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  • INIZIA UN PERIODO SEMPRE PIU’ FREDDO E INSTABILE NELLE REGIONI ITALIANE, NEVE FINO AL PIANO DAL 3 AL 5 IN ADRIATICO E IL FREDDO E LE NEVICATE NON MOLLERANNO LA PRESA PER MOLTI GIORNI

INIZIA UN PERIODO SEMPRE PIU’ FREDDO E INSTABILE NELLE REGIONI ITALIANE, NEVE FINO AL PIANO DAL 3 AL 5 IN ADRIATICO E IL FREDDO E LE NEVICATE NON MOLLERANNO LA PRESA PER MOLTI GIORNI

Posted on 30/12/2018 by meteogeo in Analisi lungo termine
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30-12-2018, ore 21:45 – Salve a tutti, aggiornamenti sempre più emozionanti per gli amanti del freddo e della neve, con le regioni mediterranee e, in particolare,  quelle italiane, probabilmente soggette per molti giorni, a partire da domani, a continui afflussi freddi di origine artica, anche continentale.

In realtà, il primo afflusso freddo, caratterizzato da correnti nordorientali sempre più fredde, è già iniziato nelle regioni meridionali e in quelle del medio-basso Adriatico.

fig.1

MET10_RGBNatColour_CentralEurope_20181230130000

 

Come si vede  dalla fig.1  e dalla successiva animazione satellitare le perturbazioni atlantiche sono costrette infatti a fare un ampio giro attorno alla grande struttura altopressoria, ripresentandosi come impulsi piuttosto freddi, arricchiti da contributi artico-continentali, nelle nostre regioni adriatiche e al sud.

fig.2

animation-satellite-ir-france (1)

Le conseguenze pratiche di tale dinamica si avvertono già nelle regioni menzionate, sotto forma di rovesci e temporali sparsi che dall’Abruzzo si spingono fino all’estremo sud.

Nel complesso, le fenomenologie descritte, colpiranno ancora le regioni menzionate, in un contesto sempre più freddo che, già dalla notte dell’ultimo dell’anno, porterà nevicate sparse a quote collinari o localmente più in basso.

Ma sarà nei giorni successivi che il freddo farà la sua comparsa nella forma più cruda.

L’evoluzione descritta subirà un’ulteriore esasperazione infatti a partire dal giorno 2, con l’alta pressione in Atlantico che assumerà sempre più vigore e si spingerà verso nord, fino a lasciare scivolare lungo il suo bordo orientale una corposa saccatura alimentata da aria molto fredda artica in transito nelle regioni continentali europee.

fig.3

ECMOPEU12_96_1

Già dalla mattina del giorno 3 quindi, gelide correnti nordorientali investiranno le regioni italiane a iniziare da quelle adriatiche ovviamente, allargando comunque il raggio d’azione con i fenomeni che interesseranno buona parte del versante adriatico con rovesci nevosi fino alla costa, sebbene in forma sparsa.

Il freddo, in questa seconda ondata, raggiungerà l’acme il giorno successivo. 4 Gennaio, quando venti di Bora gelidi saranno ancora presenti su tutte le praticamente su tutta la penisola e, nelle regioni adriatiche, le temperature scenderanno sotto lo zero anche in pieno giorno.

fig.4

ECI0-120 (1)

 

Nevicate fino al piano saranno possibile, anche sotto forma di brevi rovesci, dalla Romagna passando alle Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e settori ai confini orientali di Umbria, Lazio, buona parte della Campania e Calabria settentrionale.

Neve a quote basse potrà fare la sua comparsa nelle altre zone della Calabria e della Sicilia.

Come procederà quindi la prima decade di Gennaio??

Le ultime proiezioni del modello europeo indicano come probabile la persistenza del freddo e delle nevicate per alcune regioni italiane, grazie alla presenza di un potente blocco altopressorio più a ovest, lungo il cui bordo orientali aflussi gelidi potrebbero continuare ad affluire nei settori più orientali della penisola.

fig.5

ECMOPEU12_144_1

 

Dalla fig.5 si evince come, al termine della prossima settimana, la situazione non sia cambiata molto e aria molto fredda continui ad affluire dai Balcani nelle regioni italiane.

Nel complesso quindi, il nuovo anno potrebbe iniziare con una prima decade molto fredda nelle regioni italiane, in particolare in quelle adriatiche, dove potrebbero presentarsi ripetute occasioni per avere nevicate fino a quote molto basse o al piano.

Ma quanto riportato finora potrebbe essere solo l’inizio di una fase fredda e perturbata per le nostre regioni; dalle quote stratosferiche continuano a giungere segnali che indicano come probabile un costante indebolimento della struttura del VP.

Innanzitutto, il warming sulla verticale del polo sta raggiungendo valori mai visti negli ultimi decenni, persino nella ormai celebre stagione del 1985.

fig.6

pole10_nh (3)

 

Ciò non vuol dire, ovviamente, che debbano verificarsi le stesse fenomenologie, ma certamente il VP potrebbe andare incontro a una severa crisi a iniziare dai piani stratosferici.

A riguardo, il NAM ha ormai sfondato la soglia di -3 caratteristica per l’innesco di un precondizionamento ed è vista proseguire verso il basso oltrepassando il valore di -4.

fig.7

 

Indici_NAM_SEI (4)

La propagazione verso i piani inferiori ancora stenta in troposfera, ma l’aumento dei gpt alle quote superiori è davvero imponente.

fig.8

time_pres_HGT_ANOM_OND_NH_2018 (6)

 

Il VPS è visto restare in split anche nel lungo termine, sarà difficile che nulla accada alle quote inferiori.

fig.9

NH_HGT_10mb_384 (15)

 

Insomma, ci sono tutte le premesse perchè a una prima decade già fredda e instabile per alcune regioni, ne segua una seconda con dinamiche ancora più rilevanti; un ruolo fondamentale a riguardo lo eserciterà l’anticiclone delle Azzorre con la sua spinta verso nord e verso nordest.

Seguiremo gli aggiornamenti a riguardo, nei prossimi giorni si capirà cosa potrebbe accadere.

 

 

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Ciao ciao

 

 

 

 

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