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ANCORA INSTABILITA’ NEL BREVE, POI DALLA TERZA DECADE FREDDO E NEVE POTREBBERO ARRIVARE ANCHE IN PIANURA

Posted on 14/02/2018 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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14-02-2018 - Salve a tutti, nuovo aggiornamento in quella che può essere definita la fase maggiormente cruciale dell’inverno, sebbene alquanto tardiva.

Freddo e instabilità sono già presenti nelle regioni italiane, ma altri importanti stravolgimenti sono in vista, logica conseguenza di quello che ormai, alle quote stratosferiche, può essere definito un evento eccezionale, ovvero un warming di singolare potenza, durata ed estensione.

Si tratta in realtà di più eventi, già in atto, che hanno condotto, mentre si scrive, alla bilobazione e split del VPS nella media stratosfera (non solo), con regressione del lobo siberiano verso l’Europa, inversione pesante dei venti zonali, attestati sul valore di -24 m/sec e genesi di un poderoso anticiclone polare fig.1

fig.1

ecmwf10f24

 

Alla quota geopotenziale di 30 hPa il warming in atto ha già superato come potenza quello celebre del 1985, con un aumento di ben 50° C in pochi giorni sulla verticale del polo.

fig.2

pole30_nh

 

Una volta accertato il fatto che si sia in presenza di un evento stratosferico di grandissima portata, cerchiamo di stabilire cosa potrà succedere alle quote inferiori e, soprattutto cosa potrebbe succedere nel nostro settore di emisfero.

Diciamo subito che ancora gli effetti del warming non si vedono e non è detto che debbano causare riflessi diretti da noi; tuttavia, il tempo non è stabile nel Mediterraneo, a causa della presenza di un flusso  nord atlantico e anche piuttosto freddo, in interazione con aria fredda continentale proveniente dai Balcani.

fig.3

MET10_RGBNatColour_WesternEurope_20180214150000Nevicate a quote molto basse si sono verificate oggi nel Lazio occidentale, nei settori più vicini al mare, a causa del transito di un vortice freddo nel Tirreno, compresi i Colli Albani.

Le dinamiche descritte non sono in correlazione con gli eventi stratosferici, ma rappresentano la diretta conseguenza della presenza di un lobo canadese del VP molto forte,che spinge la sua influenza fino a al settore europeo.

Ma le cose sono destinate a cambiare; a partire dall’inizio della terza decade infatti, in ottima correlazione con i tempi di propagazione del MMW (7-10 giorni), in pieno atlantico le cose inizieranno a cambiare, con l’affermazione, ormai molto probabile, di un “setto” altopressorio tra la depressione islandese e una nuovo centro depressionario nel settore europeo, spinto da un’alimentazione continentale.

fig.4

ECMOPEU12_216_1

Ancora a definire nei dettagli le modalità dell’elevazione della struttura altopressoria; da come si eleverà in Atlantico potrebbe scaturire un’irruzione fredda prettamente continentale o un’interazione continentale-atlantica. Alcune carte degli spaghetti del modello americano sono davvero spettacolari in proposito.

fig.5

GFSP15EU12_210_1

 

L’incertezza  davvero tanta già nel medio termine; davvero indicativa la carta del modello europeo per definire lo “spread”, ovvero la possibilità di errore previsionale e la conseguente divergenza previsionale, massima proprio sull’Islanda, dove dovrebbe svilupparsi l’alta pressione, la cui collocazione è ancora dubbia.

fig.6

EEH1-240 (1)

Gli “spaghetti” per la città di Roma sono molto indicativi in merito; dopo il 20 le conseguenze del warming appaiono chiare in termini di grande incertezza previsionale.

fig.7

GFSENS12_42_13_205 (1)

In sostanza quindi, ci aspetta un finale d’inverno avvincente con precipitazioni e irruzioni fredde la cui esatta traiettoria è ancora da stabilire.

La prima parte della fase instabile dovrebbe quindi consistere in un’irruzione fredda continentale, ma con il lobo canadese ancora attivo; la seconda parte vede la destrutturazione lo lobo canadese successiva ad almeno due possenti warming e il trasferimento dei nuclei gelidi in area siberiana ai primi di Marzo, con possibile afflusso gelido di grandi dimensioni in Europa.

fig.8

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I punti salienti della discussione sono quindi i seguenti:

  1. Il warming in atto in stratosfera ha assunto i caratteri della eccezionalità
  2. La propagazione in troposfera in termini di forte indebolimento del VPT e maggior presenza di ondulazioni del getto, con possible affermazione di cellule altopressorie al polo, sembra ormai accertata
  3. Non è detto però che freddo e neve debbano giungere necessariamente da noi, ma una probabilità c’è ed è concreta

fig.9

gfs_T850a_eu_53 (1)

Seguite gli aggiornamenti, ci potrebbe aspettare un finale di stagione con grandi sorprese.

 

Ciao ciao

 

 

 

 

 

 

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