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ALTA PRESSIONE IMPERANTE NELLA PRIMA DECADE MA POI POSSIBILITA’ PER COLATE GELIDE CONTINENTALI AI MARGINI DEL VP, LE IPOTESI E POSSIBILITA’

Posted on 02/12/2015 by Ilario Larosa in Analisi lungo termine
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gemnh-0-216

02-12-2015 - Salve a tutti; aggiornamento mattutino piuttosto ampio, per cercare di inquadrare lo stato del tempo attuale nel Mediterraneo e le sue probabili evoluzioni future, ben caratterizzate al momento dalla presenza di una imponente rimonta anticiclonica nel Mediterraneo (fig.1).

fig.1

EUMETSAT_MSG_RGB-naturalcolor-centralEurope (16)

Come si vede dalla fig.1, la struttura anticiclonica si estende a buona parte dell’Europa centroccidentale ma, a causa delle frequenti inversioni termiche, sia nelle pianure interne, sia nelle aree costiere, il cielo non è sempre sereno, ma piuttosto spesso oscurato da estesi banchi di nubi basse e nebbie.

L’assetto descritto sarà duro a morire, il Vortice Polare raggiungerà un nuovo “picco” di AO (NAM alle quote troposferiche), con una disposizione in prima armonica leggermente oblunga ma assolutamente compatta, proprio i giorni dell’Immacolata (fig.2).

fig.2

gfsnh-0-144 (1)

Poche occasioni per eventi meteorologici di qualsiasi tipo nel mediterraneo in tale contesto, ma soprattutto per il freddo. La fase descritta dovrebbe durare quindi per tutta la prima decade.

A inizio seconda decade, una ondulazione al margine della struttura  VP dovrebbe generare una discesa fredda piuttosto cospicua a est della penisola italiana, classica evoluzione da struttura compatta del Vortice Polare con elevata tensione zonale nelle regioni polari (fig.4).

fig.4

gfsnh-0-228

Quali possibilità ci sono per l’arrivo del freddo o addirittura della neve con l’evoluzione mostrata in fig.4??

Poche secondo i principali modelli (europeo e americano), entrambi vedono scivolare la colata gelida verso il Mar Nero; molto diversa invece la visione del modello canadese (GEM), che vede addirittura l’arrivo di una irruzione gelida artico contientnale sull’Italia centromeridionale, presa in pieno dalla traiettoria dell’aria fredda (fig.5).

fig.5

gemnh-0-216

Davvero notevole l’irruzione gelida, bel nocciolo freddo in passaggio sull’Italia e neve a quote molto basse in Adriatico e in Appennino a inizio seconda decade (fig.6).

fig.6

Rgem2161

L’ipotesi menzionata è compatibile con un assetto compatto del VP, va specificato, ma appare al momento poco probabile, da seguire comunque.

Successivamente, il possibile strappo freddo dovrebbe essere riassorbito con una nuova accelerazione del getto polare oltralpe, ma l’assetto del VP dovrebbe perdere almeno in parte compattezza, grazie alla realizzazione del citato travaso di vorticità dei geopotenziali dall’Artico canadese verso quello siberiano, con uno sbilanciamento del “core” del VP verso il comparto euroasiatico, ma sempre ad alte latitudini (fig.6).

fig.6

gfsnh-0-300 (2)

 

Tale dinamica è individuata da tutti i modelli per il periodo intorno la metà del mese, ben evidenziato dalla carta delle anomalie previste a 500 hPa (fig.7).

fig.7

gfsnh-12-288

 

Quali le conseguenze per le regioni italiane??

Nel complesso limitate, secondo la visione attuale dei modelli, non è presente allo stato attuale un reale indebolimento del VP, ma disturbi di minore entità vengono contemplati tramite passaggi perturbati Atlantici piuttosto rapidi (fig.8).

fig.8

gfsnh-0-384 (12)

 

Nel complesso quindi, sulla base dell’assetto attuale che va assumendo il VP per il mese di Dicembre, risultano possibili solo disturbi passeggeri nel Mediterraneo, a rompere la monotonia anticiclonica imperante. Tali disturbi potrebbero però risultare anche molto freddi e nevosi, sebbene transitori, come ad esempio mostrato dal modello canadese, consistenti quindi circolazioni fredde continentali di chiusura di saccature Atlantiche o artiche, innescate ai margini della struttura del Vortice Polare.

Per un nuovo assetto, più dinamico, della struttura stessa del VP, occorrerà viceversa aspettare ancora molti giorni, forse settimane. In tal senso infatti, i disturbi in stratosfera non appaiono al momento assolutamente sufficienti a modificare le dinamiche descritte nell’articolo, ma piuttosto contribuiscono a irrobustire ulteriormente la compatezza del VP alle quote troposferiche.

Ciao ciao

 

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