13-01-2019 – Salve a tutti, aggiornamenti dei modelli sempre più emozionanti, che richiedono nuovi editoriali anche a ora tarda.
Molto rapidamente andiamo a vedere cosa sta succedendo. Come accennato ieri, le regioni italiane vanno a intercettare un flusso molto teso nord occidentale che investe con folate di phoen le regioni del nord ovest (17° C anche a Genova oggi), mentre in Adriatico e al sud continuano i rovesci, sebbene in un contesto più mite.
fig.1
Lungo la direttrice menzionata si susseguiranno, a intermittenza, nei prossimi giorni, numerosi impulsi perturbati, via via più incisivi, che andranno gradualmente a interessare anche le nostre regioni più occidentali, con una variabilità perturbata di chiaro stampo atlantico.
Tale evoluzione si farà più marcata proprio a inizio della terza decade, come annunciato da molto tempo, con una prima possibile saccatura più persistente, in grado di generare nevicate a quote medio-basse su Alpi e Appennini.
fig,2
Attenzione ora ai successivi passaggi; in fig.2 è già ben visibile l’apertura dei geopotenziali verso l’Artico (freccia nera) con una prima suddivisione in abbozzo dei due lobi del VP. La dinamica ora descritta è in realtà innescata, dall’altra parte dell’emisfero, da un poderosa spinta (forcing) aleutinico che non rappresenta altro che la partenza della trasmissione in troposfera degli effetti del ciclopico warming di inizio Gennaio avvenuto in stratosfera.
fig,3
Impressionante la spinta aleutinica (indicata con il numero 1) in grado di addossare letteralmente il VP dal nostro settore di emisfero, ancora compatto, ma in grado già di spedire un poderoso lobo gelido verso il Mediterraneo.
fig,4
Minimi al suolo e geopotenziali da urlo per un simile movimento, pioggia e nevicate a bassa quota non mancherebbero con una simile evoluzione.
Ma ancora meglio è l’evoluzione mostrata dal modello europeo, dove la massiccia saccatura artica generata dallo stesso movimento giunge più a ovest ed entra diretta nel Mediterraneo dalla Francia.
fgi,5
Molto più produttiva in termini di precipitazioni l’evoluzione del modello europeo, ma soprattutto grande concordanza tra i modelli nonostante l’elevato range temporale in gioco. Anche l’emisferica del modello europeo è fantastica, perchè vede una maggiore collaborazione dell’onda azzorriana (2), pronta a smembrare il VP in più lobi secondo una chiara dinamica a onde convergenti, come indicato dalle frecce gialle, convergenti verso il polo ovviamente.
fig.6
Ma il processo descritto dovrebbe rappresentare solo l’inizio di un eventuale terremoto troposferico, già intravisto nel lungo termine del modello americano, che descrive bene la distruzione del VPT e il progressivo distacco di lobi gelidi verso le medie latitudini.
fig.7
Insomma, nell’annata in corso potremmo davvero assistere a eventi meteorologici di rilevanza significativa e, soprattutto, alquanto prolungati nel tempo
Ciao ciao…………..