04-03-2018 - Salve a tutti, nuovo editoriale serale, il primo della primavera meteorologica, stagione che, al momento, sembra voglia restare instabile, dopo il gran finale invernale degli ultimi giorni di Febbraio.
Bacino del Mediterraneo crocevia di perturbazioni atlantiche in questi giorni; un’intensa perturbazione è andata via ieri sera ed ecco che oggi un’altra ha già generato piogge diffuse nelle centrali tirreniche, seguita quindi da un terzo impulso perturbato praticamente in fase di “aggancio” con quella che la precede.
fig.1
Il risultato di tale dinamicità atmosferica sarà costituito da 48 h davvero molto instabili in molte regioni italiane, in particolare bel Tirreno centro meridionale e nell’Adriatico settentrionale.
Ecco l’affondo della saccatura Atlantica che entra per lunedì notte in pieno nel Mediterraneo e i fenomeni non si faranno attendere in tal senso.
fig.2
Come si vede dalla fig.2, l’attuale assetto barico nel nostro settore di emisfero può essere considerato a tutti gli effetti una conseguenza del devastante warming stratosferico di metà Febbraio, che ha praticamente distrutto il lobo canadese, ora in fase di lenta ricostruzione, favorendo la persistenza di una saccatura dal lato europeo dell’Atlantico e di un’alta pressione molto robusta nel settore del Labrador.
Scendendo nei dettagli, fino alle ore centrali di domani, lunedì, piogge diffuse nelle regioni centrali, in trasferimento verso sud e verso l’Adriatico, soprattutto Marche.
fig.3
A seguire, tra lunedì e martedì,con l’affondo della saccatura altri fenomeni guadagnano terreno verso sud, interessando tutta la costa tirrenica fino alla Calabria con rovesci forti e piuttosto frequenti.
fig.4
Altre piogge anche intense risalgono invece l’Adriatico, giungendo a interessare il nordest, nel’ambito di una circolazione depressionaria centrata nel Tirreno centro meridionale.
A seguire, il tempo dovrebbe migliorare e diventare più caldo, ma solo temporaneamente, in quanto il VP resta instabile, proprio a causa del MMW, il warming invernale che ha destabilizzato la circolazione a scala emisferica indebolendo il VP stesso a causa del superamento della soglia NAM di -3 per molti giorni.
Nel lungo termine infatti, si evince la presenza di un Vortice Polare alquanto debole, ma in realtà in fase di ricompattamento, di posizione abbastanza accentrata in Artico, con ondulazioni nei settori periferici a cui corrispondono le diverse saccature.
fig.5
Una struttura classica insomma, che potrebbe portare altre piogge e nevicate in montagna.
Ma il freddo e i grandi episodi invernali??
Al momento, guardando i contenuti dei modelli, non c’è traccia di un ritorno del freddo in grande stile (siam ormai a Marzo); tuttavia, analizzando quanto accaduto ella seconda metà di Febbraio, le potenzialità perchè ci possa essere un nuovo significativo episodio invernale in Marzo ci sarebbero, in quanto la presenza di un VP consente il distacco di lobi gelidi verso le medie latitudini.
Tutto ciò, come logica conseguenza del warming di metà Febbraio e non a causa di nuovi eventi stratosferici, che ormai non hanno alcuna conseguenza aggiuntiva rispetto alla troposfera, sono sufficienti quelli del mese scorso.
Attendiamo quindi i successivi aggiornamenti, ma per adesso più acqua che neve.
fig.7
Ciao ciao…………..