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MALTEMPO E NEVE SUI RILIEVI NEL WEEK END E PER LA TERZA DECADE POTREBBE ARRIVARE ARIA FREDDA ARTICO CONTINENTALE E NEVE A QUOTE BASSE CON INVERNO VERO

Posted on 16/01/2018 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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16-01-2018 - Salve a tutti, aggiornamento alquanto corposo in merito all’attuale evoluzione presentata dai modelli, che evidenza oggi alcuni aspetti molto interessanti, in parziale contraddizione con quanto esposto ieri, ma c’è parecchia incertezza in effetti rispetto a quanto potrebbe accadere alla fine del mese, periodo intorno al quale potrebbero scaturire alcune sorprese fredde e nevose………

Cerchiamo di caratterizzare l’evoluzione per gradi; quadro satellitare assolutamente spettacolare oggi. Dal vicino Atlantico si vede bene come praticamente una cospicua porzione del lobo canadese sia praticamente traslato in Atlantico, generando un enorme fiume perturbato che dalle coste del Labrador e della Groenlandia meridionale si porta verso quelle europee.

fig.1

MET10_RGBNatColour_WesternEurope_20180116140000

Le regioni italiane, in tale contesto, risultano collocate ai margini del flusso portante atlantico, ma non abbastanza per non sortirne gli effetti, che nella giornata odierna consistono essenzialmente in una ventilazione molto intensa soprattutto al centro nord e in particolare nel Tirreno settentrionale, dove di sono toccate punte di oltre 200 km/h sui crinali esposti della Corsica.

Diverso il discorso delle regioni alpine di confine, dove oltre al vento sono presenti abbondanti nevicate di sconfinamento, frutto dello stau presenti nei versanti esteri.

Quale sarà l’evoluzione futura nei prossimi giorni perle regioni italiane??

Ebbene, il flusso teso nord occidentale andrà gradualmente a ondularsi, consentendo alle grandi depressioni atlantiche, per quanto indebolite, di entrare nel Mediterraneo il prossimo week-end.

fig.2

ECMOPEU00_96_1 (1)

Si tratterà di un passaggio non particolarmente duraturo però, in quanto la saccatura verrà rapidamente seguita da un rimonta anticiclonica, ma sufficiente a generare, piogge, temporali, vento forte e nevicate che potranno giungere a quote relativamente basse in Appennino centrale entro la mattinata di Domenica.

A seguire, come accennato, il tempo dovrebbe momentaneamente ristabilirsi ma, prolungando l’analisi verso il long range, appaiono alcuni aspetti che lasciano ben sperare per una seconda parte dell’inverno.

In particolare, il modello europeo propone questa mattina un’emissione che mostra la presenza di un VP quanto mai dinamico e, soprattutto, alquanto vulnerabile nel settore russo siberiano anche alla luce dell’affermazione di potenti strutture ibride anticicloniche.

fig.3

ECH1-192 (3)

In fig.3 un vero e proprio canale artico di alimentazione fredda prende le mosse verso il Mediterraneo grazie all’azione congiunta di un’onda altopressoria atlantica e una uralico siberiana.

Tale evoluzione appare affermarsi nel nostro continente, passibile di apportare un peggioramento a carattere freddo nelle nostre regioni, con una struttura di blocco nel settore uralico di ben 1060 hPa, che lascia ben sperare per l’evoluzione futura nel nostro territorio.

fig.4

ECMOPEU00_216_1 (1)

Va detto che , nello specifico, l’emissione mostrata appare improbabile dall’analisi delle ENS, le carte di verifica della validità previsionale, ma l’aspetto principale che va sottolineato è che l’affermazione di un potente anticiclone ibrido continentale a est del’Europa è vista ormai da tutte le emissioni ed è confermata anche da modello americano, anche senza un immediato coinvolgimento delle regioni italiane.

A scala emisferica quindi, alcuni movimenti risultano interessanti a prescindere dalle conseguenze dirette e mostrano una ripresa delle attività d’onda del VP verso la fine del mese ed è questo il punto che andrà seguito attentamente.

fig.5

ECH1-240 (4)

In buona sostanza, l’attività del lobo canadese, da molti invocata come cagione di tutti mali, al momento dovrebbe portare almeno un paio di peggioramenti nelle regioni italiane anche con nevicate sui rilievi.

A seguire, lo svuotamento dei geopotenziali nell’area del Labrador, avvenuto attualmente, nei prossimi giorni dovrebbe diminuire comunque la potenza del getto polare in uscita dalle coste canadesi e, probabilmente, preparare il terreno alla rimonta altopressoria in Atlantico descritta nelle ultime carte del presente editoriale, con conseguenze che aprono la strada e molte ipotesi interessanti.

fig.6

 

gfs_T850a_eu_53

Ciao ciao

 

 

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