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ECCO LA NEVE DI SANTO STEFANO, UN BIANCO NATALE IN RITARDO PER I PAESI APPENNINICI, I DETTAGLI DEL PEGGIORAMENTO

Posted on 21/12/2014 by meteogeo in Analisi modelli, previsione a 10-15 giorni
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ECI0-120

21-12-2014 - Salve a tutti; alla luce delle ultime, confortanti emissioni del modello europeo in merito all’eventuale peggioramento a carattere freddo che potrebbe colpire le regioni adriatiche e il sud il giorno 26, risulta utile fornire qualche dettaglio riguardante la dinamica stessa del passaggio perturbato e, in particolare, sulla distribuzione delle nevicate previste al seguito.

Dicevamo confortanti le emissioni del modello europeo, che ormai da ieri mattina, seguito oggi dai rimanenti modelli, evidenzia la possibilità del passaggio, piuttosto rapido, di un sistema frontale in discesa dall’Europa centrale che scavalcherebbe le Alpi proprio nella notte di Natale. Come succede frequentemente in questi casi, l’impatto con la barriera alpina causerà il classico “salto” delle regioni settentrionali e delle centrali tirreniche, praticamente esenti da fenomenologie precipitative, sebbene qualche fenomeno potrebbe in un primo tempo interessare il nordest, con rovesci nevosi anche a quote basse la notte di Natale.

I fenomeni più interessati dovrebbero però seguire il fronte perturbato, in seguito alla formazione di un minimo al suolo nel basso Tirreno, accompagnato dal richiamo di correnti fredde, sempre al suolo, dai Balcani nel medio e alto Adriatico nella mattinata di Santo Stefano (fig.1)

fig.1

ECI1-120

 

 

Come si evince dalla fig.1, in quota la saccatura sarà ancora presente al nord venerdì mattina, con possibilità di rovesci nevosi nell’Appennino tosco emiliano, in particolare bolognese e Romagna, le termiche sono di tutto rispetto (fig.2).

 

ECI0-120

 

 

In base a tale evoluzione, l’assetto baroclino della saccatura, con il  minimo al suolo nel basso Tirreno nell’alto Adriatico in quota, risulterebbe favorevole alla genesi di nevicate anche piuttosto insistenti nella mattinata del 26 tra Romagna, Marche e Abruzzo settentrionale a quote molto basse,  fino a 300 m nell’Appennino marchigiano e Romagna, come illustrato nella fig.3.

fig.3

Italia

 

 

Gradualmente, i fenomeni scivolerebbero lungo la dorsale appenninica nel tardo pomeriggio del 26, concentrandosi tra Abruzzo meridionale e Basilicata orientale, passando per il Molise e l’Irpinia, nella mattinata del 27, ottime termiche, ma con fenomeni in esaurimento (fig.4).

fig.4

ECI0-144 (1)

 

 

Tuttavia, nella notte tra 26 e 27, fino alle prime ore  del mattino del 27 stesso, altre nevicate a quote basse potrebbero interessare le regioni menzionate, secondo lo schema riportato di seguito (fig.5)

fig.5

Italia 2

 

Insomma, sebbene piuttosto rapida  e, quindi con fenomenologie non persistenti nella penisola italiana, la “burrasca” di Santo Stefano potrebbe regalare qualche soddisfazione agli abitanti di molte cittadine della dorsale appenninica, che con un pò di ritardo potrebbero festeggiare un bianco Natale.

Inoltre, gran finale, se la perturbazione prevista al seguito di quella descritta finora avesse la giusta traiettoria, più occidentale (come inquadrato dal modello americano in mattina) le correnti calde sudoccidentali in Pianura Padana potrebbero scorrere sopra lo strato freddo formato dal precedente afflusso (non molto massiccio però) generando nevicate da “addolcimento”; gli ultimi aggiornamenti non prevedono ciò però, ipotizzando una traiettoria simile alla precedente, più orientale, poco fruttuosa per il nord (fig.6).

fig.6

 

Rtavn1681 (5)

 

Al prossimo aggiornamento

 

Ciao ciao

 

 

 

 

 

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freddo, neve, neve Adriatico, neve da addolcimento, Neve santo Stefano, peggioramento Natale, saccatura polare

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