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TUTTO QUELLO CHE POTREBBE ACCADERE NEI PROSSIMI DUE MESI, COOLING, NAM, SVOLTA NATALIZIA E ARRIVO DEL VERO INVERNO

Posted on 11/11/2015 by meteogeo in L'EDITORIALE
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time_pres_TEMP_ANOM_ALL_NH_2013

11-11-2015 - Salve a tutti, nuovo aggiornamento serale, dove alcune caratteristiche del tempo che sarà nell’ultima parte dell’autunno emergono sempre più palesi, sebbene resti sempre un margine di incertezza, che potrebbe anche volgere a favore di una maggiore dinamicità nel comparto mediterraneo.

Dell’evoluzione dei diversi step temporali nei prossimi 10-15 giorni se ne è parlato diffusamente questa mattina (ved. editoriale). In questa sede verifichiamo alcuni interessanti aggiornamenti e proseguiamo nell’opera di confronto statistico con gli eventi passati, per cercare di capire come potrebbe andare il presente.

Particolarmente didattica l’evoluzione mostrata nell’emissione mattutina del modello americano, dove una saccatura proveniente dal nordatlantico riesce a entrare franca nel mediterraneo, ma sempre con alle spalle (ovvero più a nord), la struttura massiva del Vortice Polare (fig.1).ù

fig.1

gfsnh-0-288

 

Proprio l’assetto descritto a scala emisferica è responsabile della successiva chiusura, piuttosto rapida, della saccatura stessa, a causa del costante rinforzo del getto generato dalle elevate velocità zonali del VPT-VPS (fig.2).

fig.2

gfsnh-0-384

In parole più semplici: il VP gira molto velocemente e, quindi, molto raccolto, facendo perno nell’area del polo e, di conseguenza, tutto ciò, in termini di nuclei freddi, che riesce a sfuggire dalla trottola “impazzita” viene rapidamente riassorbito nel flusso del getto polare più a nord o rilasciato tramite evoluzione della saccatura in cut off, con creazione di gocce fredde vaganti a latitudini intermedie, come quelle che hanno generato ripetute ondate di maltempo al sud.

Ma sarà così tutto l’inverno??

Probabilmente NO. Anche in caso di superamento della soglia NAM gli esiti sarebbero infatti limitati nel tempo (45-60 giorni). Risulta però utile, a tal riguardo, operare un confronto con gli inverni recenti, per trarre utili indicazioni per l’evoluzione del presente.

Partiamo dal contesto attuale; prosegue il cooling nella media stratosfera, in trasferimento verso i piani isobarici inferiori (fig.3).

fig.3

 

 

time_pres_TEMP_ANOM_OND_NH_2015

 

 

Al momento c’è buona corrispondenza tra quanto accade in stratosfera con l’assetto troposferico, VP chiuso a tutte le quote (fig.4).

fig.4

time_pres_HGT_ANOM_OND_NH_2015

 

Negli anni precedenti sono presenti numerose similitudini con la situazione attuale, in particolare con la genesi di cooling particolarmente precoci nella stagione autunnale. Praticamente identico l’andamento termico nell’autunno del 2012 (avevamo già verificato le similitudini, ved. editoriale), con un cooling sempre più forte in stratosfera (fig.5).

fig.5

time_pres_TEMP_ANOM_ALL_NH_2012

 

Tre anni fa però, a Dicembre l’evoluzione si sbloccò completamente ai piani inferiori, con saccature artiche abbastanza frequenti in Dicembre, la troposfera appariva più reattiva e, l’inverno andò bene nel complesso, nonostante un cooling prolungato, anche più intenso di ora, in stratosfera (fig,6).

fig.6

time_pres_HGT_ANOM_ALL_NH_2012

 

Un nuovo raffreddamento stratosferico si verificò l’anno successivo (autunno 2013, è una costante degli ultimi anni), ma iniziò più tardi, a metà Novembre (fig.7).

fig.7

time_pres_TEMP_ANOM_ALL_NH_2013

 

In quel caso l’inverno fu caratterizzato da un VP strong, spesso chiuso, sbilanciato però nel comparto canadese, gelo nel nord America e Atlantico da noi (fig.8).

fig.8

time_pres_HGT_ANOM_ALL_NH_2013

 

Per ben tre volte negli ultimi quattro anni quindi, la stratosfera è andata incontro a un raffreddamento precoce (cooling autunnale), ma gli esiti successivi possono essere diversi tra loro. Il fatto che quest’anno sia particolarmente precoce (è iniziato a Ottobre) può essere un vantaggio, analogamente a quanto è successo nella stagione 2012-2013, da cui siamo accomunati anche dal valore del SAI (ved. editoriale). Ovvero, dopo una prolungata fase di rafforzamento, il VP potrebbe andare incontro a una crisi, anche seria, proprio nel periodo natalizio, con possibile radicale cambio di circolazione a scala emisferica e Mediterranea.

Il problema sostanziale, analizzando l’attuale configurazione a tutte le quote, è la forza della struttura del VP stesso anche alle quote troposferiche, aspetto che, in parte, differenzia questa stagione da quella del 2012-2013. Occorrerà, pertanto, che la macchina “tritatutto” del VP abbia almeno un punto di debolezza nelle prossime settimane (generalmente la crisi parte dalla stratosfera), per avere una decisa inversione di tendenza nell’evoluzione del tempo alle medie latitudini. Secondo quanto finora esposto, tale inversione appare assolutamente possibile al momento, in particolare nel periodo centrale della fase invernale, quando i postumi del grande “raffreddamento” autunnale potrebbero essere smaltiti.

Ciao ciao

 

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