20-01-2016 - Salve a tutti, rapido aggiornamento tardo serale, a causa di numerosi impegni giornalieri, ma eccoci qui come sempre, per chi ha la pazienza di aspettare. Modelli sempre più in bilico ed enigmatici nel medio lungo termine. Nel breve sembra ormai accertata una potente rimonta altopressoria, grazie a un promontorio con contrinuti africani nel Mediterraneo. Come tutte le fasi anticicloniche estreme, molto sviluppate in senso meridiano, anche questa sembra presentare punti di debolezza però. Il punto chiave della discussione è alle 120 h, distanza temporale estremamente indicativa nelle divergenze previsionale. Ecco il quadro del modello europeo (fig.1).
fig.1
Nella fig.1 sono evidenti alcune figure bariche caratterizzanti il tempo a scala emisferica:
1)Due lobi ben suddivisi del VP (canadese e siberiano)
2) La spinta congiunta dell’anticiclone europeo-africano (H2) e di quello uralico (H3)
3) L’isolamento di un potente nocciolo gelido nel bassopiano russo
La domanda che tutti si pongono è la seguente:
Che fine farà la colata gelida russa?? Con la spinta così potente delle onde planetarie H2,H3) riuscirà a compiere l’agognata regressione verso il Mediterraneo.
Oggi ben due modelli hanno emesso corse con evoluzione molto simili e gelide per noi:
1) Il modello canadese in mattinata, con gelo crudo nel Mediterraneo, stile annate migliori, dopo molte emissioni simili (fig.2).
fig.2
2) Il modello americano, con addirittura un depressione foriera di nevicate forti in pianura al nord (fig.3).
fig.3
Il fatto che le due emissioni siano così simili è significativo, nonostante vengano spesso alternate ad altre evoluzioni soleggiate e miti.
Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso, ovvero, quanta forza ha ancora il VP??
Abbastanza, a giudicare da molte emissioni, ma sicuramente i valori di AO e la compatezza del VP prenatalizia sono solo un ricordo, la struttura troposferica del VP è ormai passibile di attacchi sempre più mirati. I primi warming stratosferici sono ormai in atto e, con il passare dei giorni,molto probabilmente i modelli anche in troposfera terranno conto dell’indebolimento del VPS. Anche oggi compare il potentissimo e repentino warming ai primi di Febbraio alla quota geopotenziale di 10 hPa (fig.4).
fig.4
Occorre Occorre chiarire come i movimenti in troposfera inquadrati fine mese (fig.2,3) non siano correlati al warming raffigurato in fig.4, quanto a un parziale indebolimento della struttura del VPS generato da disturbi di minori dimensioni che stanno iniziando proprio in questi giorni.
Pertanto, a giudizio dello scrivente, l’inverno ha ancora molto da dire, se le previsioni confermassero i disturbi stratosferici ai primi di Febbraio, è probabile che anche alle quote troposferiche l’evoluzione attuale subisca un’accelerazione verso la destrutturazione di tutta la colonna barica del VP.
Ciao ciao