Salve a tutti; giunti al termine della seconda decade di Ottobre, continuiamo ad approfondire il discorso legato alle previsioni sull’andamento della stagione invernale, basate sul parametro SAI (Snow Advance Index), ovvero sull’incremento della copertura nevosa nel settore euroasiatico a Ottobre al di sotto del 60° parallelo. Per tutte le premesse utili all’argomento si rimanda all’editoriale precedente, datato 7 Ottobre.
In questa sede riportiamo i dati aggiornati, oltre ad alcune considerazioni utili a definire le tendenze finora emerse dai dati menzionati.
Innanzitutto, ecco una figura esemplificativa che chiarisce l’importantissimo ruolo svolto dalla presenza di un elevato valore del SAI in Ottobre.
Come si evince dallo schema riportato, la presenza di un notevole raffreddamento a latitudini medie (generato dalla copertura nevosa), nel settore euroasiatico determina un’impennata del getto e la formazione di un blocco altopressorio a est dell’Europa, oltre un riscaldamento del vortice polare stratosferico. Tale azione sortisce una duplice conseguenza:
- Genera una saccatura del getto proprio sull’Europa, con l’avvento di ondate di freddo e maltempo nel vecchio continente
- Indebolisce prima il VPS (Vortice polare stratosferico) poi il VPT (Vortice polare troposferico) favorendo ulteriormente la formazione di blocchi altopressori e di moti retrogradi di aria fredda dal bassopiano russo.
I fattori elencati contribuiscono entrambi all’avvento di un inverno instabile e freddo nel continente europeo.
Come sta andando quest’anno il SAI nel settore euroasiatico, BENISSIMO……..
L’incremento della copertura nevosa tra Siberia e Russia al di sotto del 60° parallelo è tra i più elevati degli ultimi anni, come evidenziato dal grafico riportato.
Come si vede dal grafico, non solo la pendenza della retta (incremento) è la più elevata degli ultimi anni, ma anche la copertura assoluta è la più ampia finora censita; ottimi segnali per l’inverno.
A conferma di ciò, anche il grafico che registra il valore totale della copertura nevosa evidenzia come il dato del 2014 sia il maggiore tra quelli censiti dal 2005, con una copertura di 15,45 milioni di km2 complessivi.
Anche il valore dell’O.P.I. , derivazione di quello del SAI, risulta pari a -1,86, presupposto per la presenza di anomalie negative dei geopotenziali a 500 hPa (5500 m) nel comparto europeo.
Insomma, tutti segnali altamente positivi per i freddofili e gli amanti della neve nel nostro territorio.
I modelli nel long range iniziano ad intravedere quanto esposto, la formidabile emissione del modello europeo di ieri ne è un sintomo, con la (prevista) formazione di un potente e precoce ponte di Woeikoff tra Europa e Siberia.
Sebbene i modelli abbiano ritrattato tale emissione, il fatto che in tutte le emissioni venga ipotizzata la presenza, con disposizione variabili, di una tenace alta pressione europea che si oppone all’avanzata del flusso Atlantico, è un chiaro segnale di quale potrebbe essere l’andamento della stagione a seguire, ovvero della presenza di un debole flusso zonale e di una forte attitudine alla formazione di blocchi altopressori in sede scandinava, tutti incentivi all’innesco di ondate di gelo a latitudini mediterranee.
Per adesso prendiamo come ipotesi di massima quanto descritto, ci aggiorneremo al fine mese, con i valori definitivi, del SAI e OPI.
Ciao ciao