06-12-2016 - Salve a tutti, eccoci di nuovo insieme per seguire con trepidazione gli aggiornamenti dei modelli, mai come ora davvero interessanti, dopo un inverno finora nel complesso anonimo. Come prevedibile, sono state in parte, ma solo in parte, ritrattate le evoluzioni, alquanto estreme, presentate ieri dai modelli pomeridiani, sia americano, sia europeo. Si tratta di normali aggiustamenti su una previsione davvero delicata e passibile di numerose variabili che possono scombinare tutto nel breve. L’impianto generale però, che vede una decisa elevazione dell’anticiclone a partire dall’inizio della prossima settimana, resta e potrebbe regalare davvero grandi soddisfazioni agli amanti del freddo e della neve.
Nel presente editoriale ci si soffermerà più a lungo su quelle che possono essere le variabili da tenere sotto osservazione, per capire quale potrebbe essere l’evoluzione del tempo nel periodo intorno la metà del mese e parte della seconda.
Iniziamo subito con il dire che un più sostanziale cambiamento della circolazione atmosferica, in parte già in atto da inizio anno, si avrà tra nel week-end. Infatti, dopo una pausa mite e parzilmente soleggiata al centrosud, più nuvolosa al nord, un primo veloce impulso perturbato si farà strada da ovest verso il centronord tra Sabato e Domenica, generato dalla partenza della grande ondulazione in Atlantico, con deciso slancio dell’anticiclone delle Azzorre in direzione della Groenlandia (fig.1).
fig.1
In questa fase, veloci rovesci, anche piuttosto frequenti e localmente intensi, interesseranno alcune aree del nord, Toscana e buona parte delle regioni centrali, alternati a schiarite anche ampie e ventilazione piuttosto sostenuta da ovest-sudovest.
Ma questo sarà solo il preludio; a metà della prossima settimana, infatti, il blocco in Atlantico diverrà meglio strutturato e le correnti nel Mediterraneo occidentale diventeranno maggiormente meridiane, con contributi artici sempre più cospicui (fig.2).
fig.2
Un secondo impulso entrerà quindi dalla porta del Rodano proprio il giorno 15(da definire comunque tale previsione), le temperature si abbasseranno e le nevicate faranno la loro comparsa a quote sempre più basse su Alpi orientali e Appennino.
A questo punto la discussione entra nel vivo e ci si chiede: quali sono le incognite di questa previsione e quali le differenze rispetto a ieri??
Diciamo subito che l’assetto emisferico previsto per la metà del mese è ormai abbastanza simile da giorni, quello che cambia sono le caratteristiche del blocco in Atlantico, punto cruciale della evoluzione. Dalla figura 2 si vede bene come i geopotenziali a tutte le quote siano leggermente inferiori nelle carte di oggi (blocco meno potente) e, soprattutto, come sia presente un insidiosa depressione (goccia fredda) in sede azzorriana che ne indebolisce la radice, ovvero la base stessa dello slancio azzorriano. Tale depresisone rappresenta un esempio della caoticità del clima e della difficoltà di realizzare una previsione a lungo termine. L’aggancio eventuale della colata artica sull’Europa con la goccia potrebbe infatti deviare la direttrice stessa del freddo verso la penisola iberica, come evidenziato dapunto interrogativo inserito nella carta del modello europeo (fig.3).
fig.3
Queste incognite stamattina hanno modificato la previsione ma, in realtà, sembra proprio che la saccatura artica debba aver luogo nel Mediterraneo e che debba essere anche duratura, con diminuzione cospicua delle temperature su tutta la penisola e nevicate sui rilievi anche a quote basse, con occasioni per nevicate in pianura al nord.
Per capirlo, facciamo attenzione quindi alla fig.4, riportata di seguito, dove il modello europeo indica i settori dove è maggiore l’incertezza previsionale nella odierna emissione.
Possiamo notare due gruppi distinti:
1) I settori indicati con la P, ovvero la risalita aleutinica e lo split del VP, con l’arrivo del freddo nel territorio europeo sono considerati molto attendibili
2) Massima incertezza è invece presente per la potenza e la direttrice del blocco, in particolare nel settore canadese, per la collocazione del lobo omonimo dl VP. Incertezza è presente anche per l’area mediterranea (la parentesi calda potrebbe non esserci e la fase artica essere costante).
In parole povere, i modelli dovrebbero cambiare ancora proiezioni, con una maggiore affermazione del blocco Atlantico e del freddo in Italia. Proprio mentre si scrive infatti, ecco la nuova emissione del modello americano, che ripropone la maestosa elevazione del blocco e la discesa diretta nel Mediterraneo di nuclei artici gelidi, con maltempo in area italiana e nevicate a quote basse su Alpi e Appennini (fig.5).
fig.5
Evoluzione tutta da definire quindi, ma le probabilità che arrivi il vero inverno nella nostra penisola a partire dalla prossima settimana ci sono e sono elevate.
Ciao ciao