molto più umide e miti.
Per consentire l’arrivo di correnti in senso opposto (antizonali), occorre la formazione di un robusto blocco altopressorio che impedisca lo scorrere delle perturbazioni atlantiche verso l’Europa.
Allo stato attuale, il Vortice Polare è alquanto compatto e sbilanciato vero il nostro settore di emisfero, con continui movimenti del”core” verso la Groenlandia, (trend del decennio).
fig.4
La forza del VP inibisce quindi l’elevazione degli anticicloni verso nord in Atlantico e rende in sostanza difficile che il freddo giunga dall’Artico o dalla Russia nel Mediterraneo, per intenderci.
I grafico riportato di seguito riporta il parametro EA (East Atlantic) che evidenzia la propensione della bassa pressione islandese ad affondare in Atlantico e agli anticicloni atlantici a deviare verso l’Europa.
Tale propensione, negli ultimi anni (picchi rossi alla fine) è stata molto evidente e, pertanto, senza scomodare stravolgimenti climatici a scala globale è evidente l’assenza di freddo e, talvolta, di precipitazioni (non quest’anno) sia generata da un pattern, un assetto emisferico, che sembra comunque in attenuazione quest’anno.
fig.5
Insomma, l’annata in corso è apertissima, già per l’Epifania l’ondata di freddo continentale ci sarà, con neve a bassissima quote in alcune regioni e le cose potrebbe ulteriormente cambiare nelle prossime emissioni (vediamo gli aggiornamenti).
Per la prosecuzione del mese di Gennaio, ancora tutto da definire, il VP potrebbe agitarsi esasperare la tendenza all’isolamento del lobo canadese, tale da consentire la risalita degli anticicloni vero l’Artico,per l’innesco, finalmente, di saccature artiche corpose verso il Mediterraneo.
fig.6
Ciao ciao