17-01-2019 – Salve a tutti, editoriale obbligato stasera, alla luce di aggiornamenti che, per gli amanti delle carte delle previsioni meteo, fanno davvero emozionare, inquadrando un’evoluzione a scala emisferica, ma sopratutto europea, che vede ampi stravolgimenti barici a sfondo freddo nel Mediterraneo, con maltempo e neve a bassa quota che potrebbero insistere per molti giorni nelle nostre regioni.
Iniziamo subito con l’immagine del satellite, che vede un flusso ondulato atlantico nord occidentale nelle nostre regioni, con un prima perturbazione che ha generato piogge moderate in giornata al nord e parte del Tirreno.
fig.1
Si tratta di un’evoluzione apparentemente tranquilla e ordinaria, ma che rappresenterà il punto di partenza per una serie di peggioramenti sempre più intensi e freddi, al limite dell’evento e, forse anche oltre.
Partendo da quanto abbiamo visto, prendiamo la previsione del modello europeo alle 120 h (ormai breve termine) che vede molti aspetti importanti:
1) L’anticiclone delle Azzorre è molto potente e devia il flusso atlantico.
2) Un nucleo di vorticità molto intenso (una bassa pressione) si distacca dalle coste groenlandesi e prende la via del Mediterraneo (indicata con la B rossa)
3) Una saccatura è già presente nelle nostre regioni, richiamo per la successiva
4) una cellula altopressoria si sta gradualmente insediando ai limiti dell’Artico, dividendo in parte in due lobi il VP (LS e LC)
Siamo a metà giornata del 22, proprio alle soglie del periodo da più giorni indicato come inizio della fase perturbata.
fig.2
Partendo da dettaglio finora descritto prende le mosse un’evoluzione lunga e perturbata, che in sostanza vede una costante esasperazione delle dinamiche descritte.
Vediamo le fasi:
Dopo 48 h, il giorno 24, la spinta azzorriana è molto più forte, i due lobi del VP sono distinti nel nostro settore di emisfero e una profonda depressione (la famosa B rossa) alimentata ora da aria artica ha già iniziato a generare maltempo e nevicate a quote sempre più basse.
fig.3
Il processo diventa inarrestabile, l’alimentazione atlantica viene completamente tagliata per lasciare il posto a un flusso prettamente artico sempre più continentale in grado di generare una depressione di 980 hPa sulla Corsica, aspetto previsto in realtà dalle ENS del modello europeo da molti giorni.
fig.4
Già così la neve potrebbe fare la sua comparsa a quote basse su tutto il centronord, anche in pianura al nord, ma siamo solo all’inizio!!!
A seguire infatti, il lobo siberiano del VP, in attesa nella Scandinavia orientale, viene visto generare un’appendice gelida verso le nostre regioni, con ulteriore recrudescenza del freddo a partire dal 27, ecco il modello europeo:
fig.5
Ed ecco quello americano per la stessa data, ottima concordanza, la -15° C a 850 hpa alle porte dell’Italia con afflusso dalla valle de Rodano.
fig.6
Saremmo già dentro l’evento, ma la fase perturbata sembra essere senza fine, il lungo termine del modello americano inquadra un’evoluzione epocale, con un nucleo gelido siberiano che si unisce al flusso atlantico e “splitta” sull’Europa e il Mediterraneo.
fig.7
Pazzesco tutto in questa previsione, l’ampiezza della nucleo di bassa pressione i valori dei geopotenziali, tutto a significare tanti fenomeni e tanto freddo, quindi tanta NEVE nelle regioni italiane.
Finito quindi??
NO, fino alla fine dell’emissione, il modello americano, alle soglie del mese di Febbraio, vede ancora un massiccio afflusso artico, con nuclei perturbati in serie con al centro valori di -40° C a 500 hPa (5500 m), ancora maltempo e neve nel Mediterraneo.
fig.8
L’evoluzione descritta sembra addirittura troppo per essere vera, significherebbe neve, gelo e maltempo per 7-10 giorni ininterrottamente, sicuramente verrà ridimensionata, ma per adesso le previsione che i modelli vedono con ottima concordanza è questa ed anche congruente con quanto osservato in stratosfera e, pertanto, seguiamo tutto ciò che sta per arrivare, potremmo assistere a qualcosa di non frequente dalle nostre parti.
fig.9