29-12-2018, ore 21:00 - Salve a tutti, siamo ormai entrati in pieno nella stagione degli aggiornamenti frequenti e del periodo in cui, per i meteo appassionati, si accende la speranza che arrivino le fenomenologie a loro più care, ovvero la neve con annesso il freddo invernale.
Ebbene. al momento una serie di belle giornate sta interessando le regioni italiane, tranne nelle località (non poche in verità), soggette a nebbie anche fitte in presenza si strutture altopressorie come quella attuale.
In effetti una robusta cellula altopressoria sta interessando l’area del Mediterraneo centro occidentale e di buona parte dell’Europa occidentale.
fig.1
In fig.1, rispetto all’immagine riportata nell’editoriale di ieri sono però presenti alcune significative differenze, rappresentate principalmente da un maggiore slancio verso nord della cupola altopressoria a ovest del Regno Unito e da un’ansa ciclonica nel mare del Nord attraversata da un sistema perturbato, indicato con il numero 1.
Ebbene, per quanto apparentemente poco rilevanti, tali evidenze rappresenteranno i due leit motiv del tempo (meterologico) dei prossimi 7-10 giorni probabilmente.
Il primo aspetto, la spinta dell’anticiclone delle Azzorre verso nord in Atlantico, si farà infatti sempre più deciso a partire appunto da queste ore, mentre il secondo aspetto, rappresentato dall’arrivo lungo il bordo orientale della struttura anticiclonica di perturbazioni atlantiche nel Mediterraneo, seguite da aria piuttosto fredda, anche molto fredda a tratti e a contributo artico continentale, lo sperimenteremo a partire proprio dalla notte di Capodanno.
fig.2
La perturbazione ora nel Mare del nord inaugurerà la serie di passaggi perturbati nelle nostre regioni, soprattutto adriatiche. Nella notte di Capodanno infatti, l’aria fredda che segue l’impulso perturbato apporterà le prime nevicate a quote basse nelle regioni del medio Adriatico e al sud, mentre nelle altre regioni ci sarà bel tempo ma con rinforzo del vento dai quadranti nordorientali.
fig.3
Una volta aperta la strada, l’azione delle saccature atlantiche lungo il bordo orientale dell’anticiclone si farà più incisiva e un secondo e più intenso sistema perturbato si farà strada dalla Scandinavia, diretto verso il Mediterraneo e i Balcani.
fig.4
Questo secondo affondo sarà accompagnato da un massiccio afflusso gelido artico continentale nelle nostre regioni. Le più colpite saranno, come sempre, quelle adriatiche e meridionali, ma gli effetti di questa seconda bordata saranno tangibili su tutte le regioni con una brutale diminuzione delle temperature, be al di sotto delle medie praticamente ovunque.
fig.5
La neve, questa volta, sembra potersi spingere fino alle coste a partire dalle Marche (forse Romagna) proseguendo fino alla Puglia, ma anche regioni come Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia saranno interessate da nevicate a quote molto basse, anche al piano, sebbene sempre in forma sparsa, con rovesci generalmente a macchia di leopardo.
Cosa succederà quindi dopo, che novità ci sono negli ultimi aggiornamenti??
Ebbene, anche il long range, rappresentato nel caso specifico dal modello americano, inizia a inquadrare alcune dinamiche particolarmente favorevoli ad afflussi gelidi verso le regioni mediterranee, secondo configurazioni maggiormente compatibili con i previsti assetti stratosferici che andrà ad assumere il VPS.
Per capire meglio le precedenti affermazioni, ecco l’ultima emissione del modello americano che vede, per inizio seconda decade di Gennaio, un primo tentativo di ponte altopressorio verso il bassopiano russo dalle regioni atlantiche, con corrispondente afflusso di aria gelida verso le regioni mediterranee.
fig.6
A scala emisferica, l’assetto che il VPT andrebbe ad assumere risulta molto interessante, con la spinta del blocco in Atlantico tenta di aprirsi una strada verso l’artico e i due lobi del VP ben separati nei centri di massa, con quello siberiano predominante.
fig.7
Tale separazione, sebbene con dinamiche diverse, appare presente anche nell’emissione del modello parallelo dell’americano, che vede una saccatura artica.
fig.8
Tale configurazione non è molto dissimile dalle emissioni dello stesso modello in stratosfera, dove a 10 hPa (20 km) di quota, il VPS appare smembrato secondo una dinamica chiaramente da split, sebbene con lobo siberiano fortemente asimmetrico e predominante e wave 2 poco reattiva. Il Vortice Polare appare però completamente decentrato dalla sua sede, andando a collocare i suoi centri motori (se ne riconoscono addirittura 3) intorno al 50° parallelo.
fig.9
Tutti i tasselli esposti contribuiscono a lasciar ipotizzare un mese di Gennaio alquanto disturbato alle medie latitudini dai movimenti del VP, come testimoniato anche dalla previsione della direzione e intensità dei venti zonali in stratosfera, completamente invertita fino al termine del range previsionale.
fig.10
Insomma, ogni giorno che passa i singoli elementi contribuiscono a lasciar ipotizzare il possibile arrivo di frequenti strutture depressionarie alle medie latitudini e, in particolare, nel Mediterraneo, con afflussi freddi che, stante la direzioni antizonale delle correnti (da est verso ovest) potrebbero anche essere di carattere prettamente continentale.
A tutto ciò si aggiunge al costanza del modello americano (meno quello europeo) nel inserire l’indice MJO ad alta magnitudo nell’area 6-7 a fornire energia al blocco atlsntico inquadrato nel medio e lungo termine dai modelli.
fig.11
Restiamo incollati agli aggiornamenti quindi non fosse altro che per puro divertimento, ma a giudizio dello scrivente ancora la storia di questo inverno è tutta da scrivere e i capitoli più interessanti devono ancora arrivare.
Ciao ciao